Capitolo 7

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Eveline

Senza lasciarmi ipnotizzare nuovamente dai suoi occhi, lo spinsi lontano da me e cominciai a correre.

«Col cavolo che resto con lui» pensai, mentre aumentavo la velocità.

Aveva cominciato a nevicare e visto che avevo solo un vestito leggero, iniziai a tremare.
La neve entrava dalle mie scarpe, facendomi rallentare e provare molto freddo.

Il vestito non aiutava molto alla mia corsa visto che era molto lungo.

«Cavolo! Proprio ora doveva nevicare» pensai, cercando di scaldarmi con le mani, ma senza successo visto che anche queste ultime erano ghiacciate.

Cominciai a respirare profondamente per cercare di aumentare la mia temperatura corporea, ma senza successo.

Mi fermai mentre il mio labbro inferiore tremava come non mai. Cominciai a guardarmi intorno.

C'erano tantissimi alberi che mi confondevano, non riuscivo più a orientarmi.

«Fantastico» pensai, mentre chiudevo gli occhi per il freddo pungente.

Cominciai nuovamente a correre sperando di trovare la via di casa. Halem ad un certo punto mi comparì davanti.

Gli stavo per andare addosso, ma prontamente lui mi prese al volo.

"Ti avevo già detto che anche se scappavi ti avrei trovata sempre" disse guardandomi serio.

"Quindi, perché sei scappata?" Continuò, mentre sentivo la sua rabbia aumentare. Lo guardai in viso.

"Perché non voglio restare con te per tutta la vita" dissi stringendo i denti, mentre sentivo i miei occhi cambiare colore.

Lui fece lo stesso, il rosso-dorato dei suoi occhi mi costrinse ad abbassare lo sguardo, era pur sempre un'Alpha.

Tra le sue braccia mi sentivo stranamente al sicuro, stavo diventando pazza. Queste, intorno al mio corpo, erano poco più fredde della neve.

"Sei gelida" constatò, entrando in contatto con la mia pelle.

Sentii dei brividi di piacere percorrermi tutto il corpo, dovetti fare un sforzo enorme per non darlo a vedere.

"Non toccarmi" dissi scandendo bene le parole e spostando la sua mano dal mio braccio.

Lui mi prese con forza per i fianchi a mi attirò a sè. Sentivo la possessione nella presa ferrea intorno alla mia vita.

"Nessuno mi dà ordini, se ti azzardi a scappare di nuovo la tua vita diverrà un inferno, capito dolcezza?" Affermò, con una voce spaventosa che mi fece rabbrividire.

Annuii, cominciando a tremare sia per il freddo che per la paura.

«Cosa avevo fatto alla Dea Luna per trovarmi un compagno così al mio fianco?» pensai sconsolata, sapevo che non sarebbe cambiato di una virgola, quella che ci avrebbe rimesso sarei stata io, avrei sofferto come mai prima di allora.

"Ora andiamo" sussurrò, ancora più serio di prima. Lo guardai.

Il suo viso era teso, forse perché aveva paura che scappassi di nuovo, i suoi occhi continuavano a cambiare colore, per la rabbia, mentre i muscoli delle braccia erano tese come non mai.

Detto questo mi mise un braccio sotto alle gambe e uno a sostegno della schiena, cominciando a correre verso una meta a me sconosciuta.

Lo lascia fare, ormai non avevo più possibilità di scappare, anche perché stavo diventando un cubo di ghiaccio gigante.

Il freddo, a causa della velocità, aumentava sempre di più.

"Resisti, siamo arrivati" disse, coprendomi meglio che poteva con le sue mani. Ma visto che erano gelide, mi procuravano ancora più freddo.

Mi poggiò delicatamente a terra, tenendomi sempre per i fianchi. Puntai lo sguardo in avanti.

Io non vedevo nulla, ma quando fece uscire del sangue dal braccio, che cadde sul terriccio della foresta, una specie di castello comparve.

Era davvero grande, di colore nero, le vetrate erano ampie e trasparenti e la porta d'entrata era altissima.

Rimasi a guardarlo, era il castello più straordinario che io avessi mai visto. Era anche inquietante.

«Non voglio entrare» pensai, mentre cercavo con gli occhi una via di fuga.

"Non puoi scappare" replicò, prendendomi per le braccia e trascinandomi dentro il castello.

"No! Non voglio stare qui!" Gridai, cominciando a gridare e a scalciare.

Cominciammo a camminare per dei lungi corridoi, di colore nero come la pece. Le piccole finestre addossate ai muri erano fatte di pietra.

Halem si fermò e mi ringhiò. Lo guardai in cagnesco.

"Stai ferma e zitta!" Ordinò con voce profonda e secca. Sbuffai e non opposi più resistenza.

Feci come mi aveva detto e mi lasciai portare in una stanza. Entrammo.

Questa era molto grande, c'era un letto matrimoniale al centro, ricoperto da un piumone bianco come il latte, le pareti erano del medesimo colore mentre i mobili erano color dell'oro.

Questi colori contrastavano con quelli dell'intero castello. Dopodiché mi lasciò, ovviamente dopo aver chiuso a chiave la stanza.

Halem si sedette sul letto. Lo guardai e rimasi in piedi, ferma immobile.

"Siediti qui" disse indicandomi le sue gambe. Lo guardai sbalordita.

«Sta scherzando?» pensai, cercando di capire se mi stesse facendo uno scherzo, ma dalla sua espressione, stava dicendo la verità.

Deglutii, chiudendo gli occhi. "Mai" dissi sicura.

Vidi il suo viso contrarsi in una smorfia di rabbia, mentre i suoi occhi cambiavano colore, facendomi provare delle scariche di terrore lungo la spina dorsale.

«Forse non è stata una buona idea» pensai, mentre giravo la testa di lato, così da non far scontrare i nostri occhi.

Strinse i pugni e mi guardò, era molto arrabbiato. Ringhiai forte, facendogli capire che non mi sarei mai sottomessa al suo volere.

Mai. Non mi importava se si sarebbe arrabbiato, non avevo più nulla da perdere ormai.

"Non osare ringhiarmi, ora siediti dove ti ho ordinato, muoviti!" Gridò talmente forte che dovetti tapparmi le orecchie.

«Come può gridarmi contro?» pensai sgranando gli occhi, mentre i suoi erano fissi su di me.

Mi morsicai il labbro inferiore. "Perché mi stai facendo questo?" Domandai, mentre sentivo i sentivo i miei occhi inumidirsi.

"Oh, povera piccola, pensi di essere forte ma sei soltanto una ragazzina indifesa" sputò acido, mentre mi guardava con rabbia.

"Non ti amerò mai" dissi. Mi strinsi nelle spalle. Dovevo andarmene da quel posto, o sarei morta lì dentro.

"Non mi interessa, ora siediti qui" disse con tutta la calma del mondo.


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Eccomi

Spero che la storia vi stia entusiasmando

Alla prossima!

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