Capitolo 13

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Eveline

Mi svegliai con un dolore tremendo al collo. Aprii gli occhi di scatto.

Mi misi seduta sul letto e mi massaggiai il marchio, ma ad ogni movimento mi bruciava sempre di più.

Mugugnai per il dolore e, così facendo, svegliai Halem.

«Proprio adesso si doveva svegliare» pensai, mentre alzavo gli occhi al cielo.

"Che hai?" Mi chiese, mettendosi seduto a sua volta.

Emisi un ringhio basso e mi voltai dall'altra parte. Sentii la sua rabbia aumentare.

"Eveline, rispondimi, sai che non sono molto paziente" disse, attirandomi a sè con il suo braccio possente.

"L'ho notato" riposi sbuffando. Glielo presi e lo allontanai dalla mia vita.

"Il tuo stupido marchio brucia" dissi guardandolo male e alzandomi dal letto.

Ringhiò in modo spaventoso, facendomi
bloccare di colpo.

«Forse non dovevo dirlo» pensai, mentre mi mordevo il labbro inferiore.

"Stupido?" Chiese, mentre i suoi occhi cambiavano colore, diventando di un rosso acceso.

«Oh no, ora mi riporterà nelle segrete» pensai, iniziando a torturami le mani. Alzai la testa verso la sua direzione.

Il suo viso era contratto per la rabbia, i suoi occhi rossi mettevano inquietudine a chiunque li guardasse, le sue labbra formavano una linea dura e il suo respiro non era molto regolare, sembrava che si stesse controllando.

In quel momento capii che dovevo essere forte, e non una stupida ragazzina paurosa ed indifesa, ero pur sempre la figlia di un'Alpha, anzi, del Re Degli Alpha.

Così, non mi lasciai scoraggiare dal quel colore così spaventoso e continuai a fronteggiarlo, senza un minimo di paura.

"Sì" risposi, continuando a massaggiarmi il collo e, così facendo, il dolore aumentò.

Con uno scatto si avvicinò pericolosamente al mio viso.

"Il marchio è una cosa importante hai capito? E sopratutto identifica che sei mia e di nessun'altro" disse mettendomi due dita sotto al mento.

Il suo respiro caldo mi soffiava sulle labbra, provocandomi dei brividi di paura.

"Non ti scaldare, stavo scherzando" sussurrai guardandolo scocciata e spostando le sue dita da sotto il mio mento.

Dopodiché continuai a camminare verso la porta del bagno.

"Cavolo" soffiai, appoggiandomi a questa e scivolando sul pavimento.

Faceva davvero male, non avrei resistito a lungo. Chiusi gli occhi e cominciai a fare dei respiri profondi.

"Ti brucia perché ti sta trasformando in ibrido" disse ancora, mentre la mia rabbia cresceva sempre di più.

Abbassai lo sguardo per la tristezza. "Ibrido, non voglio esserlo" dissi scuotendo la testa e stringendo i pugni.

«Mio padre non mi vorrà più se scopre che sono diventata un ibrido» pensai, mentre sospiravo tristemente, ne ero certa.

The Alpha King: The PrincessWhere stories live. Discover now