Capitolo 14

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Sebastian

"Non possiamo arrenderci!" Gridai ai miei beta più fidati. Cominciarono a guardarsi tra loro.

"Signore, non riusciamo a trovarla, l'ha nascosta troppo bene e..." cominciò un ragazzo dai capelli rossi, abbassando lo sguardo.

"Adam, vai in ricognizione" dissi, mentre lui annuiva e usciva dalla porta.

"E? Dai dimmi, non smetterete mai di cercarla, chiaro?" Gridai ancora una volta, mentre indietreggiavano.

"Papà, penso che Halem sappia usare così bene i suoi poteri da rendere invisibile qualunque cosa, perfino le persone" disse mio figlio Jonatan, mentre anche gli altri miei uomini uscivano.

«Forse ha ragione, ma non lo possiamo sapere» pensai guardandolo, mentre i suoi occhi azzurri entravano in diretto contatto con i miei.

"Se è così, non la troveremo mai" dissi, sedendomi sulla sedia e massaggiandomi le tempie.

"Papà, non dobbiamo scoraggiarci" affermò mio figlio, sedendosi sulla sedia di fronte alla mia.

Gli sorrisi.
«Ti troverò, piccola lupetta» pensai determinato.

Halem

"Vuoi davvero sfidarmi?" Chiesi, trattenendomi dalla risate, era così minuta che se anche voleva non poteva fare nulla.

"Sì" disse lei, convinta, incrociando le braccia al petto. Non aveva paura di me, e questo mi rendeva felice, in un certo senso.

Avevo sempre desiderato una donna che sapesse tenermi testa e non che obbedisse ad ogni mio comando senza spiccicare parola.

"D'accordo come vuoi, ma ti avviso, non potrai mai vincere" sussurrai al suo orecchio, mentre sentivo di averle provocato dei brividi.

"Sai perché?" Domandai ancora, con voce suadente. Alzai il viso, incontrando i suoi occhi azzurri, così limpidi da potertici specchiare.

"No, illuminami" rispose lei, guardandomi negli occhi. Sorrisi, non sapeva contro chi si stava mettendo.

"Perché so l'effetto che ti faccio quando la mia pelle entra in contatto con la tua" affermai, mentre lei abbassava di scatto gli occhi e cominciava a guardare il muro.

«Beccata» pensai, felice di aver scoperto il suo cosiddetto 'punto debole'.

La vidi arrossire. "Certo, questo nei tuoi sogni, forse" sussurrò girandosi nuovamente verso di me con un sorriso innocente stampato sulle labbra.

"Vogliamo provare?" Chiesi, aspettando una sua reazione, che non tardò ad arrivare. Lei aggrottò la fronte.

"Perché scusa?" Domandò, cominciando ad arrossire visibilmente. Risi.

"Allora ho ragione!" Gridai, avvicinandomi ulteriormente a lei.

"No che non hai ragione" disse ricomponendosi e incrociando nuovamente le braccia al petto.

"Va bene" dissi tranquillamente, mentre lei mi guardava confusa.

Detto questo la presi di peso e la stesi molto delicatamente sul letto, sotto di me.

"Halem, cosa vuoi fare?" Domandò col respiro pesante e con il volto arrossato. Non riposi.

«Ora lo saprai» pensai, guardandola con un sorriso inquietante. L'avrei fatta impazzire, non dovevo nemmeno pensare di poter sfidarmi. Lei deglutì.

The Alpha King: The PrincessWo Geschichten leben. Entdecke jetzt