1º cap.)

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Le strade sono deserte.

Trovo dopo pochi passi un localino di quelli squallidi e affollati, mi faccio scivolare addosso il senso di nausea che mi provoca l'odore dell'alcol che impregna l'aria lì dentro ed entro.

È tardi e di stare sola per i vicoli di Londra proprio non ne ho voglia. Harry mi aveva promesso che sarebbe tornato entro le nove, è mezzanotte meno dieci e vaffanculo.

Mi faccio spazio tra i ventenni sculettanti e ubriachi e trovo posto su uno sgabello in fondo alla sala.

Ordino una birra piccola, perché a differenza dell'odore, il sapore mi piace abbastanza, e il mio sguardo cade subito su un ragazzo poco distante dalla mia postazione.

Mi faccio sfuggire un sorrisetto nel notare le occhiaie sul suo viso e i capelli sconvolti.

Do il primo sorso alla bevanda che mi è appena stata portata e continuo ad osservarlo senza farmi notare.

Tiene la testa tra le mani e i gomiti appoggiati sul bancone del bar.

Poggio la mia birra sul tavolo e sento la tasca vibrare, porto una mano alla tasca e sfilo il cellulare.

Harry.

Mi alzo e cerco di uscire ma una violenta spallata mi fa volare il telefonino di mano che si va a schiantare al suolo e viene travolto da un milione di tacchi a spillo e suole di tutti i generi.

Resto impalata e con la bocca leggermente aperta, immobile ad osservare lo schermo del mio telefono distrutto che non vibra più.

Mi fanno sbandare da una parte e dall'altra del locale e finalmente riesco a recuperare ciò che resta del mio cellulare e uscire.

E adesso chi lo sente a Styles?

Butto un'occhiata dentro ma non mi sembra il caso di rientrare.

Guardo lo schermo a pezzi quando sento una mano poggiarsi di botto sulla mia spalla.

Sobbalzo e sollevo lo sguardo, subito i miei occhi si fondono con quelli del ragazzo che prima avevo osservato seduta al bar.

Resto ammutolita e sprofondo nei suoi occhi neri e intensi, troppo neri.

"Ehy" mi rivolge la parola ma senza guardarmi, ha ancora la mano sulla mia spalla e guarda le macchine che sfrecciano davanti a noi.

"Ciao" azzardo un sorrisetto e mi stringo nelle spalle.

"Piacere, Zayn"

"Come?"

"Zayn, tu sei?"

"Ah, Brooklyn, piacere mio. Scusami mi sono distratta"

Si, mi sono distratta a guardare quei cazzo di occhi che hai.

"Bel nome"

Si limita a dire e scosta la mano dalla mia spalla.

"Grazie" rispondo rivolgendo un'occhiata amareggiata al mio cellulare distrutto.

"Carino" lo sento sghignazzare.

"Cosa?" chiedo sollevando lo sguardo spaesata.

"Il telefono" si fa scappare una risata.

"Non fa ridere" rispondo secca e mi volto.

"Vieni, ti presto il mio"

Mi porge il suo telefono e mostra un sorriso sincero.

Brooklyn sei fidanzata, merda, sei fidanzata.

"Grazie" doveva essere una risposta indifferente e distaccata ma mi esce un verso supplichevole.

"Chi devi chiamare?"

Belonging || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora