21º cap.)

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ZAYN'S POV:

È tutto paurosamente difficile.

È difficile parlare, è difficile muovere le braccia, è difficile ridere, è difficile respirare.

Sono tante le cose difficili quando sei in ospedale ma io le ho superate tutte lo stesso.

Da quando ho iniziato la riabilitazione Brook mi continua a ripetere che ciò che non è difficile non da soddisfazione ma francamente l'unica soddisfazione nel riuscire a muovere le braccia è di riuscire ad accarezzarla.

La amo, la amo da tempo e ogni volta che lei lo ripete a me mi sento un ragazzino ingenuo e in piena fase ormonale.

Le farfalle nello stomaco le sento anche in testa, nelle braccia, nei capelli, quel 'ti amo' provoca una specie di formicolio che si estende in tutto il corpo.

Non riuscirò mai a spiegare bene cosa ha significato dover aspettare sei mesi, ben sei mesi, prima di poter dimostrare a lei che sono in grado di amare dopo che nessuno fino a quel momento ha creduto in me.

Dopo che nessuno ha creduto che io avessi dei sentimenti.

Sei mesi perché durante il coma

(odio chiamarlo così, mi fa schifo quella parola) io sentivo perfettamente ciò che la gente mi diceva dall'esterno.

Durante quella cosa ero come schiacciato in una terza dimensione dove non ero padrone del mio corpo.

Mi sentivo come rannicchiato in un angolo strettissimo senza riuscire a muovermi.

Le voci mi arrivavano tutte, giungevano alle mie orecchie come amplificate e rimbombavano fino a farmi male.

Quando le ultime settimane Brooklyn cercava di dirmi quella cosa che non riusciva a dirmi, sentivo di stare per impazzire, c'era qualcosa nel mio petto (che non era il cuore) che spingeva come se volesse uscire, stavo per scoppiare, perché sapevo dove voleva arrivare e mi faceva uscire fuori di testa che ci mettesse tanto tempo e io non potevo fare niente.

Io ho sempre creduto di non essere all'altezza di un sentimento così grande e spaventoso come l'amore.

Ho paura di affezionarmi alle persone perché gli eventi mi hanno sempre messo in condizione di fare loro del male.

Non so se capite cosa intendo, se NON ti affezioni ad una persona e DEVI farla soffrire non soffri all'idea che lei stia soffrendo. Chiaro?

E ancora una cosa, pensandoci sono convinto di non aver mai amato nessuno così tanto prima di Brooklyn, nemmeno Sarah.

Ritornando ai fatti.

Muovere le gambe non è difficile, è impossibile.

La dottoressa O'Brian sostiene che avrei potuto essere dimesso già due settimane dopo il mio risveglio, ma avrei dovuto usare la sedia a rotelle a tempo determinato, e non se ne parla della sedia a rotelle, neanche a tempo determinato.

Ho iniziato la terapia da un mese ormai, e per quanto mi sforzi riesco solo a stare in piedi, anche se a lungo andare mi tremano le ginocchia.

Se non fosse per Brooklyn non riuscirei mai nemmeno in questo.

Vede sempre del positivo in tutto, così come dal primo giorno aveva visto del positivo in me, nei miei occhi.

Si può trovare del positivo in un demone? Chiedetelo a lei. Io non ci ho mai trovato niente di positivo in quello, avrei sempre voluto che mi lasciasse in pace, ma dopo che i miei morirono non me ne sono mai riuscito a liberare. Ormai è diventato un tutt'uno con me, con il mio carattere.

BROOK'S POV:

"Zayn ti prego!" Lo supplico posando le mani sui fianchi.

Mi sento una madre alle prese con un bambino capriccioso.

E questo per sdrammatizzare, ovviamente.

Si è creato un equilibrio malsano, nel quale io esercito la forza ricattatrice.

Ovvero, Zayn non vuole fare terapia.

Io lo supplico.

Lui si lagna dicendo che tanto non ce l'avrebbe mai fatta.

Io mi incazzo.

Lui continua a rifiutarsi.

Io gli dico che se non prova ad alzarsi da quel dannato letto lo costringo ad usare la sedia a rotelle.

Ricattato.

Risultato.

Ecco tutto.

--

"Mi sento un coglione" sbuffa attaccandosi alla parete con una spalla. "Smettila di fare così Brook."

Rido consapevole di farlo innervosire.

"Così come?" Rido ancora e lui rimane fermo e imbronciato.

"Sei seria?" Sbotta con sguardo severo.

"Serissima" Ma rido. "Così come?"

"Così" Si scosta dal muro e inizia a gesticolare e a fare una voce da oca cercando di imitarmi "Dai Zayn provaci, fai un passetto in avanti, non ti preoccupare tanto non cadi, dai che ci sono io, su! ...no, cazzo Brooklyn." Sembra un pazzo isterico.

Ride anche lui. "Mi sento un poppante che deve fare i suoi primi passi."

Non riesco a smettere di ridere.

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ZAYN'S POV:

Un mese e mezzo, quasi due.

Sto meglio, cammino quasi come prima dell'incidente se non fosse che mi stanco molto facilmente, non riesco a fare troppi sforzi, non posso affaticare i muscoli e merdate simili.

Brook mi vuole sempre far uscire dalla stanza, dice che ci sto da troppo tempo e che adesso che mi posso muovere devo recuperare il tempo perso.

Più che altro giriamo nello spazio verde fuori dall'ospedale, non ci intratteniamo troppo però, ci fermiamo sotto qualche albero, un albero in particolare più grosso e nodoso degli altri.

Io resto in piedi con la schiena contro il tronco, non mi accovaccio perché l'apertura dell'operazione sopra l'ombelico non è rimarginata del tutto, e poi i medici dicono che è preferibile che non mi piego troppo, a prescindere.

Brook invece si siede nel prato con la schiena contro le mie gambe, e chiude gli occhi, così posso guardarla tranquillamente e strappo un rametto o un filo d'erba che spuntano dal tronco e le faccio il solletico sul naso. Così, giusto per vederla sorridere.

Dorme tutte le notti, e dico tutte, con me, hanno aggiunto una brandina accanto al mio letto, io mi sono già stufato di quella stanza dopo un mese e mezzo, immagino lei che mi era stata vicino per sei mesi, con questi poi fanno sette mesi e mezzo, più di metà anno.

Niall mi viene a trovare di frequente, non è più il Niall che conoscevo io.

È molto più premuroso e disponibile di quanto non sia mai stato, a mio avviso.

Ho conosciuto anche Crystal, Brook me ne ha parlato a volte, e ho assistito anche ad alcune infinite chiacchierate al telefono con lei.

È una bella tipa, classica moretta dai tratti orientali, scura di carnagione ma con i capelli biondo cenere, magrolina, spigliata, una bella ragazza niente da dire, ma non fa per me, davvero.

E comunque la sera aspetto che Brook si addormenti, anche se lei crede che io stia già dormendo, e mi metto a pensare.

Dove è la maledetta collana?

Ci penso ogni notte, per parecchio tempo, non so dire quanto, ma parecchio.

A Brooklyn non le faccio capire che ci sto pensando, non posso darle questa soddisfazione.

-Ciao gente, vi devo proporre una cosa, scrivendo mi è venuta voglia di continuare la storia al tempo presente. Per farlo devo cambiare il tempo verbale di tutti e 21 capitoli, ma ce la posso fare. Magari ditemi cosa ne pensate, non ci metto niente a cambiarli, ma penso che al tempo presente venga meglio. Un bacio, ciaoo!-

Belonging || Zayn MalikWhere stories live. Discover now