14º cap.)

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BROOK'S POV:

"È passato un mese Crys! Sto impazzendo!" Urlo esasperata nel cellulare, ormai non faccio che piangere e strillare.

"Si risveglierá Brooklyn, cerca di stare calma, ti sto chiedendo tanto lo so, è una situazione difficile ma devi portare pasienza." Crystal cerca di sdrammatizzare, le ho raccontato tutto circa due giorni dopo l'incidente e adesso la chiamo più o meno ogni giorno.

Aprezzo l'impegno che ci mette nel rincuorarmi e il sangue freddo che mantiene quando le sbraito nel microfono del telefono, laddove Zayn non lo ha nemmeno mai visto.

È la mia migliore amica, l'unica persona che mi è sempre stata vicina a distanza di kilometri e di anni, sempre.

"Crys non puoi capire, mi sento male! È da un fottuto mese che sta in quel letto ed è colpa mia!" grido di nuovo ingarbugliando lacrime e parole e mi getto a peso morto sul divano.

"Cazzo Brooklyn non è colpa tua" Sta volta anche lei alza la voce per poi riprendere subito la sua solita calma. "Vuoi che venga?"

"Tu? Qui? E quando?" la schernisco sbuffando.

"Adesso, sono le otto del mattino, prendo il primo volo e sto da te."

"Non è così semplice sai? Stiamo parlando di un volo Sydney-Londra, è lontano Crystal!" piagnucolo scivolando giù dal divano e atterrando con il sedere a terra, per poi buttare la testa all'indietro nel punto in cui ero seduta l'attimo prima.

"Lo so che è lontano, per te questo ed altro" posso giurare che stia sorridendo "Aspettami, questione di ore e sarò lì."

"Si, questione di circa tredici ore e sarai qui." sbuffo, lo so, sta facendo un enorme sacrificio a venire qui dall'Australia, ma sono sotto pressione.

"Ti voglio bene" mi dice dolcemente prima di attaccare.

"Anche io" mormoro, ma lei ha già messo giù.

Rimango in quella posizione sfatta per almeno dieci minuti, ogni qualvolta il mio cervello non è impegnato in nessuna attività, mi ritrovo immobile come una cosa abbandonata, con lo sguardo perso e le lacrime scendono inevitabilmente. Per quanto mi sforzi di non pensare a Zayn, è obiettivamente impossibile.

Decido di uscire, senza di lui però non è lo stesso. Mi sono abituata alla sua quotidiana compagnia tanto da sentirmi incompleta a camminare per Regent da sola.

Raggiungo l'ospedale centrale in breve, l'aria fuori è tiepida e soffia un leggero venticello che mi punzecchia la faccia. È domenica e il giorno seguente ricomincerà la scuola, è passato poco più di un mese dalla notte dell'incidente, sono i primi di settembre, ovvero due mesi che conosco Zayn.

"Brook!" Niall mi corre incontro e mi abbraccia, è un buon amico ormai, gli voglio bene.

"Come sta?" gli domando, manco solo da una notte, ma preferisco chiedere lo stesso.

"Come sempre" risponde lui secco stringendosi nelle spalle.

Gli getto un'occhiata e faccio un cenno con la testa, per poi entrare nella 123.

"Ciao Zayn" sussurro sedendomi sulla solita sediolina.

Gli accarezzo il braccio tatuato e sorrido malinconicamente.

"Zayn non puoi nemmeno immaginare, è stato un mese infernale questo" sospiro pesantemente e riprendo. "Domani ricomincia la scuola, ricomincerò a fare le solite cose ogni giorno. Adesso però sarà un inferno stare in classe sapendo che tu sei qui."

Distolgo lo sguardo dal tatuaggio che raffigura un grande serpente e osservo il suo viso perfetto.

"Lo sai, Crystal mi ha chiesto se mi piaci" sorrido tra me e me a quelle parole. "ed io sai che le ho risposto? Le ho detto di sì Zayn, mi piaci" butto un'altra veloce occhiata per controllare se magari abbia aperto gli occhi e mi stia ascoltando. "Poi però mi ha chiesto se sono innamorata di te, ed io Zayn questo proprio non lo so, sono confusa, non so cosa pensare, è tutto così assurdo."

Sospiro e gli sfioro la guancia con il pollice. "Non so se sono innamorata di te, ma vorrei tanto scoprirlo. E l'unico modo per scoprirlo è passare altro tempo con te." Mi blocco un secondo e prendo fiato, sento il labbro inferiore tremare, e mando giù più volte un nodo alla gola che sta per esplodere in un pianto isterico. "Oddio Zayn, l'unica cosa che vorrei adesso è che ti svegliassi, che ti alzassi da questo fottuto letto e che stessi bene, che mi chiamassi piccola, e che tutto tornasse come prima!"

Ecco che le lacrime prendono a cadere scivolando veloci e bagnandomi le labbra.

"Basta piangere" farfuglio e mi asciugo alla meglio gli occhi con i palmi delle mani. "Ora vado, ti voglio bene, non sai quanto" Gli stampo con accortezza un bacio sulla guancia ed esco velocemente dalla stanza.

Incontro subito gli occhioni spenti di Niall che mi guarda triste.

Saluto anche lui, ed esco.

Trascorro la giornata nella nullafacenza, non pranzo perché non mi viene fame.

Verso le cinque torno in ospedale e Niall non c'è, parlo un po' a Zayn, come sempre e esco.

Odio quella stanza, è impregnata di tristezza e monotonia, e lui non merita di stare lì dentro.

Resto in giro fino a tardi, poi verso le dieci torno a casa.

Crystal arriva come promesso, l'aereo atterra verso le 21:45 per cui è a casa mia per le 22:00.

La sua presenza è l'unica cosa capace di farmi risollevare il morale. Le sono immensamente grata di essere venuta a stare da me, resterà finquando Zayn non starà bene.

Andiamo a letto tardi, io non ceno nemmeno, mentre lei mangia un trancio di pizza che ha comprato al volo in aereoporto.

Dorme nel letto assieme a me, ho un letto matrimoniale perfetto per tutte e due.

"Crys? Dormi?" mormoro accarezzandole la spalla, nessuna risposta. Mi volto verso il comodino, sono le tre esatte di notte, io però non riesco a chiudere occhio.

Mi alzo e mi infilo i jeans e una maglia larga a maniche corte, prendo le chiavi e esco senza fare troppo baccano.

Londra di notte è bellissima, tutta illuminata e deserta, si sentono solo alcuni schiamazzi soffocati provenire di tanto in tanto da qualche sala gioco o da una discoteca.

Lascio il centro della città e mi trovo circa un quarto d'ora dopo davanti l'entrata di un parco dismesso. È proprio questo, il parco dove mi ha portato Zayn, il parco del suo piccolo rifugio.

Attraverso con cautela il grande prato incolto e raggiungo la siepe, ripeto gli stessi identici movimenti che fece Zayn la prima volta e sono dentro.

Mi rannicchio a terra e inspiro profondamente, quel luogo mi calma. Socchiudo le palpebre e percepisco come una luce fioca e bianca provenire dal basso. Apro di scatto gli occhi, è la mia catenina, non l'ho mai tolta da dopo l'episodio della doccia.

È avvolta in un bagliore che non ho mai visto, come se quel posto piaccia anche a lei.

"È bello qui, vero?"

Oh merda, parlo con una collana.

Il bagliore diventa ancora più intenso e la catenina mi sfrega il collo. Me la sfilo a occhi stretti temendo un giramento di testa, ma non succede nulla. Anzi, appena la tolgo la luce scompare, diventa bollente e la lascio cadere a terra.

La riprendo poco dopo e me la rigiro tra le mani.

"Cosa diavolo sei?" sussurro come se qualcuno possa sentirmi. Sto continuando a parlare con un ciondolo, perfetto.

Ma le parole mi si fermano in gola quando voltando la piastrina vedo che l'incisione è cambiata, le lettere sono mutate sotto i miei occhi in pochi secondi.

"I tuoi occhi lo proteggeranno."

Sbatto più volte le palpebre, sto impazzendo? Poso delicatamente il ciondolo sulle gambe e mi sfrego il viso con le mani, quando riapro gli occhi la scritta è ancora lì, modificata da chissà quale forza mistica.

Prendo un respiro profondo e d'improvviso tutto mi è chiaro.

La scritta è rivolta a me personalmente, i miei occhi lo proteggeranno, non devo abbandonarlo, la mia presenza lo proteggerà, siamo legati, io e Zayn, e questa collana ne è la prova, io appartengo a lui e lui a me.

-Oddio è orribile, aiuto. Ed è anche scritto male. Spero che il prossimo sarà migliore, ho già una mezza idea :) -

Belonging || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora