Smith's Cafe

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Eren's pov
A volte mi chiedo se sono veramente io. Guardandomi allo specchio ho spesso una sensazione di vuoto, non capisco. Mi guardo ma non sembro io, ho paura.

Certo, magari dovrei evitare di pensarci proprio adesso che devo andare a lavoro.
Ho 23 anni e già lavoro, un traguardo per la mia pigrizia. Lavoro presso un bar, Smith's cafe, con a capo, per l'appunto, il proprietario del cognome, Erwin Smith.

L'ho sempre visto come un tizio un po' strano, però mi paga quindi..

Lo so è un discorso molto egoista ma non parlo solo di questo, voglio dire, almeno mi basta per vivere.
Penso tutto ciò sulla strada verso il bar e noto che fuori mi sta aspettando Zeke. Lo considero mio fratello ormai.

Lo intravedo scuotere la mano, avvicinandomi sempre di più lo sento urlare qualcosa: "COGLIONE SBRIGATI".
Che delicatezza, caro mio.

Decido di iniziare a correre ma vado a sbattere improvvisamente contro qualcuno; strano che sia caduto solo io, vaffanculo i vestiti nuovi.

Alzo lo sguardo ma chiedo lo stesso scusa mentre faccio per alzarmi dall'asfalto: "mi perdoni non stavo guar-"
"Me n'ero accorto, ma la giacca me la ripaghi tu, tsk".
Per me stava esagerando, lo guardo "hey brutto str-".
Incrocio i suoi occhi: oh wow. È tutto ciò che sono riuscito a pensare. Tempesta grigia, lastre di ghiaccio, specchio dell'anima, definiteli come volete ma mi ci ero perso dentro.

"Hey moccioso non ho tutto il giorno, o ti picchio sul ciglio della strada o passo domani a chiedere soldi al tuo capo e ti faccio sbattere fuori a calci in culo".
Sempre con meno garbo eh.
"No mi perdoni, domani le restituirò i soldi per la giacca" e feci un inchino in segno di scuse, sussurrando "vaffanculo".

Mi diede una pacca sul collo e poi se ne andò imprecando. Lo guardai andarsene massaggiandomi la parte in cui mi diede la pacca, o per meglio dire lo schiaffo. Sorrisi beffardo, ma mi stava già antipatico.

Si avvicinò Zeke e mi disse all'orecchio: "che cazzo fai, nano". Lo guardai male "non è colpa mia se uno scimmione si è messo ad urlare per chiamarmi coglione, senti vaffanculo sono già in ritardo e quell'armadio mi potrebbe giustiziare".
Strappai una risata a Zeke, sì ridevamo praticamente tutto il giorno io e lui.

Durante il lavoro ripensai diverse volte al corvino. Tirai un sospiro stanco ripensando a quella chioma corvina, occhi riflettenti, certo aveva pure dei bei muscoli e leggermente più alto. Mi morsi il labbro ma mi ripresi subito. Che cazzo Eren gli devi pure dare i soldi domani, che deficente.

Mi diedi uno schiaffo. Notai subito dopo Erwin guardarmi da un tavolo mentre parlava con gli altri colleghi, dopo il lavoro, a orario di chiusura, spesso ci mettevamo a parlare tutti insieme ai tavoli. L'ho detto che è strano quello, mi fissa da un'ora.

Non ci faccio caso, come le altre volte del resto, prendo il mio zaino e torno a casa bello che tranquillo.

Che strazio domani è sabato e devo pure lavorare. Tiro dei pugni, molto arrabbiato ma con la forza di un moscerino, sul materasso e faccio per gridare ma ci ripensai. Ci tengo al vicinato e a rimanere in questa casa. Decido di farmi una doccia e di addormentarmi tranquillo.

Mi dispiace molto per aver completamente rivisitato la storia ma non volevo cancellarla. Spero che proceda meglio rispetto al primo tentativo.

Revisione✔️

On peut rester ensemble? || Riren ||Where stories live. Discover now