che faccio?

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<Demencia, dovresti guardare dove vai> protestò Flug rialzandosi <veramente eri tu a non guardare> disse lei con il suo solito sorriso a metà tra il folle e lo stupido.

Flug non prestò molta attenzione a quello che aveva detto la ragazza-lucertola, stava ancora ripensando a quello che era successo nell'ufficio del suo datore di lavoro.

Come poteva lui salvare un demone come Black Hat, ma soprattutto lo desiderava? Insomma sarebbe stato libero senza alcuna fatica se avesse rifiutato.

In oltre.... Rischiava la vita se avesse deciso di affrontare la prova e senza sapere di cosa si trattasse non poteva neanche prepararsi.

Demencia si sentì offesa perché lo scienziato non lo stava considerando <ehi Flug! A cosa stai pensando?> "Dovrei confidarmi con lei? Direi proprio di no, mi costringerebbe ad accettare la prova visto che ama Black Hat" <n-niente> rispose cercando di allontanarsi per tornare al suo laboratorio ma Demencia non si arrese e gli si parò davanti <eeeeeedaaaaaaaaiiiiii, se me lo dici non ti infastidirò più> <ho d-detto ch-che non è niente, Demencia> rispose lui, sotto il sacchetto di carta lo scienziato aveva cominciato a sudare ma per fortuna ancora non si notava.

Demencia non mollava ma Flug riuscì a rifugiarsi nel suo laboratorio, anche perché 505 passando vicino a loro distrasse l'attenzione di Demencia da quello che stava facendo lasciando in pace il povero scienziato.

Chiuse la porta del laboratorio e vi si appoggiò, scivolando fino a terra.

"Cosa faccio? Jefecito in questi anni mi ha sempre trattato malissimo, è una creatura senza cuore ma.... Dopotutto è a capo della più grande organizzazione criminale e poi..... Insomma... Lasciarlo morire in quel modo..." Più ci pensava e meno riusciva a venirne a capo, era talmente assorto nei suoi pensieri che non riusciva neanche a lavorare.

Passarono i giorni e il suo rendimento lavorativo era drasticamente calato.

Cosa che venne subito notata dal suo datore di lavoro che lo chiamò nel suo ufficio <stai ancora pensando alla storia della sfida vero?> Domandò Black Hat, appena lo scienziato mise piede nel suo ufficio <s-sì, signore> rispose lui molto spaventato.

L'eldrich si alzò e si diresse verso la finestra alle sue spalle, in modo che il piccolo scienziato non potesse vederlo in faccia <a tale proposito.... Ti vieto di accettarla, torna a lavorare come se nulla fosse e lascia perdere questa storia, troverò un altro modo per sciogliere il contratto>.

Flug sbarrò gli occhi, non riusciva a credere a ciò che gli era stato appena ordinato.

<J-Jefecito.... È-è sicuro di... Stare bene?> L'eldrich si voltò, mostrando uno sguardo più risoluto che mai <sicurissimo, un umano come te non potrebbe mai farcela contro una sfida di quella là, benché non sia interessata realmente alla mia essenza sono più che sicuro che ti darebbe una sfida tutt'altro che semplice, mi pare inutile anche solo provarci visto come.... Come sei tu>.

Quelle parole fecero molto male a Flug, pareva che pensasse che non potesse cavarsela, ma soprattutto pareva che non si fidasse di lui.

Dopo tutti quegli anni al suo servizio ancora non si fidava di lui? Ma perché? Che lo ritenesse solo un peso inutile?

Flug serrò i pugni e con voce tremante ma arrabbiata quasi gridò <b-bene, allora... Io.. a-affronterò la sfida!> A quelle parole la donna apparve di fronte a loro <molto bene allora> prese per mano lo scienziato e lo fissò negli occhi <io mi chiamo Artemia e da oggi tu dovrai obbedirmi> poi scomparve assieme a Flug lasciando uno sconcertato Black Hat lì, a fissare il punto in cui prima si trovava il suo scienziato.

Si portò una mano sul viso, ancora incredulo alla disobbedienza del suo sottoposto, ma soprattutto non voleva rischiare di perderlo.

Non glielo avrebbe mai detto ma sapeva che Flug era un brillante scienziato, non lo aveva mai messo in dubbio ed era proprio per questo che lo aveva messo sotto contratto.

Si mise a camminare nervosamente avanti ed indietro per l'ufficio cercando un modo per non pensarci, ma era inevitabile, senza Flug l'organizzazione Black Hat non poteva andare avanti, erano le sue invenzioni che venivano messe sul mercato.

Intanto Flug e Artemia erano finiti in una lussuosa casa che ricordava molto quella di Black Hat per le tonalità degli arredi ma era comunque più accogliente e moderna.

I due si accomodarono in un salotto ben illuminato <i-io... Forse ho sbagliato.... Non avrei dovuto accettare.... Ho parlato con rabbia e..> <non preoccupatevi di questo, dottor Flug> lo interruppe la donna, Flug si stupì molto del modo in cui Artemia si rivolse a lui <c-come?> <Le sfide sono difficili ma è ovvio che sono fatte su misura dell'individuo che accetta di affrontarle> <a-ah sì?> La donna sorrise <certamente e poi ho già in mente la sfida adatta per voi ed il vostro datore di lavoro> di nuovo quel sorriso malizioso, Flug non riusciva a capire.

La donna si alzò <cominceremo domani, per oggi riposatevi, vi servirà> detto questo accompagnò lo scienziato in una stanza e gli portò anche da mangiare.

Lo scienziato mangiò tutto e poi si sdraiò sul letto, osservando il soffitto un solo pensiero apparve nella sua mente "e ora che faccio, Jefecito?" Poi si addormentò profondamente.

Salvato Da Un Mortale {Paperhat}Where stories live. Discover now