i demoni possono piangere

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Flug si svegliò carico di energie, nonostante tutto quello che era successo il giorno prima lui si sentiva benissimo.

Poi si ricordò di quello che aveva detto al suo datore di lavoro e arrossì di colpo "gli ho detto davvero di amarlo!? Ma come mi è venuto in mente!? E poi... Lui è un demone.... Non ricambierà mai i miei sentimenti..."

L'umore dello scienziato era cambiato all'improvviso, divenne malinconico.

Poi sospirò e andò a lavorare come se non fosse successo nulla.

Inutile dire che per lui non fu così, mentre lavorava ripensava a quello che era successo il giorno prima, non riusciva a farne a meno.

Intanto Black Hat, che non aveva chiuso occhio, stava passeggiando per i corridoi quando decise di controllare Flug.

Appena entrò nel laboratorio notò la postura malinconica dello scienziato "ma che gli prende ora?" Si avvicinò <dottor Flug, a cosa state lavorando?> Domandò nel tono più distaccato possibile.

Flug sobbalzò, non si era per niente accorto della presenza del suo datore di lavoro, come sempre del resto.

<C-capo.... C-che ci f-fa qui?> Domandò impanicato.

<Volevo solo controllare come andava il lavoro, hai ripreso il ritmo spero> spiegò l'eldrich con sempre lo stesso tono, non avrebbe mai permesso di farsi sfuggire la preoccupazione che invece nutriva nei confronti dello scienziato.

<N-non si preoccupi, anche la signora Artemia mi ha fatto lavorare duramente, quindi non perderò il ritmo> rispose lui affranto, sperava che dopo quello che era successo ieri qualcosa potesse cambiare nel loro rapporto, non avrebbe mai potuto chiedere che venisse ricambiato ma almeno che il suo datore di lavoro gli desse delle attenzione un po' meno..... Violente.

L'eldrich annuì e se ne andò senza dire una parola, ma come chiuse la porta si portò una mano al petto "ancora? Che diamine è questa sensazione? Perché mi sento così se lui è triste? Non è il solito piacere che provo dalla sofferenza altrui, ne disgusto per la sua debolezza... Allora cos'è?"

Non cercò di darsi una risposta, a lui comportava solo sapere come liberarsene.

Tornò nel suo ufficio e decise di pensare un po' gli affari della sua organizzazione.

Intanto Flug lavorava continuando a trattenere le lacrime, si sentiva uno stupido per amare proprio un demone, una creatura priva di bontà, come poteva pretendere che potesse capire cosa fosse l'amore? Come poteva pretendere che lo potesse provare per lui?

<Siamo molto giù eh?> Domandò la voce di una donna. Flug alzò lo sguardo e vide Artemia seduta su un tavolo.

<S-signora Artemia... C-cosa ci fate qua?> Domandò lo scienziato stupito.

La donna scese dal tavolo <controllo la situazione, da quello che vedo il tuo amore non sta venendo ricambiato eh?>

Flug abbassò lo sguardo <s-signora Artemia.... I-in cosa consisteva realmente la sfida?> Domandò stirngendo i pugni.

<Il contratto può dividere qualunque cosa... Tranne l'amore, se un mortale prova amore sincero per l'eldrich sotto contratto esso viene annullato e l'eldrich è libero, mi dispiace Flug, ho fatto sì che i tuoi sentimenti per Black Hat si rafforzassero, solo così avrei potuto salvare mio cugino dalla morte, ma non ti ho costretto ad amarlo, quel sentimento era già presente dentro di te, sarebbe solo uscito più lentamente... Io purtroppo però non abevo tempo> spiegò la donna con una espressione sinceramente dispiaciuta.

<Ma Jefecito non ricambierà mai i miei sentimenti... Lui non mi amerà mai> disse Flug mentre i suoi occhi si inumidivano.

La donna si avvicinò lo abbracciò <io non ne sarei così sicuro, Blacky ha pianto senza accorgersene, ti reputa importante>

Lo scienziato rimase immobile da quel gesto inaspettato, il corpo della eldrich era di una temperatura che per un umano avrebbe sicuramente significato morte, invece per lei era la temperatura normale.

<L-lo pensa davvero?>

Artemia si staccò <certo, vedrai che ricambierà i tuoi sentimenti, gli eldrich hanno dimenticato cosa significa amare ma non è vero che non possano farlo> detto questo sparì.

Flug sospirò e tornò a lavorare con un pensiero in testa "i demoni possono piangere".

Quel pensiero gli faceva ricordare il viso rigato dalle lacrime del suo datore di lavoro e in qualche modo lo faceva calmare.

Invece Black Hat era sempre più irrequieto, desiderava solo che quella sensazione sparisse, si sentiva debole per colpa sua e la cosa.non gli piaceva.

Aveva anche smesso di lavorare, non ci riusciva, quelle sensazioni glielo impediva, era opprimente, insopportabile.

Il senso di colpa era una brutta bestia per un essere privo di pietà.

Seirin: ecco il capitolo!! Madonna che casino per scriverlo! Spero vi piaccia! Alla prossima! Sayonara!

Salvato Da Un Mortale {Paperhat}Where stories live. Discover now