11: Fuga

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Boom.

L'esplosione di manifestò prima di quanto Athena avesse previsto.

La ragazza fu scagliata contro l'unico muro rimasto in piedi, e lì si accasciò, intontita.
Qualche secondo dopo però Athena iniziò a trascinarsi verso il cratere creatosi sull'uscita: non c'era tempo di riprendersi.

Puntuale come un orologio in quel momento la ragazza incontro Jago, il quale le disse qualcosa per poi prenderla per un braccio.

I due percorsero tre corridoi senza incontrare nessuno ed in silenzio: cercavano di non pensare a tutte le persone che stavano dormendo lì e alle loro condizioni.

Appena Jago ed Athena uscirono dalla zona esperimenti dell'edificio si ritrovarono di fronte un nutrito gruppo di guardie dai fucili spianati contro di loro.

Quello che ne sembrava il capo intimò loro di seguirli senza fare scherzi, ma entrambi, pieni di energia grazie ad una scarica di adrenalina, iniziarono a correre veloci come il vento verso un corridoio apparentemente vuoto.

Sulle piastrelle dove correva Jago si formavano innumerevoli crepe, segno che egli era spaventato, ma nonostante la piccola scossa che lo percorreva da testa a piedi ogni volta che metteva un piede davanti all'altro il ragazzo continuava a correre.

Non erano nemmeno arrivati a metà corridoio quando si ritrovarono circondati da uomini armati: erano in trappola.

Jago strinse i pugni, pronto a far crollare il piano se necessario, ma Athena lo precedette.

Con un semplice gesto della mano, simile al lancio di un frisbee, la ragazza mise al tappeto coloro che le ostacolavano la strada.

"Non è il momento per i ripensamenti" si disse la ragazza mentre superavano i corpi abbandonati sul terreno con una stretta al cuore: sperava di aver regolato la sua potenza, e quindi di averli semplicemente storditi, ma non poteva di certo rimanere a controllare che stessero bene!

Mentre i due giravano l'angolo la ragazza sentì il rumore di uno sparo, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa il proiettile raggiunse la sua spalla, prendendola di striscio.

<< Ah!>> Jago sentì un urlo femminile provenire da dietro le sue spalle.
Allarmato il ragazzo si girò, e vide Athena che si copriva la spalla con una mano già intrisa di sangue.

Subito dietro c'erano due soldati che correvano verso di loro con i fucili spianati.
Uno di loro aveva appena sparato.

Jago si fermò, furioso, ma nonostante la sua ora ribollente, alzò le braccia verso il cielo con tutta la calma del mondo.
Per il resto era immobile come una statua.

Sulle prime i due non capirono cosa stesse succedendo, poi, però, vedendo il pavimento tremare, compresero: il ragazzino stava usando i suoi poteri.
Jago guardò prima Athena, che si era seduta per terra, dolorante, poi i due uomini e, senza la minima espressione sul volto, abbassò le mani.

Le guardie corsero verso di loro, cercando di salvarsi, ma in quel momento, con un sonoro track! il pavimento cedette definitivamente, facendo piombare i due nel vuoto.

Jago, ora comprendendo quello che aveva appena fatto, volse lo sguardo verso Athena, la quale però, per via del dolore, non si era resa conto di nulla e quindi non poteva sapere il motivo di quello sguardo tormentato che le era stato rivolto.

Mentre il ragazzo aiutava la ferita a rialzarsi iniziarono a cadere i primi pezzi di soffitto: l'edificio, già indebolito dall'esplosione, stava crollando.

<<Corri!>> urlò Jago, mentre il soffitto iniziava a cedere sopra di loro.
Era tutto confuso, la polvere e i calcinacci impedivano loro la visuale, quindi i due procedevano alla cieca.

Un soffio di aria fresca fece presagire loro di trovarsi a pochi metri dall'uscita, ma, in quel momento, udirono una voce alterata dalla rabbia che sbraitava ordini.
<< Trovateli subito! Qui crolla tutto! >>
Era impossibile per Jago ed Athena non riconoscere quella voce, la voce di colui che li aveva  "gentilmente" accompagnati fino a quel punto: il Dottor Smirnov li stava cercando.

Dimentichi della loro stanchezza e delle loro ferite i due iniziarono a correre verso l'uscita è la libertà, mentre lo scienziato, che li aveva visti, li indicava con il dito tozzo, cercando di non inciampare nella sua vestaglia.

La scena sarebbe stata divertente in un'altra contesto ma in quel momento nessuno ci trovava niente da ridere: gli occhi dell'uomo sembravano mandare lampi, ed il suo volto era contratto dalla rabbia.

I due ragazzi erano ormai usciti dall'edificio, e si dirigevano verso l' enorme cancello che li teneva nascosti agli occhi del mondo, ma per ogni metro che facevano al gruppo dietro di loro si aggiungeva un altro soldato.

Il cancello era ad un centinaio di metri quando le guardie iniziarono a guadagnare terreno.
Athena si girò, vedendo che solo una decina di passi la separavano dal gruppo, poi cercò di capire quanto ci avrebbe messo ad arrivare al cancello, ed in quel momento realizzò che il cancello era chiuso.

"Ci siamo concentrati così tanto sull'arrivare a quella stupida barriera che non abbiamo pensato a come attraversarlo" si rimproverò Athena.
Incrociando lo sguardo di Jago la ragazza capì che il suo amico lo sapeva già, ma continuava a correre.

Continuando a correre, la ragazza sollevò il braccio sinistro, l'unico ancora sano, e chiuse il pugno, cercando di concentrarsi, nonostante lo sferragliante suono delle armi dei soldati che tintinnavano nei loro foderi e lo scalpiccio dei loro passi sempre più vicini.

La ragazza capiva che non avrebbe avuto tempo di scagliare più di un colpo, nel quale avrebbe dovuto mettere tutta la sua forza per riuscire a creare un buco.
Athena attinse ad una rabbia profonda e ribollente che non sapeva di possedere, una rabbia primordiale covata in tutto il tempo delle sua prigionia al posto della disperazione.

Tutti i suoni divennero ovattati per lei, l'unico rumore rimasto era quello del suo respiro, ora calmo e profondo.

Tenendo gli occhi (che gradualmente diventavano sempre più luminosi) ben aperti, la ragazza aprì la mano, dalla quale fuoriuscì un fiore di energia blu che, tanto bello quanto distruttivo, si abbattè sul cancello, creandoci uno squarcio .

Era troppo piccolo per far passare tutti e due i ragazzi, ma Athena non lo sapeva, quindi, con la forza della disperazione, vi si buttò di testa senza guardarsi indietro.
Pensando che anche Jago fosse passato la ragazza, vedendo qualcuno che non riusciva bene a distinguere cercare di uscire, sparò involontariamente un altro colpo, che prese in pieno la figura misteriosa.

Intontita e ferita, Athena continuò a correre, senza sapere dove stesse andando: il suo unico obbiettivo era allontanarsi, tanto che...

Non si rese conto che Jago non era con lei.

                           FINE
  (Non vi preoccupate ci sarà                          Un epilogo!)

PowerWhere stories live. Discover now