Capitolo 6.

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Sono ancora nel dormiveglia quando sento la porta di casa sbattere e l'auto di Yago allontanarsi dal vialetto. Mi domando dove stia andando di prima mattina. In genere dorme sino a tardi o viene bruscamente svegliato dai miei dispetti tra le lenzuola.

Ho ancora troppo sonno per darmi una risposta. Rimango immobile, gli occhi chiusi e le orecchie tese ad ascoltare il garrito dei gabbiani, fin quando il motore dell'auto ne ricopre il suono. Yago rientra e si precipita subito in camera.

"Piccola, svegliati. Sono passato in farmacia." La sua voce cela un rilevante stato d'ansia.

"Ma non saremmo dovuti andare insieme?" Proferisco con la bocca impastata dal sonno.

"Comprenderai che sono preoccupato e che non riesco ad aspettare quando si tratta di cose che mi fanno agitare."

"Sì, ti conosco bene."

Mi metto a sedere sul bordo del letto, poi prendo dalle sue mani il cartoncino bianco e rosa contenente il test di gravidanza.

"Non avrei mai pensato di maneggiare questo aggeggio prima dei trent'anni."

Mi dirigo in bagno da sola. Preferisco esser la prima a sapere la verità ed eventualmente elaborare pensieri sensati. Ovviamente spero di non vedere la doppia linea e il mio ragazzo starnazzare al suolo.

Seguo le semplici istruzioni scritte in piccolo sul bugiardino. Attendo.

Dieci minuti più tardi sono già sull'uscio del bagno, l'espressione impassibile e gli occhi puntati su quelli di Yago.

"Puoi stare tranquillo, è negativissimo." Mi spunta un sorriso a trentadue denti, mentre sento tutta l'ansia e la preoccupazione scivolarmi addosso e svanire.

Vedo il mio ragazzo sbuffare rumorosamente ed emettere uno strillo euforico. Direi che sia felice tanto quanto lo sono io.

"Non credo d'esser bravo nemmeno nel maneggiare le camicie che vendo ogni giorno, figuriamoci cambiare pannolini!"

"Genitori si diventa, non ci si nasce. Ma fortunatamente non dobbiamo più preoccuparci di questo."

Getto via gloriosamente il piccolo test nel cestino di fianco alla scrivania, poi mi siedo sulla trapunta. Yago mi segue e mi cinge la vita con un braccio, avvicinandosi maggiormente.

"Hai ragione, è solo che mi sento tremendamente insicuro quando si tratta di te. Ho spesso paura di sbagliare, di ferirti, di non essere abbastanza... Figurarsi davanti ad una possibile gravidanza."

"Sei perfetto così." Lo zittisco con un bacio dolce che ne richiama altri più famelici. Ben presto mi ritrovo con la schiena appoggiata al letto e il suo corpo sopra il mio. Le sue mani accarezzano il mio corpo con desiderio.

"L'abbiamo appena scampata e già ti fiondi su di me?" Prendo fra i denti il labbro inferiore di Yago.

"Un modo bizzarro per festeggiare." Dice, mentre i nostri vestiti finiscono uno ad uno sul pavimento.

-

Quando rientro a casa mia sono ormai le otto e, diversamente da ciò che mi aspettavo, i miei genitori sono usciti per cena. Trovo un piccolo biglietto sul bordo del tavolo in cucina: "Io e papà siamo fuori a festeggiare l'anniversario. Ci vediamo più tardi, baci."

Decido di ordinare una pizza, ma prima di telefonare al fattorino, penso sia il caso di chiedere a mio fratello se vuole mangiarla anche lui. Salgo al piano di sopra e busso alla porta di camera sua.

Si affaccia subito e noto che indossa già il pigiama: un completo grigio antracite semplice. E' scalzo e l'odore del dopo barba mi arriva al naso. Probabilmente è da poco uscito dalla doccia.

„ After the deal "Where stories live. Discover now