Capitolo 4

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La scuola sarebbe iniziata da lì a tre giorni e io non potevo sentirmi più angosciata di così al solo pensiero

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La scuola sarebbe iniziata da lì a tre giorni e io non potevo sentirmi più angosciata di così al solo pensiero. Rivedere tutte quelle facce ogni giorno, per più di cinque ore e per otto mesi consecutivi mi dava alla testa.

La mia unica salvezza era stato quello stage in California, una folata di aria fresca in tutto quel caldo asfissiante, peccato che era durato così poco.

Le cose belle ci sembravano sempre troppo effimere, come se non avessimo il tempo di godere a pieno ogni emozione, quasi da sembrare irreale.

Ero seduta in veranda con un bel libro tra le gambe e gli ultimi biscotti della mamma affianco.

«Spiegami un po' come Joshua non sia uscito con quella ragazza alla fine».

Ridacchiai al telefono, mentre parlavo con Kaycee. Era la mia coinquilina in California e mi aveva chiamato per sapere come stessi, aggiornarmi anche su quel che mi ero persa in quei giorni lontana da loro.

«Lo sai che è sempre strano...» Immaginai i suoi occhi azzurri alzarsi al cielo.

«Penso sia solo timido».

Il nostro gruppo era formato da sei persone, ma spesso ci dividevamo e solo in pochissime occasioni riuscivamo a uscire tutti insieme. Per gli impegni dello stage era dura ritagliarsi troppo tempo libero. Così avevo legato maggiormente con Josh e Kaycee, che si piacevano l'un l'altra, ma che non avevano mai trovato il coraggio di rivelarlo all'altro.

«Non sono strano!» sentii dall'altro capo del cellulare, mentre un dolce venticello estivo ma pungente per l'inizio dell'autunno mi spettinava i fili biondi.

Lei scoppiò a ridere e immaginai che fosse contenta per non aver incontrato la cameriera che gli aveva lasciato il numero sull'avambraccio. «Non era quella giusta», cantilenò poi, frase che ripeteva da sempre.

«Ha ragione, deve preservarsi per la "principessa rosa"». Me ne uscii con quella battuta talmente squallida che per poco non andai in bagno per pulirmi la bocca con il dentifricio.

«Principessa rosa?»

Non avevano capito. «Be', se esiste il principe azzurro...» Lasciai la frase in sospeso, sperando che così fosse più comprensibile.

Kaycee rise a quel punto e immaginai il viso di Josh tutto imbronciato. «Non prendetemi in giro, sono un ragazzo serio io!»

Ridacchiai ancora, mentre continuavano ad aggiornarmi sugli ultimi scoop del nostro gruppo, nonostante in tre giorni non fosse successo niente di che.

Sapevo di mancargli, altrimenti non mi avrebbero descritto nel dettaglio anche il frappè che avevano bevuto quella mattina. Ero molto legata a loro, insomma eravamo stati insieme per un anno intero e avevamo praticamente vissuto nella stessa casa. Eppure, dopo tutto quello che era successo, non ero riuscita ad aprirmi più di tanto con loro e non sapevano quasi niente di me, solo il minimo indispensabile.

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