Capitolo 20

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Come se non bastasse Seth era seduto al mio fianco e il suo profumo invadeva le mie narici per la seconda volta in meno di mezz'ora

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Come se non bastasse Seth era seduto al mio fianco e il suo profumo invadeva le mie narici per la seconda volta in meno di mezz'ora. Detestavo il fatto di reagire in modo così evidente alla sua vicinanza, ma purtroppo il suo corpo non era affatto brutto da vedere ed io non potevo farci assolutamente niente.

Eravamo tutti a tavola, io, Seth, Alan, Justin, Zack e mia madre, aspettando di mangiare le prelibatezze preparate da Anne, che appena le portò si mise di fronte a me. Papà invece era fuori per lavoro.

La mamma iniziò a parlare con Alan, che sfortunatamente era capitato alla sua destra, dovendo così subirsi tutto l'interrogatorio sulla scuola, le lezioni, i suoi genitori (soprattutto loro) e qualche ipotetica ragazza.

Mi guardò dolorante ed io cercai di soffocare una risata dietro il tovagliolo. Gli mandai un messaggio, facendogli sapere quanto stessi godendo di quella situazione così asfissiante per lui.

Alan prese il telefono, ma si accigliò non appena lesse qualcosa. Non poteva essere la mia notifica. Poi sbarrò gli occhi e anche la bocca.

«Cosa?» Sussurrai, curiosa di sapere cosa avesse appena letto.

«Ethel mi ha scritto che ha appena visto Noah Brown con un occhio nero, gonfio e un naso rosso».

Ovviamente lo sentirono tutti e subito si zittirono per ascoltare meglio quello scoop. Lì era pane per i loro denti, anche per un piccolo bambino che non aveva neanche dieci anni.

«Ha detto che credeva potessi essere interessata visto che...» Si bloccò, rendendosi conto chi avesse effettivamente davanti, ossia mia madre e mio fratello.

«Questi ragazzi di oggi, sempre così violenti», iniziò mia madre con disappunto e totalmente contrariata a quel "modo" di risolvere le cose.

Distolse l'attenzione dall'interruzione di Alan, ma io ormai ero persa nei miei pensieri e mi chiesi come diamine potesse esser successa una cosa del genere.

Nessuno avrebbe preso a pugni Noah, a patto che qualcuno l'avesse fatto, anche perché faceva parte della squadra di hockey, quindi doveva esser stato uno dei suoi compagni.

Ma chi e perché?

Mi girai verso Seth per qualche secondo con l'idea che potesse esser stato lui... per me. Ma vedere il suo profilo contratto e imperturbabile, mi fece distogliere subito lo sguardo.

Figuriamoci...

«Seth? Tu ne sai qualcosa?» Chiese Alan, esternando la domanda che io non avrei mai auto il coraggio di tirar fuori.

«Il disco può essermi scivolato un paio di volte sulla sua faccia mentre ci allenavamo».

Rimasi di sasso di fronte quella confessione, ma in fondo non c'era colore nella sua voce, quindi poteva aver sbagliato la mira per errore.

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