Capitolo 13

13.5K 562 71
                                    

Ero furibonda, se avessi scoperto il colpevole di tutto quello gliel'avrei fatta pagare molto cara

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ero furibonda, se avessi scoperto il colpevole di tutto quello gliel'avrei fatta pagare molto cara.

Come si permetteva quella gente ignorante, arrogante e vigliacca di causare problemi ulteriori a qualcuno che se ne stava tutto tranquillo per i fatti suoi... magari con qualche sostanza in più nel sangue, ma pur sempre in disparte?

Ma al momento non ero proprio in gran forma per fare qualsiasi cosa, né tanto meno ascoltare Alan.

«Quindi mi stai dicendo che in una sola notte sei riuscita a farti "drogare", sbronzare, scopare senza accorgertene e portare a casa mia da mio fratello uscendone illesa? Non posso lasciarti per 12 ore che mi combini un totale casino!» Ed ecco la terza, se non quarta, ramanzina della giornata.

«Cerca di abbassare un po' quella cazzo di voce». Mi portai entrambe le mani alla testa, come per sorreggerla, dato che la sentivo più pesante di un macigno. «E non sono andata a letto con nessuno, me ne sarei accorta dopo, no?»

«E che ne so!» sbottò lui dopo qualche secondo di meditazione, come se davvero volesse rispondere alla mia domanda retorica.

«Ma è ovvio che non lo sai, se fossi stato nella mia stessa situazione non te ne saresti neanche accorto». Eravamo seduti al Virus Caffè con due frappé al cioccolato davanti, come per annegare le nostre pene in un delizioso effimero piacere.

«No, fidati, me ne sarei accorto».

A quelle parole alzai la testa di scatto e sbarrai gli occhi. «Oh mio dio! Che cosa non mi hai detto, ingrato di un amico?!» alzai la voce, sgomentata da quella notizia inaspettata.

«No, non è come pensi». Diventò rosso come le poltrone in pelle sulle quali eravamo seduti.

Ed ecco che l'Alan che avevo sempre conosciuto sbucò fuori, ingenuo, dolce, sensibile e impacciato, proprio come piaceva a me. Non riuscii a non guardarlo con tenerezza, solo al pensiero di tutto quello che aveva passato, una gioia se la meritava eccome.

«Immagino solo».

«Non c'è nessuna all'amo?» chiesi, ricomponendomi.

«No». Tirò i muscoli del viso e capii da quell'impercettibile movimento che mi stava dicendo una bugia, come aveva sempre fatto.

«Ah, caro, dopo tutto questo tempo insieme dovrai aver pur capito che ti conosco come le mie tasche. So quando menti». Ammiccai e mi misi in "posizione di ascolto gossip".

«Te lo dirò un'altra volta, ora il tuo problema è più importante. Ti rendi conto che qualcuno ha messo in giro questa falsa voce, a meno che tu non sia andata davvero a letto con Ryan?» Cambiò discorso, ma lo lasciai fare, anche perché avrei placato la mia curiosità in un altro momento.

«Sì, lo so, il fatto è che mi hanno vista salire davvero in macchina di Ryan, solo che ero con tuo fratello, dato che siamo andati alla festa insieme. Quindi si saranno fatti strane idee, anche se mi sembra strano che siano saltati subito a conclusioni affrettate».

Chains Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora