Capitolo 22

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Un brusio indistinto sopraggiunse alle mie orecchie, si confuse con i sogni che riempivano la mia mente e non riuscii a distinguere la verità dalle fantasie

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Un brusio indistinto sopraggiunse alle mie orecchie, si confuse con i sogni che riempivano la mia mente e non riuscii a distinguere la verità dalle fantasie.

Fiamme danzanti, voci lontane, tepore degli intimi ricordi, parole sussurrate e urlate.

La realtà mi sembrava così lontana, volevo solo perdermi nell'oblio del mio passato, almeno non era così spaventoso come l'incerto futuro. O forse no...

Poi un suono familiare arrivò nitido, urlava il mio nome.

Sbarrai gli occhi e mi misi seduta di scatto, credendo per un momento di esser ancora tra le braccia di Morfeo, dato che davanti a me il buio vinceva sui flebili bagliori di luce. Disorientata, cercai di capire dove fossi e poi ricordai della casa incendiata e del mio pisolino.

«Blaire!» sentii urlare di nuovo.

Era Alan che mi chiamava e dalla voce percepii l'affaticamento.

Mi alzai e a tentoni provai a farmi strada tra l'ammasso di polvere, cenere e marciume. Mi sporsi dalla finestra, dove sembrava provenire il suo suono, e aguzzai la vista, dovendo ancora riprendermi dal sonno. Ormai era buio, una di quelle sere senza stelle a illuminare la vita al di sotto e mi sorpresi del tempo che avevo impiegato per dormire, non mi succedeva mai.

«Alan! Sono qui». Scavalcai e sgusciai fuori da quella che un tempo era una finestra, ormai carbonizzata e priva di vetri. Corsi incontro a lui e mi arrestai non appena vidi al suo fianco Seth e altre due ragazze.

Oh, diamine.

«Oh bene, ora posso andare tranquillamente a casa», disse Crystal con voce teatrale, portandosi una mano sulla fronte, come per indicare un imminente mancamento. Che stupida ragazza. «Non sarei neanche venuta se mia madre non mi avesse obbligata», la sentii borbottare, mentre suo fratello venne ad abbracciarmi.

«Stai bene?» mi chiese ancora allarmato.

«Sì, perché non dovrei stare bene?»

«Blaire, non sei ritornata a casa dopo scuola... erano tutti preoccupati».

«Ah, si? Ne dubito», sussurrai.

«Io non avevo tue notizie da un po'». Mi tenne stretta ancora per molto e quasi mi imbarazzai davanti a Seth e quella ragazza.

Ma chi diavolo era?

Lui sembrò leggere il mio sguardo perplesso e mi fece l'occhiolino. «Lei è Bella Mitchell, è arrivata l'anno scorso nella nostra scuola».

La presi subito in antipatia, non seppi il perché, forse perché aveva un aspetto impeccabile anche dopo probabilmente ore di camminata? O forse per l'occhiolino di Alan che sottintendeva dell'altro? O probabilmente perché non mi aveva assolutamente detto niente di lei e della "cosa" che c'era tra di loro? Perché era ovvio che ci fosse.

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