Capitolo 8

15.7K 635 136
                                    

Vedere il mio migliore amico correre come una femminuccia alle prese dei saldi di fine stagione era una scena a dir poco esilarante

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Vedere il mio migliore amico correre come una femminuccia alle prese dei saldi di fine stagione era una scena a dir poco esilarante.

Alan aveva una maledetta paura dei grilli, del resto facevano parte della categoria di insetti che potevano davvero farti del male. Quella sera era saltato sul tavolo allestito a festa e non appena lui l'aveva visto aveva iniziato a urlare.

Mio padre aveva organizzato una grigliata per la fine dell'estate, come accadeva purtroppo ogni anno, aveva invitato i vicini e quindi anche tutte le amiche della mamma. Era un'occasione alla quale tutti volevano partecipare e se venivi invitato allora potevi considerarti amico stretto della mia famiglia e quindi una delle persone più influenti di Aroundsville.

Tutti i presenti nel salone e nel giardino erano a capo di aziende e in possesso di capitali inimmaginabili, ecco perché la nostra città se pur piccola era conosciuta in tutta l'America. Eppure ancora non avevo capito il perché tanta gente, compresi i miei genitori, avessero deciso di vivere lì e non in qualche posto nel mondo più gradevole e con gente con il QI più alto di quella banda di caproni.

Ma ritornando al mio migliore amico che correva come una fanciulla in pericolo sulla sua torre, ovvero la mia stanza, inseguita da un grosso drago, cioè il minuscolo grillo, non si poteva dire di certo che lui facesse parte di tutta quella marmaglia, nonostante le apparenze non del tutto a suo favore.

Io e Alan c'eravamo sempre distinti da tutto quello, nonostante i nostri genitori ci obbligassero a partecipare a feste, balli di beneficenza, raccolte fondi e via dicendo.

Mi rifiutai di seguirlo nella mia camera, ma lui per fortuna si fermò dietro la finestra in veranda.

«Togliete quel coso da là e mandatelo via!»

I signori Stevenson alzarono gli occhi al cielo, abituati a vedere tutto quello che poteva combinare in presenza di grilli, o peggio, cavallette. Gli altri invece erano solo sorpresi e alcuni spaventati dalla sua reazione, tranne chi lo conosceva bene.

Così Seth prese un tovagliolo di carta, con un sospiro talmente grande e profondo da gonfiargli tutto il petto.

«Però non ammazzarlo», lo istruì il fratello, che nonostante tutto si sarebbe dispiaciuto se uno di loro fosse morto.

Quando il problema grillo fu risolto, Alan intimorito venne a sedersi di nuovo al mio fianco, tra me e suo fratello.

Crystal ancora una volta non si era presentata e non potei che gioirne. Sarebbe andato tutto per il meglio se quella vipera della signora Andrews, stretta amica della mamma, non avesse iniziato a indagare sulla mia vita sentimentale e il coinvolgimento della famiglia Stevenson.

«È da molto tempo che non ci vediamo, mia cara, mi hanno detto che in California ti sei trovata molto bene. Quando sei ritornata qui ti avrà fatto molto piacere riabbracciare il tuo ragazzo, no?» mi chiese quella vecchia bisbetica, sorseggiando il vino e sistemandosi i capelli rossi, sbiaditi da qualche ciocca bianca. I suoi occhi verdi mi scrutavano e il suo sorrisetto urtò il mio sistema nervoso.

ChainsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora