House of Cards || ITA || sugamins

Damn Good Bluffer || Pt.1 ||

"Tocca a te."

Tra tutte le cose che Taehyung aveva pensato di voler rimpiangere di aver sentito non immaginava che una di esse fosse quest'ultima. Logicamente avrebbe dovuto essere spaventato da molte altre parole, le solite e le più oscure. Qualcosa del tipo "Hai il cancro" per esempio, o anche del tipo "Non urlare, non voglio farti del male". Un'altra paura piuttosto forte in lui, che supponeva provenisse da molte altre, era sentire le parole "Abbiamo fatto del nostro meglio per salvarlo, ma purtroppo suo padre è morto, Mr. Kim."

Ma "Sei sveglio"? Perché? Erano soltanto due parole e lui già avvertiva l'inconfortabile sensazione di terrore lo attraversava.

Era passato tranquillamente del tempo dall' ultima volta che aveva provato quella sensazione, probabilmente fu durante il periodo di tempo nel quale ha sostenuto il suo esame d'ammissione nelle forze armate. Taehyung ricorda sé stesso seduto al banco, appena uscito dalla scuola superiore con una penna in mano e una serie di fogli davanti a lui; fogli che avrebbero determinato la sua ammissione o non ammissione nelle forze. Per molti adolescenti più grandi che avevano avuto la sua età, era stato un esame d'ammissione per il college quello che avevano sostenuto, carico di terrore. Ma per lui era stato un' esame di ammissione nelle forze armate, poiché un' insuccesso avrebbe rovinato le sue aspirazioni e i suoi progetti futuri. Ecco perché era così spaventato allora.

Ora il suo stomaco provava le stesse sensazioni di allora. Sentiva il suo stomaco che si stringeva e contorceva all'interno del suo corpo, come se fosse stretto in un pugno. Facendo così in sincronia con il suo stomaco, anche  la gola che pure sembrava limitata alla larghezza di una cannuccia. La pelle di Taehyung era piuttosto calda per il riscaldamento del piano all' interno dell' ufficio del dipartimento eppure ora era decisamente freddo. Era intenzionato a sbottonarsi per il sudore? Lui non ne era sicuro ma si sentiva come se lo avrebbe fatto. Una fredda e appiccicaticcia goccia di sudore scorreva sulla sua pelle e essa poteva essere descritta solo come goccia di terrrore.

Namjoon lo guardava come se nulla di importante stesse accadendo. Perché lui potrebbe pure aver chiesto se poteva entrare nel database e aver cambiato un' annotazione per il ragazzo, giudicandolo per lo sguardo piuttosto calmo che aveva sul viso. Mentre Taehyung studiava i file con la testa appoggiata nell' incavo del suo gomito lui si era spostato per sedersi sulla sua scrivania. Namjoon non aveva spostato la sedia mentre si alzava e si era comportato in maniera professionale. Si era solo appoggiato con la schiena sulla sua scrivania, con i bordi di essa che scavavano nel retro delle su cosce e il fondo dei suoi pantaloni neri che si strofinava contro il legno. Aveva collocato i file accanto al suo computer, aveva incrociato le braccia sul suo petto e aveva guardato in basso verso il ragazzo.

Taehyung rapidamente capì perché doveva scegliere senza dubbio la sua postazione dall' altro lato della stanza. La posizione che aveva assunto lo faceva sembrare più potente, più autoritario. Doveva guardare in alto per vederlo così sembrava che lui fosse molto in basso rispetto all' uomo di fronte a lui. In quel momento si sentiva come se fosse in ginocchi davanti a lui piuttosto che seduto a un banco. 

Questo era l' effetto della sua ombra che si proiettava oltre il computer del ragazzo e il suo sguardo bruciava su di lui.

Dio, si sentiva come una formica davanti a lui in quel momento. Una piccolissima e insignificante formica all' ombra di un tacco imponente che aspettava solo di essere calpestata da questo.

"Mi scusi?" Taehyung chiese, sollevando le sopracciglia e guardandolo, sperando che il gesto sembrasse di confusione e non di accondiscendenza. L' unica cosa che non voleva in quel momento era mostrarsi irrispettoso verso di lui. Anche se non era  tecnicamente il suo superiore non voleva di certo farlo incazzare. Non ora, né per l' eternità.