43. Sepolto

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Tanto tempo è passato da quando sono stato qui rinchiuso, come un mostro terribile, per scontare i miei peccati.

Uccisi, uccisi, e uccisi ancora.

Il primo fu un bambino, non ricordo il suo nome. Lo rapii e ricattai la sua famiglia, fino a spingere al suicidio il padre. Poi, dopo che ebbe adempiuto al suo scopo, me ne liberai. Poi uccisi un'altra persona, cioè la madre del bambino, che voleva farmela pagare. Stupida.

Dopodichè il sangue divenne come una droga. Se si comincia a spargerlo, non si riesce più a smettere. Mi macchiai di molti altri orrendi delitti, incluso l'omicidio di un'intera famiglia e dei loro animali, che ora riposano qui, dove sono confinato.

Ma certo, uno spietato assassino come me non poteva restare libero a lungo, infatti dopo il terzo omicidio cominciarono a mettersi sulle mie tracce. Ne uccisi due dei loro, che come gli altri qui dormono nel loro sangue. Ci volle l'intervento del capo della polizia, e del neonato team mafioso, che ancora mafioso non era, per fermarmi.

Mi volevano condannare a morte, ma purtroppo la pena capitale non era più in vigore. Qualcuno propose di rimetterla solo per me, ma per mia fortuna (o sfortuna?), proposero un'altra soluzione.

Mi rinchiusero qui, per placare la mia ira e fermare la mia crudeltà.

Sono rinchiuso qui da secoli, con un destino peggiore della morte: condannato a vivere una vita dannata, solo e senza possibilità di morire.

Ho fame, tanta fame. E la mia ira non si è placata. Senza nessuno su cui sfogarmi, ho dovuto adattarmi. Ora ho ucciso qualunque essere vivente abitasse in questa torre. Di essi rimangono solo le anime. Come compagni e unici amici ho dei morti che, come me, sono condannati a stare qui.

La mia pena è infinita, non solo hanno cercato di farmi morire di fame, ma anche, dopo che ho sterminato ogni cosa in questa torre, mi hanno sepolto.

Ora vi do un consiglio: se troverete un'insulsa cittadina, senza niente di che, con solo una torre-cimitero, andatevene. E non entrate nella torre, per nessuna ragione al mondo. E non cercate mai, e poi mai, tracce di un assassino lì rinchiuso. Non lo troverete.

Ora ho un nuovo nome:

Buried Alive

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