4 - and the mome raths outgrabe.

645 77 62
                                    

Mentre portava lentamente la tazzina di porcellana alle labbra, sorseggiando il tè con calma e infinita nonchalance, il ragazzo pareva non fare affatto caso alle otto paia di occhi ancora puntati su di lui. Nè, se è per questo, agli otto ragazzi ai quali quegli occhi appartenevano, disposti di fronte a lui quasi a semicerchio, come nel tentativo di tenerlo in trappola, dato che alle sue spalle, oltre lo schienale della poltrona, aveva solo il muro.

Dopo un tempo che ai ragazzi parve infinito, l'autonominatosi Jabberwocky allontanò finalmente la tazza, tenendola per alcuni istanti tra le mani.
A quel punto sollevò lo sguardo vermiglio e un piccolo brivido attraversò la colonna vertebrale di tutti i presenti nel momento in cui dischiuse le labbra, certi che stesse finalmente per rivelare loro qualcosa riguardo la scomparsa di Satoshi.

- Devo ammettere... - Iniziò mentre lentamente percorreva con lo sguardo i volti di tutti i presenti, i quali lo osservavano con sguardi pieni di stupore e aspettative. Quindi si fermò sul Mad Hatter e schioccò la lingua, sorridendo leggermente. - Che questo tè è davvero ottimo. -

Sospiro di gruppo.

Kazuto borbottò un modestissimo "e ci mancherebbe, visto che l'ho fatto io", quindi il diciannovenne dai capelli verde fluo portò nuovamente la tazzina davanti al viso e ricominciò a bere a piccoli sorsetti.

Ogni sorso di tè che entrava nella sua bocca, era un pizzico della pazienza dei presenti che faceva le valige e partiva per un viaggio di non ritorno.

Ma non dovevano fare mosse azzardate, lo sapevano bene.
Le madri di Akane avevano insistito molto su questo punto (benchè loro stesse si fossero mostrate apertamente scettiche di fronte alla possibilità che quei ragazzi potessero davvero essere capaci di un po' di autocontrollo).
Ma solo quel ragazzo sapeva dove si trovasse Satoshi in quel momento, quindi era meglio fare in modo che rispondesse alle loro domande di sua iniziativa, perchè se avessero provato a costringerlo, avrebbe anche potuto indispettirsi e decidere di non parlare più.

Ma era difficile.
Era incredibilmente difficile resistere alla tentazione di infilargli un imbuto in bocca e fargli bere il tè rimasto tutto d'un fiato.
Hajime ne sapeva qualcosa, considerando che conosceva esattamente il luogo nel quale si trovava l'imbuto in quel momento (gli era servito un paio di mesi prima per fare qualcosa che gli era costato una settimana di isolamento e un'occhiataccia da parte di Satoshi, combinata alle sue braccia incrociate al petto e le sopracciglia inarcate, giusto in caso non si fosse capito quanto la cosa lo avesse contrariato. Ma meglio non entrare nei particolari, basti sapere che quella volta Shun aveva fatto un commento di troppo...).

Distogliendosi dai suoi pensieri, il Cheshire Cat tornò a rivolgere la propria attenzione verso il Jabberwocky, notando con un certo stupore che aveva appena finito di bere l'ultimo goccio di tè rimasto.

- Davvero ottimo. -

Ripetè il ragazzo tra sè e sè mentre annuiva leggermente con il capo, per poi sollevare lo sguardo verso gli altri, soffermandosi per un istante su Hajime e rivolgendogli un lieve sorriso, per poi tornare su Kazuto.

"Non oserà..."

Pensò il Cheshire Cat rabbrividendo, e con lui anche gli altri sette ragazzi presenti.

A quel punto il Jabberwocky sollevò lentamente gli angoli della labbra, quasi avesse letto nella loro mente e stesse rispondendo: "eccome se oso".

- Mad Hatter... - Chiamò mentre sollevava il braccio, allungando la tazzina da tè verso di lui. - Me ne potresti portare dell'altro? -

E a quel punto la pazienza di uno dei presenti finì.

Di chi?

Sorprendentemente proprio del più improbabile.

The JabberwockyWhere stories live. Discover now