27 - all mimsy were the borogoves,

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Sai Alice, inizio a pensare che non tu non ti sia ancora reso conto della situazione nella quale ti trovi.

Hai mai giocato a scacchi? Se l'hai fatto saprai di sicuro cosa intendo quando dico che pur di salvare la regina sarei pronto a sacrificare tutti gli altri pezzi.

Sapevo che facevo bene a prendere anche te.

Ottimo lavoro. Beh, in fondo non mi aspettavo niente di meno da te... Alice.

- Satoshi! -

Il ragazzo si risvegliò con un sussulto.

Una volta aperti gli occhi, si guardò intorno spaesato per alcuni istanti, cercando di capire cosa stesse succedendo.
Quindi vide il volto preoccupato di Hajime e il paesaggio buio che scorreva oltre la finestra alle sue spalle.

Erano le undici di notte e si trovavano su un treno.
Avevano preso il primo che avevano trovato che si fermasse a Mitsuda.
Essendo notte fonda, Satoshi capì di essersi addormentato, ma non appena provò a ricordare in cosa consistesse il sogno che aveva appena fatto, venne colto da un'improvvisa fitta al capo, che lo costrinse a rinunciare.

- Tutto bene? -

Chiese Hajime, continuando ad osservarlo con quell'espressione piena di angoscia.

- Sì, perchè? - Chiese il biondo, la voce ancora leggermente impastata dal sonno. - E poi perchè mi hai svegliato? Siamo arrivati? -

- No, manca ancora un'ora e mezza. - Rispose il ragazzo. - Ti ho svegliato perché stessi facendo un incubo. -

- Davvero? -

Ribattè Satoshi, sforzandosi ancora una volta di ricordare in cosa consistesse il suo sogno.
A quel punto però si ritrovò improvvisamente la manica della felpa del fidanzato sul viso e realizzò con stupore di avere le gote bagnate, come se avesse pianto nel sonno.

E allora ricordò con un brivido in cosa fosse consistito il suo incubo.

- Hai sognato lui, vero? -

Chiese il Cheshire Cat in un bisbiglio e Alice gli rispose con un breve cenno del capo.

Ma non era tutto, affatto.
Non c'era solo Humpty Dumpty nel suo incubo, ma anche molto altro, forse ricordi persino peggiori a quelli che riguardavano direttamente il direttore del circo.
Erano state molte le cose che aveva dimenticato di quei giorni, la sua mente aveva cancellato quanto più aveva potuto per impedirgli di impazzire una seconda volta, però c'erano cose che semplicemente non riusciva a dimenticare, per quanto si sforzasse.

La sensazione della lama che scivola nella carne.
La consapevolezza di non poter compiere un solo passo falso.
L'odore intenso e aspro del sangue, insieme alla sensazione a dir poco nauseabonda di averne le mani e il viso completamente imbrattati.

Certo, il più delle volte riusciva a non pensarci, ma quei ricordi erano sempre tutti lì, pronti a tornare a galla alla prima occasione.
E in quel momento in particolare, avendo la consapevolezza che di lì a poco avrebbe rincontrato quello che era letteralmente il suo incubo peggiore, era praticamente impossibile non pensarci.

- Sto bene. -

Protestò, nel momento in cui Hajime gli prese la mano e iniziò ad osservarlo in silenzio con quello sguardo preoccupato, come invitandolo a raccontargli cos'avesse sognato di preciso o semplicemente a sfogarsi con lui finchè non si fosse sentito un po' meglio.

The JabberwockyWhere stories live. Discover now