17 - One, two! One, two! And through and through!

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Nel momento in cui il Dodo si svegliò, tre furono le cose che realizzò all'istante:
che qualcuno stava gridando ripetutamente, oltre che in tono agitato e incredibilmente isterico, le parole: "è morta";
che il sacco a pelo del Gryphon in quel momento era vuoto;
e infine che il grido proveniva dal piano di sopra, dove Megumi aveva dormito quella notte.

Prima di rendersene conto, il ragazzo era scattato in piedi e subito, seguito da tutti gli altri, si precipitò verso la rampa di scale, salendo i gradini tre per volta e percorrendo poi di corsa il corridoio per raggiungere la camera per gli ospiti, nella quale quella notte avevano dormito, oltre a Megumi, anche Kazuto, Shun e Akane.

- È morta! -

Stava continuando a gridare una voce maschile, proveniente proprio da quella stanza.

Era strano però che fosse solo una persona ad urlare. Se lì dentro era stato ucciso qualcuno, non avrebbero dovuto agitarsi anche gli altri?

Al momento però Takeshi non fece affatto caso a questo particolare e così, con gli occhi sbarrati dal terrore e il cuore che batteva all'impazzata, abbassò la maniglia, spalancando la porta con talmente tanta forza da farla andare a sbattere violentemente contro la parete.

Alle sue spalle si accalcarono subito tutti gli altri, accorsi anch'essi per vedere cosa fosse accaduto, sporgendosi e spingendolo per osservare all'interno della stanza.

Ma nel momento in cui tutti realizzarono cosa fosse davvero accaduto, scese il silenzio più assoluto.
O meglio, c'era ancora qualcuno che continuava ad urlare "è morta", ma ad eccezione di quella singola persona, nessuno diceva nulla.
Era indubbio però che nella mente della maggior parte dei presenti si stessero affacciando non pochi istinti omicida in quel momento.
In particolare per quanto riguardava il Dodo.

- È morta! -

Continuava a urlare Shun in lacrime.

- E basta! - Esclamò d'un tratto Kazuto, il quale fino a quel momento aveva provato ad ignorare quel baccano chiudendo gli occhi e premendosi i palmi delle mani sulle orecchie, scendendo dal letto e afferrando il ragazzo per le spalle, facendolo voltare verso la porta. - Vedi? Hai fatto prendere un infarto a tutti. Ora smettila di urlare. -

- Lasciami, assassino! - Si dibattè il March Hare, sfuggendo dalla presa del fidanzato e gettandosi a terra in ginocchio, tornando a piangere sul cadavere, o meglio, sui cocci di quella che un tempo era stata una lampada. - L'hai uccisa! -

- È stato un incidente. -

Ribattè il Mad Hatter in un borbottio, incrociando le braccia la petto e distogliendo lo sguardo.

- Non è vero! Il tuo è stato un omicidio doloso premeditato! Non l'avevi mai sopportata! - Esclamò il moro alzandosi in piedi di scatto e puntando l'indice contro il petto dell'altro. - E io troverò le prove che lo dimostrano, fosse l'ultima cosa che faccio! -

- Ehm... Scusa se mi intrometto, ma direi che le prove sono abbastanza evidenti. -

Si intromise Megumi, la quale, seduta a gambe incrociate sul letto, stava seguendo la scena con calma e interesse, come se si trovasse di fronte ad una rappresentazione teatrale.

Shun a quel punto si voltò verso di lei, aggrottando la fronte perplesso nel sentire le sue parole.
Così la ragazza si alzò e si avvicinò ai due, infilando con un gesto fulmineo una mano nella tasca dei pantaloni di Kazuto e tirandone fuori un martello.

- L'arma del delitto. -

Annunciò mentre consegnava l'oggetto al March Hare, per poi tornare subito a sedersi sul letto, per continuare ad osservare da lì lo svolgersi di quella strana parodia di un poliziesco.

The JabberwockyWhere stories live. Discover now