13 - And as in uffish thought he stood,

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(4 mesi prima)

- D'accordo Alice, allora come promesso ci rivedremo nel Paese delle Meraviglie... A presto. -

Che significa?
Per caso stiamo ancora giocando?
Possibile che non si siano ancora stancati dopo tutto questo tempo?

Provo ad aprire le labbra per parlare, o perlomeno ad aprire gli occhi, ma non riesco a muovere un solo muscolo.

Che abbia esaurito tutte le forze che mi erano rimaste semplicemente staccando quella maledetta spina?

Sento una porta aprirsi e poi richiudersi di scatto.
Il Dodo è andato via.
Ma dove?
Forse nel Paese delle Meraviglie, dove ha detto che ci saremmo rivisti?
Chissà dove si trova.

Passa un'infinità di tempo prima che io riesca ad aprire gli occhi.
In un primo momento sono costretta a richiuderli.
C'è davvero troppa luce.
Poi però ci riprovo e poco per volta riesco ad abituarmi.
Il soffitto che ho davanti non è il tendone del circo.
Dove sono?

Provo a sollevare una mano e dopo innumerevoli tentativi riesco a tenerla alzata davanti al viso.

Che schifo.

È pallida, sottile e si distinguono chiaramente tutte le vene bluastre.
Sembra fatta di carta.

Ma perchè il Dodo se n'è andato?
Un piccolo aiuto adesso mi avrebbe fatto davvero comodo.
Possibile che non ci sia nessun altro qui?

Niente da fare Alice, pare proprio che tu debba aiutarti da sola.

M fa schifo essere Alice.
Nessuno ti aiuta mai, devi sempre fare tutto da sola.

Com'è che mi chiamavo?
Il mio altro nome, intendo. Quello che mi sono data da sola.
Ora proprio non riesco a ricordare.
Oh beh, prima o poi mi tornerà in mente.
Almeno spero.

Ma quanto ho dormito?

Il sole sta tramontando quando finalmente riesco a tirarmi su a sedere.
Cosa sono tutti questi aghi infilati addosso a me?
Ora che ci penso, la spina che ho staccato prima...

Mi volto ed ecco lì i macchinari.
Non so bene cosa significhi, ma immagino non sia nulla di buono.
Ad ogni modo, se li ho spenti ormai tanto vale che me li stacchi questi aghi, no?

Guardandomi intorno capisco di trovarmi in uno studio medico, eppure alle pareti non sono appesi certificati o diplomi, ma solo foto di famiglia.
È il Dodo quello?

Vorrei avvicinarmi per vedere meglio, ma sono ancora seduta sul lettino, con i piedi a penzoloni nel vuoto, e temo che se provassi a posarli a terra non riuscirei a rimanere in equilibrio e cadrei subito.

Meglio evitare.

Mi brontola lo stomaco.
Nessun biscotto con su scritto "mangiami" nei paraggi, che disdetta.
Ma se questa è una casa, da qualche parte dovrà pur esserci una cucina.

Peccato solo che io sia confinata qui su questo lettino.

E se tornassi semplicemente a dormire?
Ormai questo materasso ha preso la forma del mio corpo, è incredibilmente comodo.
Ma no, basta dormire.
Ho già perso fin troppo tempo.

Con un balzo salto giù dal letto.
Come previsto però non riesco a tenermi in equilibrio e cado subito a terra.

Sento una fitta di dolore alle ginocchia e alla fronte, ma anzichè scoraggiarmi, questo dolore riesce a ridestarmi completamente.
Se provo dolore, significa che sono ancora viva.

Adesso ricordo.
La sensazione gelida della pistola stretta tra le mie mani.
Non mi pare di essere riuscita a colpirlo in un punto vitale, ma non perchè avessi sbagliato.
In realtà la mia mira è sempre stata perfetta, ho solo finto con tutti che non lo fosse perché odio usare le pistole.
In realtà l'ho fatto apposta a non ucciderlo, volevo solo disorientarlo.
Se lo rivelassi agli altri, probabilmente mi farebbero fuori loro.

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