Dakota 65

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Ero seduta sul divanetto in giardino, indossavo il prendisole che mi aveva regalato il mio James. Lo aveva scelto lui. Era bellissimo. Di lino bianco e le roselline rosse disegnate con estrema cura, dandole quel tocco elegante e ricercato. Era di Gucci, ed era un capo unico, per quanto io avessi insistito a non farlo spendere, lui si era impuntato che voleva regalarmi qualcosa di unico, che nessuno avrebbe mai potuto avere, qualcosa di suo, che esprimeva i suoi sentimenti per me. Mi aveva detto che le rose, rosse simbolo della passione, era una delle componenti maggiori del nostro infinito amore. Trovavo che avesse ragione e ne sarei sempre stata gelosa e attenta a non rovinarlo. Quello era il suo primo regalo, ed era pieno di sentimento. Sognavo ad occhi aperti, quando dopo un quarto d'ora mi raggiunse James. L'aroma del suo profumo virile arrivò alle mie narici ancora prima di vederlo. Mi solleticava i sensi, eccitandomi incontrollabilmente. Quando si accomodò di fianco a me, con una mano mi cinse la vita, trascinandomi possessivamente a mettermi sulle sue ginocchia. Aveva indossato i pantaloncini appena sopra il ginocchio, rossi, che mettevano in mostra quei bei polpacci virili e una camicia blu a maniche corte con i risvolti, che lui tanto amava, che avevo scelto io. Aveva riordinato i capelli e accorciato un po' la barba, era da togliere il fiato. Mi baciò con tenerezza la fronte, accarezzandomi delicatamente con una mano il braccio nudo, facendomi venire i brividi. -《Il mio prendisole ti sta davvero un incanto. Sei bellissima.》Mormorò pieno di passione, sia nel tono di voce che nello sguardo, facendomi contrarre le parti basse in modo smanioso. -《Anche tu non sei niente male. Anche se non mi hai permesso di regalarti nulla e non lo trovo giusto.》James sorrise divertito. -《Non mi va di farti spendere soldi. Mi hai già regalato la tua crema. È sufficiente.》-《Che c'entra, io voglio che tu porti qualcosa di mio. Come sto facendo io.》Replicai fingendo un po' di fastidio. -《Okay. Vorrà dire che prima di partire mi farò regalare qualcosa che potrò indossare.》Disse con dolcezza. Subito gli presi il viso tra le mani e lo baciai con trasporto.
Mi sentii felice come una bambina, che lui accettò la mia proposta. -《Allora... Cosa vuoi sapere?》Mi chiese con una certa ansia nella voce. -《Parlami di tua madre.》Dissi di getto. James fece un mesto sorriso, poi sospirò come per incoraggiarsi e i suoi occhi grigi guardarono oltre le mie spalle. Nel verde immenso del giardino. Erano fissi, malinconici, come se stesse per ricordare. Improvvisamente mi sentii invadere da un forte senso d'inquietudine. Forse avevo esagerato. Non avrei dovuto spingermi così in là. Stavo per scusarmi, quando lui iniziò a parlare. La sua voce profonda e calda era bassa e vibrava sul mio corpo attaccato al suo. -《Si chiamava Lorna... era una donna meravigliosa...
piena di vita, bellissima. L'amavo alla follia.》La sua voce s'incrinò di colpo, sentii una forte fitta al petto e un ansia crescente, volevo bloccarlo, non volevo buttare del sale su quella ferita ancora aperta. Ma avevo bisogno di capire. Dovevo sapere, visto fin dove volevamo spingerci. -《Era un ostetrica. È così che conobbe mio padre, ginecologo e ostetrico. Avevano molto in comune. Si amavano molto e si rispettavano. Non li avevo mai sentiti litigare. O se lo facevano erano troppo bravi a non farsi nè vedere,nè sentire.》I suoi occhi erano ancora altrove, in cerca di ricordi, mentre io mi trovai a prendergli una mano e stringendogliela con dolcezza. Lui contraccambiò la stretta sorridendomi e guardandomi per un attimo, poi tornò a fissare il paesaggio. Forse l'aiutava. -《Lei era l'unica a capirmi come nessuno. Mi coccolava e mi dava un amore incondizionato. Sapeva che mi sentivo insicuro per il mio aspetto gracilino, la mia timidezza e il mio problema d'asma. Tutti a scuola mi prendevano in giro per l'asma, il mio fisico e la mia insicurezza. Ma lei mi dava sempre coraggio. Le mie sorelle poi... mi trattavano sempre come una femminuccia: mi trattavano come un bambolotto e mi mettevano nel passeggino delle loro bambole. Per non parlare del nome.》Eccoci. Finalmente me ne avrebbe parlato.
Guardò un attimo in basso e poi mi fissò serio. -《Liesa mi ha detto cosa vi siete dette quella sera. Quindi so che ti ha accennato del nome.》-《Sì. Ma non mi ha detto perché tu ci tieni così tanto che io lo faccia.》Lo incitai. Lui fece un mezzo sorriso, stavolta tenendo gli occhi incollati ai miei. -《Perché ti amo. Non è un motivo abbastanza valido per te? Pensavo l'avessi intuito.》Lo fissai inebetita, con la bocca semi aperta, non sapendo cosa dire. -《Per tutti sono sempre stato Jamie. Tranne che per mia madre. Lei mi amava e capiva quanto significasse per me essere chiamato con il mio vero nome. Volevo sentirmi maschio. Jamie è bisex e mi sentivo perennemente incastrato ad essere uno sfigato. Lei mi faceva sentire maschio. Sapeva cosa di cosa avevo bisogno per darmi maggiore autostima e lo faceva.》-《Ma scusa, perché non diceva anche alle tue sorelle e a tuo padre di fare lo stesso?》Chiesi interrompendolo di colpo. Lui sorrise. -《Con le mie sorelle era tempo perso. Mio padre ormai era abituato a chiamarmi Jamie.》-《Tu per me sei uomo comunque James. Anche se dovessi chiamarti Jamie. La tua virilità salta agli occhi, senza bisogno di tante cerimonie.》-《Io per te voglio essere solo James. È una cosa nostra. - Esclamò con la fronte aggrotrata e il tono che non ammetteva repliche. - Mio padre si chiama James. Ma per tutti lui è Jim. - Fece una pausa, respirando fortemente e fissandomi con intensità. - Solo mia madre lo chiamava James. Neanche Samina che è la mia matrigna lo chiama in quel modo. Anche per lei, lui è Jim. Mia madre era troppo importante per lui. Io porto il nome di mio padre, ma lei ci chiamava allo stesso modo. - Tremai interiormente e tutto mi fu improvvisamente chiaro e cristallino, come mai prima d'ora. - Prima di morire mia madre mi disse che la donna della mia vita, la mia anima gemella, mi avrebbe chiamato con il mio vero nome. Che non l'avrei chiesto io. Ma che l'avrebbe fatto di sua spontanea volontà. - Corrugai la fronte, riflettendo. - Quel giorno sul set, ti ricordi che appuntasti il mio nome? Il mio vero nome.》Riflettei ancora, James mi scrutava in attesa. Poi ricordai. -《Sì. Ricordo. Poi lo cancellai.》-《Esattamente. Io mi registrai sul tuo iPhone James per vedere se avessi riprovato.》-《E io lo feci mentre facevamo l'amore...》Dissi con aria assorta, ripensando a quel momento. Lui mi riprese il mento tra il polliceve l'indice e mi fissò con amore. -《E tu non puoi neanche immaginare la gioia infinita, l'emozione immensa che mi si scatenò dentro in quel momento così intimo e profondo. Non poteva esserci momento più giusto, amore mio. - Mi sentii improvvisamente emozionata per le sue parole piene di calore e amore. - Mia madre era una donna meravigliosa. Che mi ha insegnato cosa significa amare incondizionatamente. Ho sognato per anni avere un amore come il suo e quello di mio padre. Loro si capivano con uno sguardo. Alle volte non era neanche necessario che si parlassero. Proprio come noi. - Il mio cuore prese a martellare forte nel petto, come se stesse per esplodere da un momento all'altro. - Io ero troppo piccolo e mi sentivo geloso del loro rapporto. Mi sentivo tagliato fuori. Come se non potessi capire quel loro piccolo grande segreto, che era il loro amore. Ora capisco perfettamente. Capisco che mia madre era l'unica a chiamarlo James perché era una loro intimità. Tutte le volte che lei lo faceva, era come se gli dicesse: "Ti amo" e ogni volta che mio padre si sentiva chiamare da mia madre, le sorrideva dolcemente e con amore rispondendole: "Dimmi, mia cara." Ed era come se le rispondesse: "Ti amo tanto anch'io." Capisci perché voglio che solo tu mi chiami così?》Non avevo più dubbi. -《Assolutamente si, James caro.》-《Ti amo tantissimo, Dakota. Non potrei vivere senza di te.》Ci vennimo incontro con le labbra, baciandoci con ardore, possesso, esplorando l'uno la bocca dell'altro, con un intensità spaventosa. Volevamo donarci l'uno all'altro e fonderci come per diventare un tutt'uno. Era meraviglioso. Il suo amore nei miei confronti, era qualcosa di unico e raro. Era pulito e profondo e ne ero estasiata. Avrei fatto di tutto per lui. Avevo scoperto quanto era importante per lui che io lo chiamassi James. Voleva che fosse una cosa nostra. Una nostra intimità. Un messaggio d'amore, che io mai gli avrei negato.

La Forza dell'amore 💖Where stories live. Discover now