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Hoseok era agorafobico, non usciva di casa e per questo aveva una pelle davvero molto pallida dato che non riusciva a stare alla luce del sole.

Solo un posto però, lo spingeva ad uscire di casa, il suo giardino segreto.

Era un piccolo pezzo di giardino di una vecchia casa dove annaffia le rose rosse che un tempo erano di sua nonna.
Lui è diventavo cosi dopo la morte di essa.

Aveva paura di perdere qualcuno così, oltre ad essere spaventato da altri posti al di fuori di casa sua, non aveva amici così da essere sicuro di non perderli.

Non pensava fosse giusto ma era, come dire, normale pensare così; ben dieci anni della sua vita da solo, nel suo appartamento, proprio vicino alla casa abbandonata del suo giardino segreto.

Come ogni lunedì stava innaffiando le rose che, con cura, teneva gelosamente.

Si girò di colpo sentendo del rumore tra  le foglie della siepe per poi vedere un ombra avvicinarsi.

Si nascose dietro alla parete di mattoni rossa più vicina a lui per non farsi vedere da quella probabile persona.
Aveva il cuore in gola e aveva paura che fosse un ladro o un assassino, aveva paura di morire proprio quando non era a casa sua al sicuro.

"So che ci sei ti osservavo da molto tempo"

Quella voce bassa e roca era oltrepassata sotto la pelle fino a far tremare le sue ossa, ma qualcosa doveva fare, cercare di non svenire e farsi pure rapire.

"Sei-sei un ladro?"

La sua voce tremolante si sentiva molto poco ma il ragazzo, che non si era mosso dopo aver superato la siepe, riusciva a sentirla.
Era strano ma tutto questo gli faceva ridere così lo fece cercando di trattenersi rispondendo con un semplice "si, diciamo che puoi chiamarmi così"

Hoseok stranamente si calmò dopo la risatina seguita dalla risposta del sicuro ragazzo lontano.

Il suo cuore riprese a battere veloce quando iniziò a sentire i suoi passi avvicinarsi e facendogli tremare la terra sotto i piedi "No fermo! Non ti muovere ti prego-non venire qui"

Aveva le lacrime agli occhi e la gola gli faceva male dato che non urlava da molto tempo o anche soltanto parlare con un tono normale.
Il ragazzo nel mentre si bloccò e fece piccoli passi all'indietro pensando di aver spaventato quel ragazzo.

"Scusami io-io non volevo spaventarti"

Ora la sua voce roca e decisa sembrava insicura, stranamente, calmante per Hoseok.
I singhiozzi smisero e il cuore di quel ragazzo ancora sconosciuto si era calmato.

"Non volevo farti piangere"

Hoseok non rispose ma fece un piccolo sorriso che poi nascose senza pensare che il ragazzo comunque non riusciva a vederlo.

Lo sconosciuto e Hoseok si sedettero allo stesso tempo con la schiena appoggiata al muro, uno all'opposto dell'altro.

"Come mai mi stavi osservando?"
Hoseok non sapeva come aveva trovato il coraggio per dirlo.

"Abito qui vicino e cammino spesso e quando lo faccio ti vedo sempre annaffiare le rose, ti vedo solo il lunedì il mercoledì e il venerdì, così oggi ho deciso che ti avrei voluto conoscere, ma forse tu non vuoi... scusa parlo troppo"

Il ragazzo era quasi imbarazzato?, quasi timido a parlare di quello che avrebbe voluto fare.
Si, aveva parlato molto ma Hoseok se lo tenne per se, gli piaceva quella voce, gli mancava sentirne un altra oltre alla sua, che ormai era diventata monotona.

"Va bene" lo aveva quasi solo respirato ma il ragazzo aveva le orecchie tese aspettando una risposta, bramava quella risposta.
Si stava alzando per andare da lui ma venne bloccato di nuovo "Però- vorrei che per adesso rimaniamo lontani"
Non rispose ma si risedette e Hoseok capì che aveva acconsentito.

Passarono tutto il pomeriggio a parlare di tutto.
Si chiamava Yoongi, il ragazzo che era entrato nel giardino, non ha mai parlato di lui stesso, parlava solo del suo sogno: la musica, Hoseok ha scoperto che scrive canzoni rap, a volte anche solo canzoni ma ne ha scritte molte di più rap.
Aveva parlato del cielo, e del fatto che anche lui aveva pochi amici, dicono che è rude e freddo ma in realtà è innamorato delle stelle.
Per quello che ha capito, lui ha un viso stanco molto spesso dato che rimane sveglio a vedere il cielo.

Hoseok invece ha parlato della sua fobia e del perché. Aveva paura che se ne sarebbe andato ma era rimasto e aveva percepito un sorrisetto da Yoongi.

Hoseok sentiva oltre alle parole, riusciva a sentire i sentimenti e i movimenti senza vederli, è abbitumato a vedere le persone da dentro una casa da una finestra che butta sulla strada e le parole non le sente.
Lui le prova.
Gli ha anche detto che dipinge e che un tempo ballava, e che solo grazie a lui quel pomeriggio aveva riiniziato a sorridere "Allora mi devi un dipinto" disse dopo aver sentito la frase dell'altro.

Hoseok si era coperto le guance rosse con le mani come se anche lui sentisse quello che sentiva lui.
Forse lo aveva notato dal "magari" uscito dalla sua bocca quasi sorridendo.

Si salutarono prima che il sole tramontasse dato che dovevano trottare a casa e in quella strada non c'erano luci per poter vedere la sera.

Si salutarono e Hoseok aspettò che Yoongi fosse abbastanza lontano.

Aveva paura che se lo avesse visto lo avrebbe abbandonato.




















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Note:

Primo capitolo.
Vi ispira la storia?

Hoseok è un petalo di rosa in preda al vento e Yoongi, la brezza che lo culla dolcemente.

-Fiore

𝐀𝐆𝐎𝐑𝐀𝐅𝐎𝐁𝐈𝐀 || 𝐒𝐎𝐏𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora