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Ci fu un giorno, un po' strano per entrambi, era nuvoloso e il vento tirava troppo forte per uscire di casa.
Dovettero non vedersi per un giorno intero e l'astinenza si stava facendo sentire tra i due.
Una tensione forte, da smuovere gli alberi più del vento stesso.
Distruggeva i bordi delle pagine lette dei libri di Hoseok e le pellicine delle dita di Yoongi.
Tanto da farli sanguinare di un liquido troppo chiaro per essere sangue.
Erano lacrime forti e devastanti sui loro occhi, per colpa della pioggia che ora si avventa sulle finestre bianche di Yoongi, capisce che non potrà aspettare che si fermi il vento.
Quando sono costretti a seguire le regole, in qualche modo, più tosto strano, i due non si sentono felici.
Amano il brivido lungo la schiena per l'eccitazione di sentirsi tra il muretto
E odiano dover stare lontani per colpa del tempo.
Perché alla fine è un tempo perso, quelle dodici ore di giorno vuoto.
È come raspare nello yogurt alla banana finito sul tavolino o cercare i pezzi di biscotti rotti tra le briciole, il tempo è perso se non si può fare niente per acchiapparlo, corrergli dietro e prenderlo per un polso e stringerlo fino a farselo scappare via di nuovo.
Quel giorno il tempo era partito prima dello start e loro erano rimasti ancora alla partenza.
Hoseok aveva letto due libri quella giornata, aveva chiuso tutte le finestre per non vedere il suo dolore mischiarsi col tempo e le pagine bagnarsi con le lacrime. Si era chiuso a riccio nella sua casa di spine, ormai da troppi anni che sapeva camminare al buio.
Un po' ci pensava, che adesso non lo faceva più, non ci camminava più al buio e non aveva bisogno di chiudersi fino a non respirare per quello che il mondo poteva offrirgli, mala pioggia proprio non gli piaceva. Non la trovava rilassate e oggi più che mai gli aveva fatto perdere tempo
Yoongi come da contrappasso aprì gli scudetti per far sbattere la pioggia sul vetro che occupava la parete della sua finestra, la vedeva scorrere veloce o lenta e le gocce si fermavano quasi a guardare l'individuo con i capelli color menta.
Si specchiavano e si guardavano a vicenda lui e quelle gocce, erano piccole in quella finestra, come lui in questo mondo del resto.
Aveva le cuffiette e le gambe incrociate sul letto, aveva i jeans strappati che gli facevano dare aria alle ginocchia, le copriva con le mani, come se il vento di quella giornata gli stesse scorrendo nelle vene e entrandogli nei buchi di quei jeans.
Erano bloccati in uno spazio tempo che non riconoscevano più loro, perché non sapevano cosa volesse essere lontani anche quando c'era un muro a separarli.
Yoongi si asciugò il volto e cercò disperatamente quel biscotto spezzato dentro al pacchetto pieno di briciole e dal nervoso se lo avvicinò alla bocca per farle scendere sulla sua lingua e masticarli con poca fatica.
Lui non mangiava per stress e ora sembrava innervosito parecchio, dalla pioggia che di solito ama, per poterci ballare sotto da ubriaco, da farci il bagno d'estate e confonderci le lacrime nei giorni tristi.
E oggi gli toccava stare dietro a quella finestra, non potendole nascondere.


















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Note:
Si ok sono scomparsa ma ora eccomi qui lol
Non avevo idee così ho fatto per la prima volta un capitolo di passaggio in questa storia.
Ma è bello così, cambiare un po', anche perché sono felice che loro siano tristi nel non vedersi, un po' come me e il mio ragazzo e un po' come Sara con la sua ragazza.

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"Sei la pioggia che cade dai miei occhi
Sei la pioggia che batte e fa rintocchi
Sei il cuore che mi blocchi
E sei il fiore che poi sbocci"

-Fiore

𝐀𝐆𝐎𝐑𝐀𝐅𝐎𝐁𝐈𝐀 || 𝐒𝐎𝐏𝐄Where stories live. Discover now