7- Riunioni

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Verso mezzogiorno arrivarono da Cesare e dopo pochi minuti qualcuno citofonò. Il battito di Tonno accelerò -Puoi andare ad aprire tu?- chiese Cesare indaffarato ad apparecchiare.

-Ok- sperò che non fosse Dario, non ancora almeno -Si? Chi è?-

-Tonno! Alla fine sei venuto! Sono Nelson!- Tonno tirò un momentaneo sospiro di sollievo e aprì.

-Ma che ti è successo?!- esclamò appena lo vide

-Niente di grave, ho sbattuto- accennò un sorriso mentre gli spiegò la balla del "buio+stipite=occhio nero".

-Tonno sei proprio un disastro, sei sicuro di essere pronto ad abitare da solo?- Nelson adorava sfotterlo.

-Ma non rompere- piagnucolò tra le risate lui. Si lasciò un po' andare, voleva davvero bene ai suoi amici e quei pochi giorni d'isolamento erano stati davvero deprimenti.

Poco dopo arrivò Nicolas e anche a lui dovette raccontare la bugia per giustificare l'occhio nero -Cavolo, hai preso proprio una bella botta, ti sei fatto controllare da qualcuno?-chiese.

-No, non esagerare. Non è  nulla di grave-

-Ok, senti non voglio sembrare insensibile, ma posso farti alcune foto?- azzardò tirando fuori dallo zaino la sua costosa macchina fotografica.

-Cosa? Ma perchè?-

-Non lo so, per immortalare il momento; insomma con la giusta luce potrebbe venir fuori proprio un bello scatto.-

Tonno alla fine acconsentì e Nicolas iniziò a fotografargli il viso da diverse angolazioni.

Poi arrivò anche Frank e rimase per qualche minuto ad osservare la scena del "servizio fotografico" -Vi prego, ditemi che è trucco- disse ridendo sotto i baffi. A quelle parole tutti iniziarono a ridere, tranne il povero Tonno.

-Si, magari lo fosse Frank. Magari!- disse esasperato.

-Come te lo sei fatto? E non dirmi che hai fatto a botte perchè non ci credo neanche se lo vedo-

-Cosa? Che vorresti dire eh?-e le risate continuarono -No, comunque no. Ho sbattuto contro lo stipide della porta, era buio...-

-Assurdo. Sei davvero scemo-

*****

Mancavano pochi minuti all'una, Dario non era mai in ritardo ma quel giorno decise intenzionalmente di esserlo. Una volta arrivato sotto casa di Cesare fece due volte il giro dell'isolato e non per cercare parcheggio, ma per controllare che la macchina di Tonno non ci fosse; si era una cosa stupida e infantile, se ne rendeva conto, ma pensare di avere il controllo della situazione lo rilassava.

Mentre saliva le scale fece dei respiri profondi ripetendosi che doveva semplicemente comportarsi in modo naturale anche se non era proprio dell'umore giusto; ma per lo meno Tonno non sarebbe stato lì.

Poi però arrivò davanti alla porta, che qualcuno aveva appositamente lasciato socchiusa per lui, e tra le voci che sentì provenire dall'interno c'era inconfondibilmente anche quella di Tonno.

Il suo cuore perse un battito e imprecò mentalmente, ma non aveva detto che non sarebbe venuto?  Aspettò qualche minuto fuori, ormai non poteva andarsene, poi entrò.

*****

Quando il citofono suonò nuovamente,Tonno si irrigidì. Doveva essere Dario, mancava solo lui. Si andò a sedere a tavola, nel posto più lontano possibile dalla porta.

Poi Dario entrò -Ciao a tutti- fece un saluto generale privo di entusiasmo e tutti gli altri risposero tranne Tonno che iniziò a smanettare con il cellulare per evitare anche solo di gurdarlo.

-Tonno puoi venire a darmi una mano?-  chiese Cesare dalla cucina, perché proprio io? pensò, ma si alzò comunque.

Dovette passare davanti a Dario, lo fece a testa bassa senza guardarlo, ma lui riuscì comunque a vedergli il viso e inaspettatamente gli si mise davanti bloccandogli il passaggio. Allora Tonno alzò lo sguardo e iniziò a fissarlo negli occhi.

Solo a quel punto Dario si rese conto di quanto era brutto il livido che gli aveva provocato, di quanto male doveva aver provato, del fatto che sarebbero bastati un paio di centimetri più su e avrebbe potuto colpirgli l'occhio o la tempia. Gli mancò il respiro da quanto si sentì in colpa.

"E' solo colpa tua" era questo che trapelava dallo sguardo di Tonno, e Dario non avrebbe proprio potuto dargli torto.

Poi fortunatamente arrivò Nelson -Hai visto che bell'occhio nero, eh?- esclamò mettendo un braccio intorno alle spalle di Tonno e dandogli delle piccole pacche sul petto con l'altra mano -Il buon Tone si diverte a giocare a Fight Club notturni con le porte!!- Frank e Nicolas scoppiarono a ridere dal divano.

-Co-cosa?- domandò invece Dario confuso.

-Ho sbattuto- disse secco Tonno e si diresse in cucina facendo sbattere violentemente la sua spalla contro quella di Dario, che rimase immobile assalito dai sensi di colpa.

Pranzarono tra chiacchere e battute varie alle quali sia Tonno che Dario annuivano o sorridevano forzatamente, ignorandosi silenziosamente l'un l'altro.

Finito di mangiare iniziarono a discutere delle varie idee che avevano per Space Valley, di nuovi video da girare, cose da assaggiare, argomenti per i salotti e così via; anche in questo caso i due espressero i loro pareri e le loro idee senza troppo entusiasmo, contando i minuti entrò i quali sarebbero potuti andare via, però nessuno dei due commentò o contestò mai ciò che diceva l'altro.

Tonno mantenne per la maggior parte del tempo la testa bassa, concentrandosi al massimo nel prendere appunti della discussione, ogni tanto però alzava lo sguardo verso Dario e ogni volta incontrava i suoi occhi che lo guardavano e subito si spostavano da un'altra parte.

Dario dal canto suo non riusciva proprio a distogliere lo sguardo da quel livido violaceo.

Erano quasi le 17.30 quando finirono, Nicolas era dovuto andare via una ventina di minuti prima per un impegno.

-Nelson non è che puoi darmi uno strappo a casa?-

-No Tonno mi dispiace, ma vado in tutt'altra direzione. Beatrice mi sta aspettando al cinema. Ciao a tutti, buona serata!- disse chiudendosi la porta alle spalle

-Frank?-

-Niente da fare, sono in bici- e anche lui se ne andò.

-Cesare ti do una mano a mettere a posto, così poi puoi riaccompagnarmi a casa- disse speranzoso.

-No Tonno, non ti preoccupare, metto tutto in lavastoviglie. Comunque non ti posso accompagnare, tra poco arriva la mia ragazza- rispose lui.

Ok, va bene, sarebbe andato a piedi. In fondo in una quarantina di minuti sarebbe arrivato comunque a casa.

-Ti accompagno io- propose Dario; sarebbe stato imbarazzante, lo sapeva, ma almeno in quel modo avrebbe avuto la possibilità di scusarsi.

PANICO! Tonno andò nel panico.


NDA

Questo capitolo è più lungo rispetto agli altri, ma spero comunque che vi piaccia.

Lasciatemi un commento, voglio sapere che ne pensate di questa storia 😊

Un bacio 💕💕








In Deep Space (Space Valley)Where stories live. Discover now