14- Respiri

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Si rispogliarono completamente nel buio pesto della camera di Nelson e si infilarono semplicemente sotto le coperte.

Dario accese la tenue luce del comodino; voleva vederlo, guardarlo, ne aveva bisogno. Aveva bisogno di perdersi in quegli occhi, in quei suoi occhi verdi assurdamente belli.

Ogni tanto si scambiarono qualche bacio; ma più che altro parlarono.

Parlarono di tutto, senza filtri, senza maschere. Si dissero cose che non avevano mai detto a nessuno, cose che si erano sempre tenuti dentro. Cose del passato, cose familiari, segreti, stati d'animo, insicurezze, ansie, preoccupazioni, paure, sogni, desideri, obiettivi.

Parlarono per ore. Uno di fronte all'altro, occhi negli occhi. Per conoscersi più a fondo, per cercare di capirsi. Parlarono, parlarono e parlarono.

Finché non si addormentarono di nuovo, stretti in un intimo abbraccio.

Vicini, vicinissimi e non solo fisicamente.

*****

Il volto di Tonno fu colpito da alcuni tenui raggi di luce che lo svegliarono.

Durante il sonno dovevano essersi spostati, però questa volta sapeva che Dario sarebbe stato li, accanto a lui.

Dario dormiva, infatti, a pancia in giù, con le braccia sotto la testa che era rivolta verso di lui. I suoi respiri, lenti e profondi, gli facevano gonfiare il torace in modo quasi ipnotico. La sua espressione era tranquilla e rilassata come Tonno non l'aveva mai vista.

Gli studiò il viso. Non aveva mai guardato un ragazzo in quel modo. I suoi lineamenti erano belli. Lui era bello.

Spostò lo sguardo sulle sue spalle, poi più in basso verso il suo fondoschiena coperto con il lenzuolo.

Si avvicinò a lui, si chinò vicino al suo volto e inspirò a fondo il suo odore. Sapeva di pulito, di shampoo.

Provò a resistere, ma non ci riuscì; la sua mano fu come calamitata verso la schiena di Dario, verso la sua pelle. Iniziò a percorrergli con il pollice la spina dorsale, scendeva e risaliva delicatamente. Finché Dario brontolò piano e mosse lievemente la testa. Tonno si fermò, non avrebbe voluto svegliarlo.

-Che fai?- gli chiese con la voce impastata, aprendo appena gli occhi.

-Scusa- disse Tonno, togliendogli la mano di dosso e allontanandosi di qualche centimetro.

Dario però gli afferrò subito il polso e lo attirò nuovamente verso di se. Gli passò un braccio dietro al collo e lo guardò per un secondo -Non ti devi scusare- gli sorrise, poi lo baciò con trasporto.

Tonno ricominciò ad accarezzargli la schiena e Dario si girò verso di lui facendo aderire i loro corpi. Iniziarono ad accarezzarsi e toccarsi, alternavano baci infiniti a momenti in cui si guardavano in faccia cercando di capire cosa più piacesse all'altro.

Tonno cominciò a baciargli la mascella, scese verso il collo, la clavicola, il petto, lo stomaco. E avrebbe continuato a scendere, non si sarebbe fermato; ma una volta arrivato all'altezza dell'ombelico Dario lo bloccò e lo fece tornare con il viso di fronte a lui. Si guardarono fisso negli occhi.

L'espressione di Tonno era confusa, mentre cercava di decifrare quella impassibile di Dario e tentava di capire cosa volesse.

-Per me va bene- confessò spostando lo sguardo verso il basso per far capire a Dario cosa intendesse.

Ma lui rifiutò scuotendo piano la testa, sorrise e ricominciò a baciarlo. Gli poggiò una mano sulla schiena, in basso, all'altezza dei reni e lo attirò a se. Fece scontrare i loro bacini, iniziarono a strusciarsi l'uno addosso all'altro. Dario abbassò ancora la mano, fino a stringerla sui glutei di Tonno per incoraggiare quel movimento.

Tonno allora pensò di aver capito cosa volesse Dario. Si fermò e si allontanò un po'. Si guardarono ancora, avevano il fiato corto. Poi Tonno iniziò a voltarsi. Però Dario lo bloccò di nuovo. Gli infilò la mano tra i capelli, appoggiò la fronte sulla sua e ricominciò a fissarlo con quel suo sguardo indecifrabile.

Tonno aggrottò le sopracciglia, non lo capiva. Cosa voleva?

Dario sapeva cosa voleva, eppure non riusciva a dirlo, non riusciva a chiederlo. Per imbarazzo, per paura.

Tonno lo baciò delicatamente e con incertezza, quasi timore. Aveva fatto qualcosa di sbagliato?

Allora Dario fece un respiro profondo e si spostò rimettendosi a pancia sotto, poi lo afferrò per un braccio e con forza se lo trascinò addosso.

Tonno rimase immobile -Cosa?- disse poi stupito allungando la testa oltre la sua spalla per poterlo guardare negli occhi. E in quel momento lo capì, capì cosa voleva Dario -Sicuro?- gli chiese piano.

-Si. Mi fido anch'io- sussurrò lui annuendo.

Anche questa volta fu breve ed intenso. Fu doloroso, bello, travolgente. Fu pieno di baci, carezze, sussurri, pause, paure. Fu pieno di ansimi, sospiri, respiri. Respiri profondi, respiri affannosi, respiri interrotti, pesanti; fiato trattenuto.

Fu ciò che volevano e ciò di cui avevano bisogno.

E tutto quel che ne rimase furono semplicemente loro due.

Circondati solo dal suono dei loro respiri.


NDA

Da quando sto scrivendo questa storia, ogni volta che li vedo insieme su instagram o su un video non posso fare a meno di scoppiare a ridere.

Ship della vita ❤️❤️, che tra l'altro io e  @SerenaRabbordi  abbiamo chiamato "DANNO".

In Deep Space (Space Valley)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora