10- Scuse

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Era metà novembre e ormai l'autunno si stava trasformando giorno dopo giorno in inverno, le giornate erano più corte e cupe, e il freddo sempre più rigido.

La sveglia di Tonno suonò improvvisamente svegliandolo da un sonno profondo. Si rigirò per qualche minuto nel letto, poi aprì gli occhi e si alzò. Gli venne subito un forte mal di testa, cosa ovvia dato che quella notte non era riuscito a dormire praticamente per niente e si era addormentato forse solo un paio d'ore prima della sveglia.

Quella maledetta insonnia era ormai diventata un appuntamento fisso. Infatti, nonostante la stanchezza, non riusciva quasi mai a prendere sonno a causa dei mille pensieri che aveva in mente. Che poi più che mille, era in realtà solo uno. Dario.

Doveva provare a far tornare le cose come prima, non ce la faceva più a sopportare quella situazione.

Si premette le dita sulle tempie per cercare di alleviare l'emicrania -Basta! Oggi gli dico qualcosa!- benissimo, ora parlava anche da solo.

*****

Dario parcheggiò sotto casa di Nelson ma rimase un po' in macchina prima di scendere. Si sentiva strano quel giorno, non sapeva perché ma gli sembrava di avere un nodo allo stomaco.

Fece un respiro profondo, si preparò mentalmente per quella giornata di riprese e soprattutto a vedere Tonno. Al solo pensiero si intristì, avrebbe dovuto ancora far finta che tutto fosse apposto. Non ne poteva più, ne aveva le palle piene di quella situazione. Sbuffò sconsolato e scese dall'auto.

*****

Verso le tre finirono di registrare, tutto si era svolto senza problemi e non si creò nemmeno troppa confusione dato che girarono solo alcuni "salotti". Cesare, Nicolas e Frank andarono via per primi.

-Ok ragazzi, allora vado via anche io. O vi serve ancora una mano?- chiese Tonno rimettendosi il cappotto.

-No tranquillo, abbiamo praticamente finito- rispose Nelson mentre lui e Dario sistemavano le ultime cose.

-Va bene, ci vediamo venerdì. Buona serata- disse aprendo la porta.

-Ciao- risposero in coro Nelson e Dario, anche se con due toni del tutto differenti.

Dopo circa una quindicina di minuti anche Dario andò via. Uscì dal portone e svoltò a destra dirigendosi verso l'auto.

-Dario!- si sentì inaspettatamente chiamare da dietro e non ebbe dubbi che quella fosse la voce di Tonno. Si voltò subito stupito.

-Ciao. Hai dimenticato qualcosa?- gli chiese confuso, era la prima volta che parlavano da soli da quando le cose tra loro erano andate a rotoli.

-N-no. Ti stavo aspettando- confessò Tonno, arrossì ma sostenne comunque lo sguardo di Dario.

-Ok...?- disse allora lui corrugando le sopracciglia curioso.

-Io credo che dovremmo parlare- disse dopo un po' di incertezza.

A quelle parole il volto di Dario si illuminò -Si, hai ragione. Lo penso anche io- accennò addirittura un sorriso.

-Ci prendiamo un caffè?- propose Tonno.

-Ok, va bene-

Dario lo seguì con la macchina fino al parcheggio di un centro commerciale li vicino. Per tutto il percorso aveva pensato a cosa dire.

Arrivarono al bar senza parlare e Tonno scelse il tavolo in un angolo, il più riservato. Si sederono uno di fronte all'altro e calò il silenzio. Per alcuni minuti entrambi furono assaliti da un imbarazzo assurdo.

-Cosa prendete?- chiese poi una cameriera, facendoli sobbalzare.

-Un cappuccino- dissero all'unisono. Si guardarono e si sorrisero. Fu un sorriso vero, sincero.

-Dario io non ce la faccio più ad andare avanti così- disse Tonno appena la cameriera andò via -Mi dispiace per quello che è successo, dobbiamo chiarire le cose e andare avanti- il suo silenzio iniziale si era trasformato in un fiume in piena di parole.

-Hai ragione, non c'è motivo di continuare a comportarsi così. Insomma io non pensavo che saremmo arrivati a questo punto-

-Già, lo so. È assurdo- Tonno fece un pausa per ponderare bene le parole -È solo che è stato davvero imbarazzante-

-È vero. Però se ci pensi alla fine è stato solo...- Dario si bloccò un momento -un bacio- disse abbassando la voce.

Entrambi arrossirono vistosamente e distolsero lo sguardo. L'aveva detto. E dicendolo li aveva messi di fronte alla verità.

Passarono alcuni minuti, la cameriera li servì e, nonostante fossero bollenti, iniziarono a bere i loro cappuccini per far calare un po' la tensione.

-Beh si, però in fondo quante volte ti è capitato di baciare delle ragazze senza che avesse importanza?- continuò Tonno giocherellando con la schiuma del cappuccino, evitando così di alzare lo sguardo.

-Appunto. Ragazze.- specificò sarcastico Dario.

Allora Tonno alzò lo sguardo e si fissarono per un po'. Poi gli scappò un sorriso e allora anche Dario rise. Riuscirono a rilassarsi davvero.

-Comunque io sicuramente tante, ma non quante te.- Tonno riuscì addirittura a fare una battuta. E Dario scoppiò a ridere.

-Puoi contarci- disse, e anche Tonno iniziò a ridere.

Parlarono per un po', si scusarono nuovamente, si raccontarono quanto entrambi erano stati giù in quel periodo.

Pagarono. Uscirono da bar e si diressero all'uscita.

-Adesso è tutto apposto?- chiese speranzoso Dario.

-Si, credo di sì- Tonno sorrise.

-Ok- anche Dario sorrise.

-Cavolo, adesso mi sento proprio sollevato-

-Già, anche io-

-Allora ci sentiamo eh- disse Tonno avvicinandosi a Dario con un po' di incertezza

-Certo- rispose lui. Si strinsero la mano e si abbracciarono dandosi qualche pacca sulle spalle. Proprio come avevano sempre fatto.

Poi ognuno si diresse verso la propria auto.

Si sentivano più leggeri. Certo, le cose ci avrebbero messo un po' a tornare come prima, ma erano fiduciosi che ci sarebbero riusciti.

Eppure, nonostante tutta questa positività, Dario non riuscì a capire come mai continuavano a rimbombargli in testa alcune parole di Tonno.

"quante volte ti è capitato di baciare senza che avesse importanza?"

Perché per lui d'importanza ne aveva avuta, ne doveva aver avuta per forza, altrimenti non si sarebbe sentito così male per tutto quel tempo.


NDA

Cavolo, siamo già al decimo capitolo. All'inizio non pensavo sarebbe stata così lunga.

Fatemi sapere che ne pensate ❤️❤️

In Deep Space (Space Valley)Where stories live. Discover now