9- Caos

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Le loro vite ripresero abbastanza normalmente.

Nell'arco dei due mesi successivi furono costretti a vedersi spesso a causa di Space Valley.

Se gli altri organizzavano qualcosa che non avesse a che fare con il canale, andava solo uno dei due e l'altro inventava una scusa. Restavano minuti interi a fissare le chat in attesa di un "non posso " o un "ho da fare" da parte dell'altro prima di accettare. Era frustrante. Ed era frustrante pensare che i loro amici avrebbero potuto insospettirsi.

Mentre quando erano in presenza degli altri si comportavano come avevano sempre fatto, anche se in realtà era tutta finzione. All'inizio la cosa sembrava un po' forzata, ma poi ci presero l'abitudine. Parlavano, ridevano, scherzavano.

Tutto sembrava normale. Tutto sembra andare bene. Tutto sembrava apposto.

Finché non rimanevano da soli. Cosa che cercavano di evitare quanto la morte, però a volte accadeva. E allora le loro maschere cadevano, smettevano di fingere che tra loro non vi fosse alcun problema, smettevano di parlare, di ridere e di scherzare, smettevano di guardarsi, smettevano di considerarsi.

Solo pura convivenza civile. L'unica cosa che era realmente rimasta tra loro.

Perché era più facile così. Era più facile ignorarsi. Era più facile fare finta di niente. Era più facile avere paura.

Paura.

Si, era proprio paura quella che provavano.

Paura che con una sola parola, un solo sguardo, una sola scusa avrebbero potuto peggiorare la situazione.

Paura che gli altri si rendessero conto che tra loro non c'era più lo stesso rapporto di prima.

Paura che scoprissero che cosa era accaduto. Paura che li giudicassero.

Paura che sarebbe andato tutto a pezzi. Le amicizie, i rapporti, il progetto di Space Valley addirittura.

Avevano paura di quello che provavano, di quanto male si sentissero e avevano paura che forse si sarebbero sentiti così per sempre.

Esatto, perché le loro vite erano riprese normalmente si, ma solo all'apparenza.

In realtà era cambiato molto.

Non c'erano più stati messaggi a qualunque ora del giorno e della notte, niente più chiamate, niente storie su Instagram, niente foto, niente più Meme o fotomontaggi improbabili che solitamente si inviavano su WhatsApp per ridere; niente più battute, niente più caffè, niente pranzi, niente aperitivi, niente cene; niente serate cinema.

Niente più amicizia.

Le loro vite si erano riempite di un infinità di piccoli "niente" che creavano un vuoto ogni giorno più grande. Un vuoto che si espandeva ogni volta che si vedevano e ripensavano a come prima fosse tutto più facile. Prima di quel bacio.

Già, quel bacio...

Tonno a volte si svegliava in piena notte e quel bacio gli veniva in mente.

Dario ogni volta che baciava una ragazza conosciuta per caso in discoteca o in qualche pub, riviveva improvvisamente quel bacio.

Perché era partito tutto da quel bacio. Da quel breve, piccolo bacio insignificante.

Ma era davvero insignificante?

No, non lo era. Niente è insignificante.

È la teoria del caos, l'effetto farfalla. Piccole variazioni delle condizioni iniziali possano provocare grandi cambiamenti. Il famoso battito d'ali di una farfalla che può provocare un tornado dall'altra parte del mondo.

E quel piccolo bacio aveva provocato proprio il caos nelle loro vite.

Tanto da portarli a farsi domande riguardo se stessi, a guardarsi dentro, a chiedersi cosa fosse realmente giusto e sbagliato. Li aveva portati a domandarsi chi fossero davvero e cosa volessero dalla vita. E a capire come tutte le decisioni, scelte o azioni, anche quelle che possono sembrare insignificanti, influiscano nella vita.

E li aveva portati alla consapevolezza che forse avrebbero dovuto provare a sistemare le cose tra loro.


NDA

Penso che tutti sappiate cos'è la teoria del caos ed una cosa che a me affascina tantissimo. Non escludo che magari più avanti vi farò di nuovo qualche riferimento.
Se anche a voi può interessare vi consiglio film come: Donnie Darko, Sliding Doors, Mr Nobody.

In Deep Space (Space Valley)Where stories live. Discover now