12- Corpi

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Respiri pesanti. Occhi indissolubilmente legati. Silenzio assordante. Minuti che durarono ore, giorni.

-Oh, fanculo!- mormorò alla fine Dario, decidendo di ricominciare a baciare Tonno.

E Tonno rispose al bacio. Alzò poi le mani, che fino a quel momento aveva tenuto inermi lungo i fianchi, e le appoggiò ai lati del viso di Dario iniziando ad accarezzargli la mascella con il pollice e giocherellando con i peli corti della sua barba.

Dario annullò completamente la distanza che ancora li separava facendo aderire il suo corpo a quello di Tonno e premendolo contro il muro.

Si strinsero in un abbraccio un po' scomposto, impacciato; e tra un bacio e l'altro i loro corpi iniziarono inevitabilmente a reagire a quella vicinanza, a quelle sensazioni, a quel calore.

Poi Dario indietreggiò e si appoggiò al piano della cucina. Guardò Tonno. Non servivano parole, non c'era bisogno di parlare. Bastavano i loro sguardi.

Stava per succedere. Lo sapeva, lo sentiva, lo voleva. Non sapeva esattamente come o in che modo, non ci stava pensando. Ma sarebbe successo. Lo avrebbero fatto davvero. E a lui andava bene. A lui andava. Non sarebbe stato lui a fermarsi. Non si sarebbe tirato indietro.

Tonno fece due passi verso Dario, lasciando solo un paio di centimetri tra loro. Fece un respiro profondo, prese coraggio e si sfilò la maglietta. Dario lo imitò senza esitare. Si guardarono a vicenda, anche se non era la prima volta che si vedevano a torso nudo. Ma stavolta era diverso.

Tonno si avvicinò. I loro corpi si toccarono. Pelle contro pelle. Pelle calda, bollente, in fiamme. I loro sguardi bruciavano. Ricominciarono a baciarsi e anche a toccarsi. Le mani che correvano sulle schiene, sulle braccia, sui pettorali, tra i capelli.

Poi Dario poggiò una mano all'altezza dell'ombelico di Tonno, e lui si bloccò.

Si guardarono di nuovo. Guardarono la mano di Dario, il punto dove si trovava.

Il punto di non ritorno.

Tonno deglutì rumorosamente, poi poggiò la propria mano su quella di Dario e iniziò lentamente a spostarla verso il basso, finché le dita di Dario non si trovarono sulla fibbia della sua cintura.

-Francesco sei sicuro?- chiese Dario fissandolo negli occhi. Non lo chiamava quasi mai così, come tutti usava sempre il suo buffo soprannome. Tonno ne rimase un po' stupito.

-Si.- mormorò lui con voce roca. Si, ne era sicuro, lo voleva.

Dario allora gli slacciò la cintura e i pantaloni, e fece lo stesso con i suoi jeans; scivolarono a terra, lasciandoli in boxer. Arrossirono entrambi, evitarono di guardarsi o di soffermare lo sguardo verso il basso.

Poi i loro occhi si incontrarono nuovamente e Dario tirò frettolosamente Tonno verso se stesso e ricominciò a baciarlo.

I loro bacini si toccarono e con solo quei due sottili strati di stoffa riuscirono a sentire quanto entrambi fossero eccitati.

Indugiarono qualche secondo, occhi negli occhi.

Tonno gli baciò la mascella e scese verso il collo. A Dario scappò un mugolio, gli mise le mani sui fianchi attirandolo ancor di più a se e iniziando a strusciarsi contro di lui.

Continuarono così per un po'; tra baci, sospiri e piccoli morsi.

Poi Tonno si fermò di nuovo, gli prese la testa e poggiò la fronte su quella di Dario. Lo fissò ancora, aveva le labbra gonfie e arrossate, probabilmente anche le sue dovevano essere così, sorrise.  -Andiamo di là?- gli sussurrò piano, un po' incerto.

In Deep Space (Space Valley)Where stories live. Discover now