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La sua piccola e delicata mano teneva la penna sul foglio bianco, riempiendolo di dolci e poetiche frasi con l'inchiostro nero.

Ormai non pensava neanche più a ciò che stava scrivendo, tanto era concentrato in quello che faceva; l'inchiostro scivolava lungo il bianco foglio con tanta delicatezza, creando parole estremamente musicali, dal suono soave e rilassante.

Gli piaceva scrivere poesie, era il suo passatempo preferito quando non doveva fare nulla, quando non doveva svolgere compiti comandati dall'alto.

Amava decorare fogli bianchi e puri come la sua anima con parole che sentiva sue, parole bellissime, dolci, auliche.

Gli angeli erano pura arte e maestria, ognuno di loro sapeva svolgere compiti alla perfezione, ognuno di loro aveva molti talenti, ma lui era davvero uno dei migliori poeti presenti in quel luogo tranquillo e benevolo; spesso ai piani superiori le sue poesie venivano lette all'Onnipotente, e lui apprezzava sempre, elogiando il dolce ragazzo, complimentandosi con lui e con il suo talento.

E lui non poteva che essere più felice di riuscire a compiacere il suo amato signore con la propria arte, era un concetto che lo rendeva molto fiero -in senso positivo-.

Proprio mentre scriveva l'ultima poetica frase, decorando il tutto con dolci e minuziosi fiorellini, sentì una voce chiamarlo da fuori la sua stanza. "Jimin? Posso entrare?" disse quella voce, leggermente ovattata a causa della porta che divideva il suo piccolo studio dal corridoio.

Lui alzò la testa dal foglio ormai completato, mise una piccola firma e guardò verso la porta. "Ma certo, vieni" disse alzandosi dalla sedia ed andando ad aprire la porta completamente bianca.

Un ragazzo alto e dai capelli di un castano chiaro entrò nella stanza con un sorriso stampato sulla faccia. "Ciao Jiminie" disse abbassandosi a baciare la sua fronte con tenerezza, per poi scompigliare i suoi capelli biondi con un gesto fraterno.

"Hey Tae" rispose lui, ricambiando il suo piccolo bacio con uno sulla sua guancia e con un grande e meraviglioso sorriso. "Come stai?"

"Uhm...bene grazie, e tu?" Chiese il più alto, osservandolo attentamente e soffermandosi a guardare il suo sorriso tanto dolce e sincero.

Jimin era bello, bellissimo.

Non che gli angeli non lo fossero, ma lui...lui era davvero uno dei più belli: i suoi capelli erano di un biondo delicato, non troppo acceso e tendenti al castano chiaro, ricadevano spesso morbidamente sulla sua fronte, dandogli un aspetto ancora più dolce; non era molto alto, almeno non rispetto al suo amico Taehyung, ma il suo corpo era perfettamente proporzionato, fisico asciutto, snello, sinuoso.

"Bene, stavo giusto scrivendo un'altra poesia, mi annoiavo tantissimo, così mi sono messo a scrivere" rispose infine, indicando il foglio sul tavolo per poi andare verso il suo letto e sedersi al bordo di esso, battendo la mano sul materasso per far cenno a Taehyung di affiancarlo.

Il più alto annuì e si sedette accanto a lui, girandosi per guardarlo meglio. "Non ti stanchi mai di scrivere poesie, eh?" disse con un piccolo sorriso.

Jimin scosse la testa. "Eh no, mi piace lo sai, mi rilassa molto, soprattutto dopo delle giornate pesanti, anche se non è questo il caso" si strinse nelle spalle.

"Ti conosco da abbastanza tempo per saperlo" ridacchiò il castano, per poi buttare la schiena sul letto, lasciandosi andare ad un sospiro e strofinandosi il viso con le mani.

Jimin gattonò verso di lui e si sedette a gambe incrociate, piegando la testa e guardandolo curiosamente. "Giornata stancante?" chiese poi, anche se sapeva già la risposta: aveva imparato a conoscere Taehyung, erano centinaia di anni che i due si conoscevano, ed ora era come se fossero collegati, se stava male uno, stava male anche l'altro. 

𝙳𝚎𝚖𝚘𝚗'𝚜 𝚆𝚒𝚗𝚐𝚜 [𝚖.𝚢𝚐+𝚙.𝚓𝚖]Where stories live. Discover now