ᴠɪɪ

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Jimin passò un asciugamano sullo specchio per togliere il vapore che non gli permetteva di osservarsi, canticchiando a bassa voce e riponendo poi il tessuto sul lavandino; rivolse lo sguardo alla superficie ormai pulita e si sistemò i capelli biondi con le mani, facendo cadere delle goccioline d'acqua sul lavandino.

Lasciò che un sospiro gli uscisse dalle labbra quando il flusso dei suoi pensieri si ritrovò a ricordare la settimana appena terminata: i due avevano cercato e ricercato indizi riguardo quest'entità sconosciuta, arrivando a leggere decine e decine di libri nelle biblioteche più grandi di tutta Seoul, invano.

Non sapevano più cosa fare, erano nuovamente da capo a piedi, ma d'altronde come potevano scoprire qualcosa se non sapevano neanche cosa fosse quel qualcosa? Aveva senso leggere tutti quei manoscritti antichi?

Impossibile, Jimin stava cominciando a sentirsi abbastanza inutile, non riusciva davvero a capire cosa dovesse fare, mentre Yoongi non era granché preoccupato, anzi... aiutava l'angelo, era davvero molto utile per il compito che gli era stato assegnato, ma non sembrava importargli dell'imminente pericolo.

Yoongi... cavolo, Jimin conviveva con un demone da una settimana, dormiva nello stesso letto con un demone, mangiava insieme a lui, lavorava insieme a lui.. eppure non sembrava andare poi così male.

Certo, Yoongi era spesso scorbutico e lo prendeva in giro per il suo essere un angelo, prendendosi gioco della sua bontà e della sua innocenza, non faceva mai nulla in casa se non mangiare e farsi docce, ma non era terrificante come Jimin credeva, non lo era affatto.

Anzi, spesso si erano trovati sdraiati sul letto a parlare di come funzionasse l'inferno o il paradiso, poco prima di dormire, per poi lasciare che il sonno prendesse il sopravvento e li accogliesse tra le sue braccia, stretti l'uno all'altro per riscaldarsi.

Non sapeva perché, ma Jimin non aveva più paura di lui... insomma, era certo che avesse fatto cose orribili, era pur sempre un demone da tre millenni, però avrebbe imparato a convivere con quest'idea, con lui non aveva mai agito con troppa violenza in una qualsiasi situazione, né tanto meno gli aveva fatto del male.

Proprio mentre pensava a tutto questo, la porta del bagno venne aperta con decisamente poca delicatezza, rivelando il demone, anche lui senza maglietta.

Jimin trattenne un urletto di sorpresa ed afferrò l'asciugamano appoggiato sul lavandino per cercare di coprire il proprio torace, ma quello cadde a terra e fu costretto a lasciarlo perdere, per poi fulminare il demone con lo sguardo. "Ma che fai?!" esclamò rosso in viso, un po' per l'imbarazzo e un po' perché irritato da quell'improvviso gesto.

Yoongi si fermò sullo stipite della porta e parve mangiarlo con gli occhi, mentre si mordeva il labbro per cercare in tutti i modi di non sorridere e saltargli addosso a causa di quella vista tanto perfetta. "Porca puttana Jimin, complimenti" disse però, passandosi la lingua sul labbro superiore.

"C-cosa...?" balbettò il biondo, cercando di riprendere l'asciugamano che gli era caduto e coprirsi, fallendo ancora una volta.

Il demone si avvicinò lentamente alla figura minuta ma muscolosa dell'altro, ora con un sorrisetto malizioso stampato in viso. "Immaginavo che foste belli ma non così... wow, voi angeli" disse allora, non distogliendo gli occhi dal suo corpo neanche per un istante.

Jimin indietreggiò e deglutì a vuoto, desiderando di sparire come era capace di fare in Paradiso, ma non poteva, non lì...non gli era permesso se non in occasioni nelle quali si fosse rivelato necessario farlo.

Il suo sguardo però, cadde sull'incisione che Yoongi aveva all'interno del suo avambraccio: una circonferenza con all'interno un pentagramma inverso*, segno della sua devozione a Lucifero.

𝙳𝚎𝚖𝚘𝚗'𝚜 𝚆𝚒𝚗𝚐𝚜 [𝚖.𝚢𝚐+𝚙.𝚓𝚖]Where stories live. Discover now