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Simona's pov

Io e Marco ci sediamo vicini all'ultimo banco, la prof ci squadra e sbuffa.

"Se non ci voleva vedere anche qui magari poteva evitare di spifferare in giro che io e Marco ci stavamo facendo una canna sulle scale antincendio" dico io acida

"Dovete capire che è illegale e non si può" dice lei

"Innanzitutto lei ancora non ha capito la differenza tra un drum e una canna, in secondo luogo alcuni tipi di marijuana, e dico così perché so che lei è ignorante in materia, si possono fumare" sbotto

"Certo certo allora mi dica se quella canna era legale o meno"

"Ma cazzo lo vuole capire che era una sigaretta tirata su da me e non una canna?"

"Figa mi fa proprio incazzare lei" dico poi rivolta a Marco.

Un ragazzo mai visto a scuola entra in classe, è proprio fregno e forse anche troppo alto.

"Finalmente stai zitta" mi dice la prof

"Col cazzo che sto zitta, ora per un ora desidererà non essere mai nata" dico io alquanto incazzata. Se c'è una cosa che mi da fastidio è sentirmi dire "stai zitta" o frasi simili. Sopratutto se è questa prof a dirlo.

Il ragazzo mi guarda ridendo e si siede dietro di me.

"Allora signorina se quella non era una canna mi dica perché indossa degli occhiali da sole in pieno Novembre"

"Glielo devo ripetere un'altra volta? Quella era una sigaretta figa" quella sbuffa e guarda da un'altra parte

"Lasciami fare l'appello ora mi hai stressata con le tue scuse"

"Mi scusi che ha detto? Se l'ho stressata così tanto allora non le dispiacerà se mi vado a fumare una sigaretta in cortile" dico e mi alzo dal banco

"No signorina lei non uscirà da quest'aula" detto ciò si alza anche lei, io inizio a correre e non mi fermo finché non arrivo al cancello di scuola, mi volto, vedo quel ragazzo dietro di me che ride e la prof che arriva, inizio a scavalcare finché qualcuno non apre il cancello,  così salto giù e corro.
Mi fermo che le gambe mi fanno male, mi siedo su una panchina, ho il fiatone, forse per sta cazzata sarò sospesa...

"Corri un botto" dice lui sedendosi accanto a me

"Capita quando in famiglia ti picchiano e quindi sei abituata a scappare di casa per non finire all'ospedale" dico io tranquillamente.

Da quando vivo dai nonni, non ho più nessun problema a parlare di me.

"Piacere Andrea" dice porgendomi la mano

"Simona" dico io

"Non ti ho mai visto in giro"

"Mi sono trasferito da pochi mesi e a scuola vengo raramente" dice

"Però di te ho sentito molto parlare"

"Girano molte voci su di me" ammetto io

"E fammi indovinare, tutte sbagliate?"

"In realtà no, una volta hanno provato a far girare voci false, mi davano della puttana, ho fatto sospendere un mese la ragazza, era solo invidiosa del mio rapporto con Marco"

"Come hai fatto?"

"Un giorno magari ti insegno, ma ora devo tornare a casa, non voglio che i miei nonni scoprano cosa sia successo dalla scuola"

"Aspetta ho una sola domanda" mi volto verso di lui, ha degli occhi davvero meravigliosi

"Era davvero un drum?" Mi chiede

"Certo, ma la canna me la sono fatta durantela pausa" mi tolgo gli occhiali, gli faccio l'occhiolino, lui sorride e me ne vado

La solitudine che mi accompagna // ShivaOnde histórias criam vida. Descubra agora