Chapter Two

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Dopo tre maledettissimi giorni da quella spiacevole esperienza, sono tornata alla mia vita quotidiana, senza minimamente pensare a ciò che era successo quella sera.

No, non ci pensavo affatto.

Il caso voleva che nel bel mezzo di qualsiasi faccenda, mi ritrovassi a pensare a quegli occhi magnetici ed a quella risata.

Maledetto Roger Taylor!

Appena sveglia, mi ero organizzata con Holland per andare a far colazione al bar, come di consuetudine, e, quindi mi ero lavata e vestita molto velocemente, indossando i miei amati skinny neri, abbinando una maglia di lana, dello stesso colore, che lasciava gli omeri scoperti e delle sneakers. Il colore? Nero, ovvio. E' il mio colore preferito.

Presi il mio cappotto, la sciarpa e la borsa, mi dirigo verso l'uscita dell'abitazione, salutando le due ragazze universitarie, Joanna e Clarissa, con cui condividevo la casa da qualche anno, informandole che non sarei rientrata per il pranzo.

Chiudo la porta dietro di me, decido di prendermela con comodo, immettendomi nella strada che mi avrebbe portata al bar, consapevole del ritardo di Holland.

Ancora una volta mi perdo nei pensieri, notando che da quella notte, non ero riuscita ad ascoltare una sola canzone dei Queen perché ogni secondo mi ricordava quel terribile momento. Non riesco davvero a spiegare questo tipo di associazione, in fondo, era Freddie che cantava, ma nei cori riuscivo a percepire involontariamente la voce di Roger e questo scatenava la mia ira. Non potevo permetterlo.

Non potevo permettergli di rovinare le mie giornate.

Amo la tranquillità e non posso permettere ad un ragazzino di sconvolgere la mia routine mentale.

Giunta davanti al bar, come previsto, non trovo Holland, quindi decido di entrare a causa del terribile freddo, occupando un tavolo per due con dei divani, liberandomi subito della sciarpa, della borsa, che appoggio al mio fianco, e del cappotto, beandomi di quel calore proveniente dal condizionatore ad aria calda.

Subito dopo, mi affretto ad estrarre il cellulare dalla tasca del cappotto, componendo il numero della rossa tinta e le invio un messaggio :

'' Sempre in ritardo, eh?? Io sono dentro, ho occupato un posto carino.

Fai presto, ho fame! Xx ''

Successivamente, sorrido a causa del mio messaggio. Amo metterle fretta, so quanto sia ansiosa ed sono perfettamente sicura del fatto che ritarderà ancora per questo motivo.

Sollevo il capo dal cellulare quando avverto la porta aprirsi e noto con mio grande dispiacere che la persona che sta entrando non è affatto Holland, ma bensì quello che in questi giorni è diventato un incubo : Roger.

Fantastico, è accompagnato da una mora, alta grazie alle sue scarpe con tacco, magra e che a quanto pare ami mettersi in mostra data la sua gonna abbastanza corta.

Distolgo lo sguardo quando avverto le mie guance colorarsi di rosso, ma non per imbarazzo, stavolta per rabbia. Cerco di nascondermi il più possibile nel divano, pensando in quel momento che un paio di occhiali ed un cappello mi sarebbero stati davvero utili in quel momento.

Vorrei chiamare Holland e dirle che improvvisamente il bar si è riempito e che, quindi, c'era un piccolo cambio di programma. Purtroppo, non è un piano affidabile perché ciò significa che per uscire sarei dovuta obbligatoriamente passare davanti a lui.

'' Ma guarda un po' il caso! Ci rivediamo, Mrs.. Dio, non so il tuo cognome. E credo di non ricordare nemmeno il tuo nome. ''

Impallidisco improvvisamente per tre motivi :

Sweet LadyUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum