Chapter Ten

2.2K 98 136
                                    

Disegno delle forme astratte sul petto di Roger, beandomi delle carezze fra i capelli, scendendo lentamente sulla mia schiena, facendomi rabbrividire. Sollevo lo sguardo, incrociando il suo, per poi baciarlo con dolcezza, schioccando ripetutamente dalle sue labbra, per poi stringermi al suo corpo.
Dopo qualche istante, un profumino delizioso si fa spazio nella stanza, facendomi mugolare, affamata, per poi spalancare gli occhi quando ricordo del ciambellone in forno.

" Oh, mio Dio! Roger, il ciambellone! "

Mi sollevo improvvisamente dal suo petto e dal letto, afferrando la sua camicia, abbottonandola velocemente, per poi indossare le mie mutandine, avvicinandomi alla porta, facendo scattare la serratura con la chiave, correndo, successivamente, al piano inferiore.
Giunta in cucina, spengo immediatamente il forno, aprendolo per far uscire il calore concentratosi all'interno, per poi estrarre lo stampo con due guantoni, posandolo sui fornelli. Osservo il ciambellone, sospirando di sollievo quando non vedo parti bruciate o carbonizzate.

" Si è bruciato? "

Mi volto verso la provenienza della voce, scorgendo Roger, appoggiato al tavolo, in boxer, con le braccia incrociate, che mi fissa. Nego in risposta con il capo e lascio i guantoni sul ripiano, avvicinandomi al suo corpo, riprendendo ad abbottonare la camicia, lasciandomi bloccare i polsi dal biondino nel momento in cui ricomincio.

" Non mi sembra di averti detto di coprirti. A me piace tutto ciò, vedo non vedo. "

" Mi potrei raffreddare, sai? "

" Lieto di essere il tuo infermiere personale. "

" Oh, ma smettila! "

Poso una mano sul suo petto, spingendolo leggermente, per poi lasciarmi attirare a lui, fra le sue gambe. Schiudo le labbra quando le sue mani si poggiano sulle mie natiche, aprendole, stringendo, poi, la presa, mordicchiandomi l'inferiore in una piccola tortura. Circondo il suo collo con le mie braccia, poggiando i gomiti sulle sue spalle, insinuando le mie dita fra i suoi capelli, accarezzandoli lentamente. 
Nello stesso tempo, percepisco le sue mani muoversi con estrema lentezza, accarezzandomi, salendo, le forme e la schiena, scendendo nuovamente sulle mie natiche, impossessandosene con una salda presa, schiaffeggiandole, provocandomi un gemito, sollevandomi per qualche millisecondo in punta di piedi.

'' Dovrei farlo più spesso, no? ''

'' Stai zitto. Hai fame? ''

'' A dire il vero, sì. ''

Non appena annuisce, sciolgo la presa dal suo collo e mi volto per avvicinarmi ai fornelli per liberare il ciambellone dallo stampo, ma ogni singolo gesto mi viene impedito quando mi afferra per i fianchi, attirandomi nuovamente al suo corpo, seppur di spalle.

'' Rog, non hai detto che hai fame? ''

'' Sì, ma non ti ho detto di cosa. ''

Sussurra al mio orecchio, facendomi deglutire a vuoto, per poi lasciargli spostare i miei capelli di lato, impadronendosi del mio collo, baciandolo, mordendolo e leccandolo in alcuni punti.

'' Beh, ci sarebbe il ciambellone oppure.. oppure.. ''

Schiudo le labbra, lasciandomi sfuggire un ansimo quando una sua mano raggiunge il mio seno al di sotto della camicia, palpandolo con movimenti circolari, pizzicandomi talvolta il capezzolo, torturandomi il labbro per impormi contegno.

'' Oppure? ''

Avverto le sue labbra sfiorarmi l'orecchio, giungendo al lobo, mordicchiandolo appena, per poi ritornare al collo, dedicando la completa attenzione.
Cerco in qualche modo di restare lucida, provando a ricordare cosa presenta la dispensa ed il frigo, ansimando a volte a causa dei suoi movimenti.

Sweet LadyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora