013

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Jungkook si tolse le lenzuola da dosso, sbadigliando  mentre i suoi occhi si fermavano all'orologio sul muro. Per qualche strana ragione, un sentimento acuto divenne causa di tentare di aprire gli occhi, poiché aveva pianto troppo la notte prima.

Mezz'ora dopo, completamente vestito e con un alito fresco, scese in sala da pranzo. Abbastanza sorpreso, il cibo era già sul tavolo, sua madre serviva tazze di caffè e suo padre leggeva una rivista di moda. Uno scenario usuale e corretto.

Un uomo e una donna, così come voleva la società.

"Buon giorno," mormorò, prendendo posto di fronte a suo padre, le sue dita irrequiete sul tavolo. "Oggi non andate a lavoro?"

"Ho preso dei giorni liberi," rispose il più anziano, facendo scorrere lentamente le pagine. "E anche tua madre."

Jungkook annuì, sussurrando poi un "Grazie" a sua madre quando gli fu dato la tazza di caffè.

"Jungkook," la donna lo chiamò, seduta accanto a suo marito, "Come vanno le cose con Jisoo? Questa settimana non è venuta a trovarci."

"Avete litigato?" chiese suo padre curioso, tenendo la rivista per prestarle molta attenzione.

Quelle domande gli fecero andare di traverso il caffè.

Cosa doveva dire? La verità?

"Abbiamo litigato." ammise.

Una voce che gli sussurrava che bugiardo fosse, gli causò un immenso desiderio di piangere. "Ma sistemeremo le cose, non vi preoccupate... ci amiamo."

Una madre conosce i suoi figli, e quella di Jungkook sapeva che quest'ultimo non diceva la verità, ma io lo ignorò a suo vantaggio. In qualche modo, era consapevole della mancanza di Taehyung in quella casa, del pianto che il suo primogenito emetteva ogni notte e di quanto si ingannasse cercando di essere un ragazzo normale.

E infondo era giusto. Jungkook doveva stare con una donna, sposarsi, avere figli e quindi compiere il ciclo della sua vita. Non era omosessuale suo figlio. "Spero possiate risolvere presto." mormorò sorridendo.

Jungkook continuò a gustare la sua colazione, rifiutandosi di partecipare alla conversazione tenuta dai suoi genitori pochi minuti dopo. La sua testa era piena di immagini che gli facevano pulsare il cuore dolorosamente.

Perplesso, si asciugò la guancia destra quando cadde la prima lacrima. Presto, iniziò a singhiozzare e la conversazione dei due adulti si fermò e con panico, la donna prese la mano del marito, chiedendosi perché il suo bambino piangesse con un'espressione straziante.

"Kookie.."

"Mi dispiace.." rispose alzandosi immediatamente dal suo posto. "Non ne posso più,"

"Cosa sta succedendo?" domandò suo padre, stranito dalla forte stretta di sua moglie e dalla tensione palpabile.

"Jungkook.."

"Mamma, non ce la faccio più." le mani del ragazzo tremavano, dovette aggrapparsi allo schienale della sedia per evitare di crollare. "Non mi piacciono le donne, amo una persona del mio stesso sesso... sai chi è, mamma.."

"Non sai cosa stai dicendo," in meno di un secondo si avvicinò al figlio appoggiando le mani sul suo viso bagnato, fissandolo. "Tu ami Jisoo, l'hai sempre amata. Quando sarai grande la sposerai e avrai dei figli. Sarò una nonna, Kookie. Questa è la cosa giusta."

"No.."

"È cosi," lo bloccò, scuotendolo. "Una donna e un uomo, okay?"

"Mamma..-"

"Ripeti dopo di me, piccolo,"

"Ma-"

"Uomo e donna è corretto,"

Jungkook guardò suo padre trovando in lui uno sguardo impossibile da decifrare.

"Uomo e donna.." ripeté dopo un minuto, volendo incidere permanentemente quella regola nella sua testa. La madre annuì compiaciuta, posando un bacio sulla fronte del ragazzo.

Heechul aprì la bocca in segno di sorpresa.

"Che stai facendo, Nerea?"

Sua moglie lo guardò con la coda dell'occhio, allontanandosi un po' da suo figlio. "A cosa ti riferisci? Io dico a mio figlio solo quello che è giusto."

"È giusto fargli pensare che amare un uomo è sbagliato?"

"Sì, è sbagliato."

Jungkook sentì quell'ultima frase come se fosse stato un pugnale dritto al petto. Amare Taehyung era sbagliato? Forse. Ecco perché ha finito per distruggere la sua amicizia, ha ferito così tante persone; era malato, era dannoso.

"Jungkook, non ascoltarla,"

Heechul scosse la testa, indignato.

"Papà.."

"Vieni con me."

Senza lasciarlo continuare, Heechul trascinò Jungkook fuori dalla casa, portandolo alla sua auto. Il suo obiettivo principale era portare via suo figlio dalla persona che aveva messo tante idee sbagliate nella sua testa. Come avrebbe potuto permetterselo? Quante volte Jungkook avrebbe sentito questa cosa? Guidando senza meta, nessuno dei due osava dire niente. Beh, finché Jungkook non volle rompere il silenzio.

"Io amo Taehyung."

Confessarlo non era stato difficile. Ne tantomeno sentì qualcosa di sbagliato in ciò.

Heechul non rispose, continuava solo a guidare.

Jungkook si immobilizzò, rifiutandosi di continuare a parlare.

Cosa farà suo padre adesso?

...

Taehyung delineò la fotografia che era in quella cornice dorata, sospirando prima di metterla nella sua valigia. Doveva essere in due ore in aeroporto, stava per andarsene e finalmente ci sarebbe stata la chiusura di tutto quello che era successo negli ultimi mesi in Corea.

Addio, cuore spezzato. Addio, amore non corrisposto. Addio a Jungkook.

Prese le valigie, scendendo con cautela al primo piano, vedendo sua madre con un sorriso triste.

"Dobbiamo andare."

"Sì."

Preparato ad entrare nella macchina di sua madre, interruppe ogni azione che stava facendo quando vide Jungkook e suo padre padre parcheggiati davanti a casa sua.

Voleva scappare via.

Jungkook era allarmato nel notare dove si trovavano.

"Jungkook," Heechul lo chiamò, ricevendo uno sguardo luminoso da suo figlio, "Dirò solo questo e voglio che tu ascolti attentamente, si?"

"Papà.."

"Amare un uomo non è sbagliato, piccolo. Non decidi di chi ti innamori, succede e basta. E se quel ragazzo, che hai chiamato il tuo migliore amico per anni, è il proprietario del tuo cuore, fallo, ammettilo e non avere vergogna."

"Non- Non sei deluso?"

"Perché?" chiese con un piccolo sorriso, facendo scivolare la mano tra i capelli castani di suo figlio. Jungkook provò a parlare, ma lui negò dolcemente. "Sono sempre stato fiero di te, Kook. Che ti piaccia qualcuno del tuo stesso sesso non ti rende meno, né una disgrazia; tu vali la persona che sei, non a causa di una preferenza sessuale Jungkook, sei mio figlio. E niente mi farebbe sentire più felice di vederti fare la cosa giusta."

"Mi dispiace," si scuso per l'ultima volta, aprendo la porta del veicolo.

Heechul formò un sorriso con le labbra chiuse. "Vai, Jungkookie."

Il corvino scese dall'auto, dirigendosi verso Taehyung.

Sì, sarebbe stato sincero per la prima volta nella sua vita da quando aveva scoperto quanto il maggiore gli piacesse.

friends don't do this ° vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora