Panchina. (Thomoria)

259 18 1
                                    

Schizzi di matita su schizzi, qua mi sembra di vedere una mano, qua di vedere un volto arrabbiato, o forse triste: opto per la seconda opzione.
Da grande fanatico della puntualità quale sono non posso negare di essermi infastidito all'idea di star aspettando una ragazza ovviamente in ritardo, magari un ragazzo, magari un adulto, magari un animale; fatto sta che sono passati già 25 minuti e ancora non è arrivata. Mi appresto a sistemare lo zaino rosso sotto la panchina dove sono seduto e a riprendere in mano matita e quaderno: qualche schizzo di qua, di là, 16.30, ecco mezz'ora precisa, e ancora lei non c'è:

-Aspetti qualcuno?- la voce non era probabilmente la sua, era invece la voce affaticata di una ragazza che ha corso e che ancora non è arrivata a destinazione, infatti urla; alzo lo sguardo dal quaderno allontanando un ciuffo biondo dalla vista:

-Sembri solo, si vede che aspetti qualcuno, in effetti.- annuisco e sorrido alla sola idea che non si tratti della persona che, effettivamente, aveva detto di essere: occhi blu, qualche lentiggine opaca, un neo sul labbro inferiore...tutto scomposto, ma così affascinante.
È forse il ritardo è ció che ha reso possibile la mia conversazione con lei, pur non essendo lei la persona che aspettavo?
E se la persona che aspettavo di fosse presentata probabilmente, su quella panchina, non avrei mai saputo il suo nome:

-Io sono Victoria, comunque.-

-Thomas.-

I Made You A Playlist [short stories]Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum