Capitolo 56

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"Dobbiamo tornare dentro" spiegò Gin "Non abbiamo avuto modo di perlustrare meglio ma sicuramente ci saranno dei locali sotterranei dove ci sono ancora delle persone che si trovano in uno stato di dormi-veglia. Questi covi sono ben sorvegliati perché vengono usati per trasformare nuove vittime in vampiri. Prima li tengono imprigionati per giorni cibandosi lentamente del loro sangue, e poi quelli migliori li scelgono per portare avanti la loro specie. Per questo Castiel ha detto che il lavoro non è finito, bisogna uccidere anche loro".
"Ma Gin sono persone, magari possiamo ancora salvarle!" disse Ellen.
"No non possiamo più aiutarli, non sono più esseri umani, sono stati morsi ormai sono infetti e il processo di trasformazione è già in corso" rispose l'amazzone.
"E tu come cavolo fai a sapere tutte queste cose?" domandò Jo.
L'amazzone la guardò negli occhi con una tale intensità da farle abbassare subito lo sguardo per la domanda mal posta.
Dean si girò verso di lei, stava per rimproverarla severamente ma fu subito interrotto da Gin che disse con tono seccato: "Sono stanca della tua aggressività, in più che ti ho salvato la vita hai ancora da sentenziare o da mettere in dubbio ciò che sto dicendo!?! Dopo questa vicenda non farti più vedere, non ho alcuna intenzione di rivolgerti la parola!".
"Gin, ti prego... Almeno tu... Sii comprensiva..." la implorò Ellen.
La cacciatrice si voltò a guardare la sua amica, le doveva molto e così lasciò perdere, dopotutto c'erano cose più importanti da fare.
"Cosa vorresti fare allora?" domandò Sam tornando alla questione vampiri.
Gin si girò verso est, il sole si stava alzando su quella notte infernale, e forse era arrivato il momento giusto per provare finalmente il suo scudo. Si alzò con fatica, la ferita non sanguinava più per fortuna, andò alla macchina e aprí la portiera, nel momento in cui prese in mano lo scudo i bracciali iniziarono a brillare.
"Ginevra vuoi farlo adesso?" chiese Castiel.
"Si" rispose lei guardando l'angelo "Allora, è un piano che non ho mai messo in atto perciò... Spero che funzioni. Bisogna attirare l'attenzione di quelle creature con del sangue, il suo odore risveglierà la loro sete e si dirigeranno di corsa nella direzione che vogliamo noi. Fuori dall'oscurità del loro bunker saranno indeboliti dalla luce del giorno e senza ricorrere alle armi potrò annientarli in un attimo".
"Intendi usare i bracciali?" chiese Sam.
Lei annuì dicendo: "Esattamente, ma non da soli, usandoli insieme allo scudo si dovrebbe instaurare un legame tra loro. Non so come spiegarlo, non ne sono sicura nemmeno io... Trasferendo l'energia dei bracciali sullo scudo, esso dovrebbe riuscire a propagarla in un'unica direzione in base a dove viene riposto e proteggendo ciò che sta dietro".
"Perché invece non possiamo entrare e farli fuori tutti?" domandò Bobby.
"Perché ce ne saranno almeno una cinquantina, quella è una fabbrica di vampiri Bobby non abbiamo abbastanza munizioni e il fuoco non li fermerà, sono in troppi e molto forti" gli rispose lei.
"Ma sei ferita! È una follia! Non vorrai andare lì dentro da sola Gin?!" disse Dean contrariato.
"Si invece, non posso fare questa prova con lo scudo se devo preoccuparmi anche per la vostra incolumità. Ce la faccio comunque, non mi fa poi così tanto male..." rispose lei.
"No io non sono convinto, se ti accadesse qualcosa saresti da sola!" insistette il cacciatore.
"Andrò io con lei Dean. Non preoccuparti non le accadrà nulla, la aiuterò io se dovesse aver bisogno" si intromise Castiel.
"Non è questo il momento di scherzare Castiel!" replicò Dean.
"Non scherzo mai su queste cose dovresti saperlo" gli rispose serio l'angelo.
Dean non poté fare altro che accettare, si rivolse a Gin prendendole il volto tra le mani e le disse: "Io e te abbiamo delle faccende in sospeso, vedi di tornare tutta intera altrimenti verrò io a prenderti".

L'Amazzone E Il CacciatoreWhere stories live. Discover now