Capitolo 66

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"Volevi sapere di mia madre..." disse Gin sospirando mentre iniziarono a mangiare la portata di carne appena arrivata.
"Non voglio obbligarti lo sai" replicò Dean.
"Non c'è problema, è solamente un argomento delicato di cui non parlo mai. Ma le cose sono diverse adesso, sei il mio compagno, è giusto che tu sappia di lei" rispose sorridendo.
"Allora da dove iniziare... Mia madre si chiamava Nancy, Nancy Spencer. Era l'unica figlia di Diana e di un uomo di cui non so nulla. Era nata a Parigi in Francia, città dove ha sempre vissuto Diana prima che partisse per tornare al suo popolo. A 18 anni rubò tutti i soldi che avevano in casa e scappò qui negli Stati Uniti. Passò da una cittadina all'altra facendo i più svariati e fantasiosi lavori che trovava per mantenersi, la stessa cosa fece con gli uomini, non ho idea di quanti me ne abbia presentati".
Gin bevve un sorso di birra per mandare giù i ricordi amari, poi continuò: "A 23 anni rimase incinta di me, anche qui non ho idea di chi sia mio padre, presi il cognome di mia madre. I primi 8 anni della mia vita per la maggioranza li passavo in camere di motel, eravamo sempre in giro per il paese, sempre senza una meta".
"Riuscivi a frequentare la scuola?" domandò Dean, si sentiva molto coinvolto dato che anche lui aveva passato la sua infanzia senza una fissa dimora.
Le prese la mano per farle capire che la comprendeva, Gin contraccambiò stringendogliela.
"Ci provavo ma cambiare spesso scuola non è il massimo... Quando avevo 9 anni mia madre conobbe Jake e per circa 3 anni tutto filò liscio, sembrava che avesse trovato quell'amore che tanto cercava; si sposarono e lui volle acquisire i diritti di tutore su di me, anche se non era il mio vero padre. Era il primo uomo che fece una cosa del genere per me, di solito ero perlopiù un peso".
Gin chiuse gli occhi, nella sua mente scorrevano tutta una serie di ricordi sepolti ormai da tempo, poi proseguì: "Sono stati senza dubbio gli anni più belli della mia infanzia, fino a quel giorno. Una sera lei non venne a prendermi a scuola, chiamarono Jake e lui arrivò sconvolto, non sapeva come dirmelo".
"Cos'era successo?" chiese gentilmente Dean.
"Sparita: aveva fatto i bagagli e preso la macchina, se n'era andata via. Lasciò solo un misero biglietto sul tavolo scrivendo che mi voleva bene, le dispiaceva ma non poteva restare e chiedeva a Jake di prendersi cura di me".
"Pensi centrino qualcosa i demoni per via del vostro sangue?" domandò il cacciatore abbassando la voce per non farsi sentire.
"Non sono mai riuscita a scoprire nulla a riguardo, potrebbe essere anche se improbabile dato che lei non ha mai avuto la linfa vitale e le abilità di un'amazzone".
"Cosa intendi dire?"
"Devi essere meritevole affinché si possano sviluppare tali caratteristiche, non è solo questione di eredità ma anche di nobiltà d'animo, così me lo spiegò Diana. Mia madre non le ha mai volute o accettate, lei voleva essere umana e basta, il problema era che non le riusciva bene neanche quello. Tempo dopo si ripresentò a casa per portarmi via di nuovo con sé, Jake non glielo permise e con la loro separazione si aprí anche il caso per il mio affidamento. Io..." Gin fece una pausa di pochi secondi, i sensi di colpa non se n'erano mai andati "Io non volevo farla soffrire, ma con Jake avevo trovato un padre e una stabilità, avevo una casa e una famiglia finalmente, andavo a scuola e mi ero fatta degli amici. Non volevo tornare alla vita di prima, così decisi di dare la mia opinione e il giudice la ascoltò. Una sera dopo la sentenza lei si arrabbiò tantissimo con me, aveva bevuto e mi disse cose orribili, parole che nessuna figlia dovrebbe ricevere".
Dean comprese subito il suo stato d'animo turbato, così tentò di rassicurarla: "Qualsiasi cosa ti disse ricordati che non è vero niente".
Gin apprezzò e gli strinse la mano dicendo: "Grazie Dean. Jake intervení subito cacciandola di casa e minacciando che avrebbe chiamato la polizia se non se ne fosse andata. Da quella volta non la vidi più, cercai di contattarla molte volte ma lei non rispose mai. Quando morí ero molto arrabbiata con lei, ero una ragazza di 15 anni e stavo vivendo un periodo critico: stavo sviluppando le mie capacità di amazzone".
"Gin tesoro mi dispiace. Deve essere stato tremendo vivere tutto questo".
"Ormai è passato. Quando arrivò Diana, di cui non ne conoscevo nemmeno l'esistenza, la mia vita cambiò: mi spiegò molte cose, mi addestrò e contribuì a farmi diventare ciò che sono ora. Quando morì Jake, nonostante fossi a pezzi, trovai lo stesso la forza e la volontà per rialzarmi in piedi. Non saprò mai cosa l'aveva spinta ad andarsene".

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