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Mi trovavo in camera mia, assorta nei miei pensieri, fumando una sigaretta osservando i palazzi che mi si presentavano fuori dalla finestra.
Il fumo faceva odorare la mia stanza, i miei capelli, la mia me, di un profumo forte, di tabacco.
Adoravo sentire quel profumo.

In quel che è la mia giornata, questi sono i miei momenti preferiti, quando posso fare quello che voglio.

Mi alzai dalla sedia dove ero stravaccata e andai in bagno per farmi una doccia.

Lentamente iniziai a spogliarmi.

Odiavo il mio fisico.

Mia madre lo chiamava disordine alimentare ma io lo vedevo semplicemente come un fisico di merda.
Tutti dicevano che ero eccessivamente magra ma io mi vedevo grassa.

Nonostante riuscissi a vedere e sentire le costole, mi sentivo brutta, grassa, senza fascino.

                              ***

Appena tolti gli ultimi indumenti entrai in doccia.

Amavo fare lunghe doccie fredde, che quasi mi bloccavano la circolazione, infatti mi aiutavano a pensare.

Pensare a quello che sarebbe successo domani, pensare a quello che era successo ieri.

Con la testa piena di pensieri mi insaponai il corpo, massaggiandone con cautela ogni parte.

Dal corpo arrivai ai miei capelli, quella massa liscia e nera di capelli. Erano molto lunghi, e avevano lo stesso odore dei miei vestiti. Un odore forte di fumo.

Finita la doccia uscii, mi asciugai i capelli e tornai nella mia camera. Era si una camera ma anche la mia condanna. Il luogo dove ogni adolescente dovrebbe sentirsi al sicuro faceva sentire me in trappola, chiusa dentro quelle quattro mura che nonostante fossero decorate a mio piacimento nascondevano un passato tormentato, pieno di sofferenze e lacrime, lacrime che lentamente iniziarono a sgorgare dai miei occhi al solo pensiero...

Inizio flashback:
"Vieni qui tesoro" mi sussurrava il mio patrigno "NO! Lasciami stare" "eddai piccola, se fai così mi costringi ad usare le maniere forti"
"no per favore"... SLAP!
Fine flashback.

Velocemente le asciugai, nessuno doveva vedermi debole, non potevo permetterlo.

Volevo anzi dovevo solo trovare una anestesia che mi avrebbe aiutata a dimenticare ciò che in realtà non può essere dimenticato.

Presi il vinile di "night at the opera" dei queen, lo posai sul giradischi e iniziai ad ascoltare il mio gruppo preferito.

Mi sedetti sul divanetto che avevo fatto creare appositamente sotto la finestra per poter ammirare l'esterno, presi il mio libro preferito "il buio oltre la siepe" ed iniziai a leggere.

La luce del giorno iniziava a mancare per far spazio all'oscurità della notte.

Posai il libro, feci fermare il giradischi e andai in cucina da mia madre.

" Michelle ti va sta sera di andare a prendere una bella pizza? La mamma è molto stanca e penso che andrà a letto a momenti" a malapena riuscii a capire quel che mi aveva detto.
Era troppo ubriaca per scandire al meglio le parole.

*YAWN*uno sbadiglio e crollò sul divano, -ottimo- pensai.

Andai in camera per vestirmi.
Indossai dei jeans neri stretti, aprii la finestra per controllare la temperatura e felicemente potei constatare che era molto alta nonostante fossero le 21.

Mi misi un reggiseno di pizzo, il pizzo scendeva fino a metà busto. Presi un crop top che pareva anch'esso un reggiseno e lo misi sopra, i capelli li lasciai lisci naturali. Come make up optai per una semplice linea nera di eyeliner e del mascara.

Presi la mia fidata giacca di jeans, le chiavi di casa, la mia borsa, mi misi le mie vans a quadri e  gli auricolari.

Uscii silenziosamente per non far svegliare mia madre anche se sapevo perfettamente che sarebbe resuscitata il giorno dopo verso l'ora di pranzo.

Abitavo in un piccolo condominio nella periferia di new York, il posto perfetto per trovare gente con intenzioni poco galanti.

Mi stavo incamminando per raggiungere il centro così per avere una cena decente e fu lì che lo vidi.

Suddenly Togheter ~//^Tom Felton ^//~Where stories live. Discover now