XIV

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Michelle's P.O.V
Era passato un mese da quando Frank mi aveva portata via da Tom.

Tom...

Di lui non ricevetti più alcuna notizia, inizialmente ci rimasi male, ma il male psicologico era inferiore a quello fisico causato da Frank, quindi dopo un po' non ci pensai più.

"Stronzetta sono a casa" disse una voce proveniente dal salotto. Mi aspettava una serata come quella precedente, e quella prima ancora.
Sentii il rumore di una chiave nella serratura della porta di camera mia, feci in tempo ad alzarmi che Frank mi si piazzo davanti :"cazzo Michelle come ti ho ridotta piccola mia" disse con sguardo triste.

Mi accarezzò la guancia.

La tristezza nei suoi occhi si tramutò in divertimento, scoppiò dalle risate e mi diede un ulteriore schiaffo in viso.
Troppo affaticata, non riuscii nemmeno a reagire.
L'inferno era appena ricominciato.

Tom's P.O.V
Era da un mese che non uscivo da casa mia. Stavo impazzendo. Cercavo nella maniera più disperata qualche informazione su Frank, su dove abitasse o almeno su che persone frequentasse.

Mi mancava la mia bambolina, la mia routine giornaliera era prevalentemente concentrata sulle mie ricerche, ma ogni tanto mi dirigevo nella stanza degli ospiti ed annusavo i vestiti della mia principessa. Tutti odoravano di fumo e vaniglia, quel profumo era divenuto ormai una droga per me.
Mi guardai sullo specchio del bagno utilizzato da Michelle, ero conciato parecchio male. Due profonde occhiaie solcavano la parte inferiore dei miei occhi ; i capelli biondi, sempre stati perfetti, erano un completo disastro, una leggera barba contornava la mia bocca e le mie guance.
Decisi che era ora di tornare al lavoro, mi diressi nel mio studio e continuai con le ricerche.

Frank's P.O.V
Lasciai la camera di Michelle soddisfatto, come sempre d'altronde, mi sistemai i pantaloni, la camicia ed i capelli e mi diressi all'ospedale.
Prima di raggiungere l'ospedale feci una sosta. Entrai nel bar 'reverso' un piccolo locale dove io e dei miei amici ci troviamo per progettare dei lavoretti.
"Hey Frank come va?" mi chiese George, un mio caro amico "da Dio, da quando ho ritrovato Michelle a casa non mi annoio mai" risposi ridendo. "un giorno ce la farai conoscere vero?" chiese una voce alle mie spalle; "si dai, solo se avete intenzione di pagarmi il giusto" dissi senza nemmeno voltarmi.
"ora vieni però, dobbiamo parlare del lavoro che mi avevi assegnato" disse George alle mie orecchie. Ci dirigemmo ai tavoli da biliardo per parlare senza essere disturbati "Felton continua a fare ricerche su di te Frank, hai fatto qualche casino?" disse George; "di recente non mi sembra, a meno che non conosca Michelle" a quell'affermazione George si irrigidí "potresti farmi vedere una foto di Michelle?" chiese subito dopo.
Io gliela mostrai ed egli prese il suo telefono ed iniziò a digitare qualcosa.
'uno degli scapoli più ambiti di New York, Tom Felton, trovato nel ristorante del Felton Palace con ragazza sconosciuta, scandalo per le fan!' era il titolo di un articolo di giornale con una foto di Felton con Michelle.
"Cazzo George..." imprecai.

Qualche ora dopo uscii dal bar e mi diressi verso l'ospedale. Andai a trovare mia moglie. Era ancora in coma, ma i medici avevano detto che probabilmente non si sarebbe ripresa.
Avevo già parlato con degli avvocati per Michelle, se fosse successo qualcosa, io sarei stato il suo tutore nonché suo patrigno, quindi il problema era già stato risolto.

Mi sarei divertito parecchio con quella ragazzina.

Tom's P.O.V
Decisi che ormai non avevo speranze di trovare qualcosa riguardante Frank su internet o negli archivi, quindi andare a trovare la madre di Michelle sarebbe stato meglio.
Entrai nella camera di Michelle per frugare nella sua borsa. Trovai la sua carta d'identità con scritto nome e cognome suo e dei suoi genitori e mi diressi verso l'ospedale che mi era stato indicato da Jane quando mi aveva chiamato la notte della scomparsa di Michelle.

Una ventina di minuti dopo mi trovavo all'entrata dell'edificio.
Chiesi all'infermiera di turno la stanza della signora Kate Smith. Dovetti minacciarla svariate volte, ma dopo poco mi disse in che reparto si trovava e il numero della stanza. A passo spedito varcai l'ingresso dell'ospedale.
Trovai la stanza in una manciata di minuti.
Ci entrai.
Sorrisi.
"bene bene, ma chi abbiamo qui" dissi con aria alquanto incazzata
"ciao Tom" mi salutò Frank.
"penso tu sia già consapevole di cosa, o meglio, di chi stia cercando... Vero?" dissi cercando di mantenere la calma
"si, però non ho intenzione di ridartela, sono il suo tutore nonché suo patrigno" disse ridendo, per poi spostarmi e dirigersi verso l'uscita.
Guardai la madre di Michelle addormentata "non si preoccupi signora, non lascerò che quell'uomo faccia ancora del male a sua figlia" e lo seguii.

Suddenly Togheter ~//^Tom Felton ^//~Where stories live. Discover now