XV

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Frank's P.O.V
Appena uscito dalla camera di mia moglie chiamai George:
F:"Hey senti, potresti mandarmi un paio dei tuoi amici per qualche giorno? Vorrei essere sicuro che nessuno eccetto me entri in casa mia"
G:"Frank, non è che hai Tom alle calcagna? Perché se è così io non sprecherò nessun uomo per questa causa persa"
F:"Tranquillo so quello che faccio, voglio solo che quella feccia di Felton stia alla larga da Michelle e dalla mia casa, metterò quegli uomini a sorvegliare il nostro condominio"
G:"Frank per questa volta mi fido di te, ma se succede qualcosa ai miei uomini puoi scordarti il lavoretto e oltre che a Felton, avrai anche me contro"
F:"è un piacere fare affari con te George"
G:"io ti ho avvisato, ti manderò i miei migliori uomini... A presto"
F:"À presto".

Controllai di non essere seguito e mi diressi al 'reverso'.
"è lei il signor Johnson?" disse una voce roca alle mie spalle
"si, vi ho ingaggiati per controllare la mia casa, un'uomo vuole prendersi ciò che è mio di diritto e sta ficcano il naso negli affari della persona sbagliata."
"può descriverci l'uomo?" chiese la voce
"vi bastano due parole:Tom Felton"
Gli diedi il mio indirizzo e mi diressi a casa da Michelle. Prima di allontanarmi dal locale cercai il mio portafogli per offrire un bicchiere di Scotch all'uomo.
Cercai nelle tasche della mia giacca.
Ma non c'era nessuna giacca.
Imprecai come mai prima d'ora.

Tom's P.O.V

Non ritenevo possibile che Frank sia stato così ingenuo da lasciare la sua giacca sulla sedia dell'ospedale prima di andarsene.
Controllai bene le tasche, e fortunatamente trovai ciò che mi serviva. -bingo- pensai tra me e me.
Il portafoglio di Frank Johnson.
Vi trovai la sua patente e la sua carta d'identità..
-residenza: South Bronx, Nelson Street 24 -
Chiamai un taxy e mi ci feci portare immediatamente.
Esitai qualche istante prima di entrare nel condominio. Notai all'ingresso due uomini in divisa nera con un simbolo bizzarro.
Lo stesso simbolo lo ritrovai in una giacca di un "passante".
Era inaccessibile dall'entrata principale...

Mi ricordai di quando Michelle mi raccontò di essere scappata da casa tramite le scale anti incendio.

Eccole la.

Chiesi al taxista di parcheggiare in un vicolo un po' più appartato e scesi.

Mi abbassai quando notai un'uomo osservare la mia direzione. Quasi a carponi mi diressi alle scale di ferro anti incendio all'esterno del condominio. Feci un passo per controllare quanto rumore emettevano ad ogni mio passo.
Iniziai a salire.
Cercavo in ogni finestra la sagoma della mia Michelle quando sentii un urlo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Era lei.
Dopo il primo ne seguirono altri ed altri ancora. Contemporaneamente cercai la provenienza di quegli urli agghiaccianti.
Arrivai al sesto piano.
Trattenni il fiato e strinsi i pugni.

Michelle's P.O.V
Prima di dirigersi in ospedale, Frank mi concesse una doccia.
Mi spogliai ed entrai nella cabina.
L'acqua calda mi rilassava. Come sciacquavo via lo sporco, cercai invano di sciacquare via anche il dolore e i lividi. Che stupida.

Uscii velocemente da quelle piccole coccole a me concesse e mi vestii.
Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi, fingemdomi la bella addormentata in attesa del suo principe azzurro che la salvi.

Mi svegliarono delle grida maschili.
"MICHELLE" gridavano...
Non feci in tempo ad aprire gli occhi che ricevetti un pugno in pieno ventre
"CHE CAZZO CI FACEVI CON TOM FELTON AL FELTON PALACE!?" mi domando tutt'altro che gentilmente.
Rifiutai di rispondere.
Ricevetti altri pugni e calci simili al primo, ma rimasi sconcertata quando Frank tirò fuori un piccolo aggeggio argentato.
Un coltellino.
Iniziò facendo un piccolo solco nella mia gamba. Lanciai un urlo lancinante.
"PARLA STRONZETTA, O CONTINUO"
Al contrario di parlare urlai ancora, ancora e ancora.
Dopo una buona mezz'ora, quell'agonia finí.
Sentii una voce ovattata provenire dalla finestra, mi stava chiamando.
Per la troppa debolezza nel mio corpo non riuscii neanche a voltarmi, udii un vetro rompersi prima di svenire.

Tom's P.O.V
Non mi sentiva. La chiamavo, le urlavo di girarsi, di reagire, ma non successe niente.
Rrspirai a pieni polmoni prima di tirare un forte pugno al vetro della finestra, inizialmente non si ruppe, quindi dovetti continuare e continuare a tirare potenti pugni a quella finestra. Quando si ruppe notai le mie nocche sanguinanti, ma le ignorai.
Mi precipitai dentro la stanza della mia piccola principessa.
La trovai distesa nel suo letto in una pozza di sangue. Senza curarmi del fatto che Frank si trovasse nella stesa casa, la presi in braccio, la strinsi a me, e scesi per le scale anti incendio.
Fortunatamente gli uomini di Frank dopo il rumore della finestra rotta entrarono nel condominio, quindi la strada sarebbe stata libera.

Chiamai l'ambulanza, che dopo pochi minuti arrivò.
Vedevo la mia Michelle sdraiata nella brandina dell'ambulanza, i medici che le iniettavano liquidi a me sconosciuti tramite flebo. Le strinsi una mano.
Non mi resi neanche conto di una lacrima che scese dal mio occhio destro, che grazie alla forza di gravità andò a cadere sulla mano della mia bimba.

Suddenly Togheter ~//^Tom Felton ^//~Where stories live. Discover now