II

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Un ragazzo alto, biondo ossigenato con occhi di ghiaccio.

L'avevo visto osservarmi in lontananza ma non ci avevo fatto molto caso, continuai a passo spedito verso la mia meta: il centro.

Xx's P.O.V's
Ero appena uscito dal palazzo per andare a cenare, volevo allontanarmi da quel branco di idioti che tentavano di pulirmi il culo come se fossi loro figlio.

Feci i primi passi sul marciapiede quando notai in lontananza una ragazza minuta che camminava per le strade di questa polverosa città spensierata.

Aveva gli auricolari alle orecchie, era nel suo mondo. Camminando stava fumando una sigaretta e non potei fare a meno di notare l'eleganza con cui la calpestó prima di continuare col suo passo.

La osservai girare per un piccolo vicolo seguita da un gruppo di ragazzi che le fischiavano dietro.

Prima decisi di non far niente, è una semplice ragazzina di strada, ho già abbastanza gente di cui mi devo occupare, non serve che si aggiunga alla lista anche lei.

Feci marcia indietro cambiando strada quando sentii un urlo.

Era lei.

Corsi immediatamente verso il vicolo in cui si era cacciata e vidi una scena a dir poco agghiacciante, l'avevano immobilizzata e legata e la stavano riempiendo di calci e pugni.

Urlai loro di andarsene quando il più alto mi disse:
"hei paparino vuoi aggiungerti allo show? Se vuoi te ne lasciamo un po' di questa bella bimba"

mi infuriai

"sapete ragazzi, mi piacerebbe molto aggiungermi ma purtroppo ho altro da fare quindi non voglio perdere altro tempo, liberatela".

Posai lo sguardo sul suo bel visino, aveva gli occhi verdi lucidi che mi fissavano,

il più alto mi rispose se era lei che doveva lasciare con fare scherzoso prima di lanciarle un altro calcio sullo stomaco per poi andarsene chiamando a se la sua banda di cani rabbiosi.

Mi avvicinai a lei, la slegai, fece in tempo a sussurrarmi un tenue grazie che poi svenne.

Cercai una patente o una carta d'identità nella sua borsa ma non vi trovai niente.

Decisi di portarla a casa mia così che quando si sarebbe svegliata l'avrei accompagnata dai suoi genitori.

Michelle P.O.V's
Mi svegliai in un caldo e comodo letto matrimoniale con una coperta bianca candida e vari cuscini...

Dove diamine ero finita??

Vidi su una sedia infondo alla stanza i miei effetti, la borsa, i vestiti, il telefono...

Scostai le coperte e rimasi sconvolta da ciò che vidi...

Indossavo una t-shirt bianca enorme che mi arrivava a metà coscia e i miei soliti slip...

Le mie gambe erano coperte di lividi, alzai la maglia, guardai le braccia...

Ero piena di lividi, mi sorsero tante domande nella testa ma pian piano iniziai a ricordare del gruppo di ragazzi che mi aveva aggredita fino a quando quell'uomo non li aveva cacciati.

Cercai di alzarmi il più infetta possibile per tornare a casa ma quando provai ad alzarmi ed a camminare caddi per la poca forza nelle gambe.

Subito dopo il tonfo che portò la mia caduta una dolce signora sulla cinquantina corse ad aiutarmi.

Mi disse che si chiamava Manuela e che quando sarei riuscita a camminare sarei dovuta scendere dal "padrone".

Qualche ora più tardi, dopo tentativi e tentativi, finalmente riuscii a camminare.

Non mi preoccupai del fatto di essere mezzanuda e del fatto di star girovagando in una casa di un uomo sconosciuto.

Scesi una rampa di scale che mi introdussero in un ampio salone dove in fondo, che dava ad una vetrata con tutta New York, un divano 6 posti con l'uomo che avevo visto ieri.

Stava ammirando il panorama, io, sbadata come sono, scendendo l'ultimo gradino inciampai e gemetti.

Al solo udire di quel gemito egli corse verso di me con uno sguardo preoccupato "hei piccola, rallenta, non vorrai mica farti male di nuovo" disse sorridendomi.

Mi porse la mano per farmi alzare, appena lo feci notai il suo sguardo abbassarsi alle mie gambe, il sorriso che aveva prima si spense e tornò serio.

Così feci anche io.

"Scusi signore, potrebbe essere così cortese da dirmi dove mi trovo?" chiesi con tutta la falsa gentilezza che potevo trovare

"oh scusami, ti trovi a casa mia, al Felton palace, e non chiamarmi signore, puoi chiamarmi Tom" e con maniera teatrale mi fece un inchino, io semplicemente mi limitai a sorridere.

Suddenly Togheter ~//^Tom Felton ^//~Where stories live. Discover now