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Louis ormai era stanco.Stanco di tutto, stanco della sua vita noiosa, stanco di stare in famiglia.Aveva un sogno, e voleva realizzarlo.Il sogno di Louis? Beh, voleva andare al college.Ormai aveva finito il liceo da poco, e non poteva permettersi il college, dato i pochi soldi che possedeva.Cercò in tutti i modi di trovare lavoro, ma nessuno gli voleva dare un'opportunità ritenendolo un ragazzo troppo giovane, non in grado di apprendere al meglio la gestione lavorativa.Ormai aveva perso le speranze.Nella mattinata del 15 giugno, Louis si svegliò per il forte rumore del campanello. Ancora incosciente, si alzò barcollando, si mise le ciabatte ai piedi e si fiondò al piano di sotto, non curandosi di vedere chi fosse il ragazzo dall'altro capo della porta.La aprì furiosamente, e di colpo vide i suoi migliori amici, con un espressione raggiante sul volto.«Hei,cos'è quel broncio?» chiese con un sorriso Liam, addentrandosi con Niall e Zayn dentro la casa.Louis sbuffò, chiudendo di rimando la porta.«Che ci fate qui?» chiese spavaldo, raggiungendo i suoi amici nel salone.«Ciao anche a te!» rispose sarcasticamente Niall, regalandogli poi uno dei suoi fantastici sorrisi.Louis non poté far altro che sorridere a sua volta, sedendosi con loro pronto ad effettuare una discussione.«Abbiamo una bella notizia per te Louis» continuò Zayn, appoggiando i suoi piedi sul tavolino di vetro in mezzo al salotto, per poi portarsi le mani al capo.Louis li incitò a continuare, mentre la curiosità iniziava a propagarsi in lui.«Stavamo camminando per andare allo Starbucks, e il mio occhio è caduto casualmente su un lampione, su cui era attaccato un foglio.» Continuò Niall, interrompendo Zayn, per poi prendere il cosiddetto foglio e postarlo davanti agli occhi di Louis."Cercasi Maggiordomo personale per ragazzo non vedente. Ulteriori informazioni chiamare il numero +44567809213"Louis lesse velocemente il contenuto del pezzo di carta per poi guardare in modo abbastanza cupo i ragazzi.«Ragazzi, grazie..Ma un maggiordomo? Non ho esperienza e poi per un ragazzo non vedente?» alzò di qualche ottava la voce, guardando in modo esterrefatto i ragazzi.«Tu vuoi un lavoro, no? Io so per certo che i maggiordomi vengono pagati molto bene. Soprattutto i maggiordomi personali. Devi solo aiutare un povero ragazzo cieco. Non credo sia tanto difficile.» disse Liam, cercando di far ragionare Louis, ma dopo qualche secondo, quest'ultimo scosse la testa incredulo.«Non credo di potercela fare. Non ho molta competenza nel settore, e se mi chiedono "che esperienze hai nel campo lavorativo"? Che cosa dico? Che ho solamente lavorato in un fastfood? Certo che no» ritornò sulle sue parole sbuffando, quasi come se fosse infastidito.I ragazzi ridacchiarono e per un breve istante ci fu il silenzio. Volevano convincere a tutti i costi Louis, ma non sapevano che altro fare.«Amico, non credo che portare a spasso un non vedente, su e giù per la sua casa sia un problema. Lo devi solo aiutare in qualunque cosa se ha difficoltà. Non perdere questa occasione! Quelli che cercano i maggiordomi sono dei ricchi sfondati, e tu magari vivresti lì. I maggiordomi vivono nelle case dei proprietari e questa è una bellissima occasione.» Continuò saggiamente Zayn, che in qualche modo riuscì a convincere Louis.«Okay, porgimi quel dannato telefono.» Si ritrovò a dire Louis dopo aver pensato adeguatamente°°°°°°Louis era ansioso e non se ne spiegava il motivo. Quella propria mattina chiamò il numero dell'interessato lavoro e il uomo dietro la cornetta sembrava assai felice della chiamata, esclamando un "menomale!" . Louis non si spiegò il motivo di quell'esaltazione ma continuò a rispondere alle varie domande che gli poneva la voce sconosciuta.Dopo qualche minuto di pazienza e attesa, L'uomo diede il proprio indirizzo a Louis, chiedendogli se poteva passare nel tardo pomeriggio, e Louis si ritrovò ad accettare.Era felice di aver quasi trovato un lavoro. Parlando con il uomo al telefono, gli aveva informato che non aveva abbastanza esperienza. Louis si aspettava una risposta negativa, ma anzi, l'uomo rise di gran gusto dicendo in modo grossolano che "il lavoro era facile" ed infine lo ringraziò per la telefonata.Ora si ritrovava ai piedi di una delle più deliziose ville del quartiere. Louisne rimase esterrefatto e non poté far altro che incantarsi davanti a tutta quella bellezza.La casa era bianca avorio, con un fantastico prato di fronte alla villa, ben coltivato. C'era anche una misera altalena che di certo rovinava drasticamente l'aspetto del prato. Per un'attimo Louis pensò che il ragazzo cieco fosse un bambino spericolato.Si sarebbe "licenziato" se fosse stato così.Louis scosse in modo leggero la testa, riuscendo a suonare con qualche difficoltà il citofono, sul quale era scritto in carattere cubitali "Styles."«Si?» chiese una voce femminile dopo qualche secondo, e Louis si ritrovò a rispondere.«Sono Louis, Louis Tomlinson. Ho un appuntamento con Mr. Styles.»«Oh certo! Accomodati pure!» concluse con voce calorosa, aprendogli lo sportello.Louis entrò velocemente, chiudendosi alle spalle il cancello, pronto ad incamminarsi verso la grande e maestosa villa.Il silenzio e la forte ansia si impossessarono dell'aria circostante e Louis sospirò un paio di volte prima di raggiungere la grande porta bianca.Bussò fortemente, e subito la porta si spalancò.Si mostrò davanti a Louis, una bella e giovane donna che lo fece accomodare con un enorme sorriso.L'aria dentro a quella villa era molto calorosa, per non parlare degli arredi.Louis voltò di poco il capo a sinistra, riuscendo a vedere due rampe di scale, che ovviamente portavano al piano di sopra, incorniciate da tappeti rossi, specchi e quadri di valore lungo le pareti bianche, ed un bellissimo piano nero.Voltò lo sguardo a destra, riuscendo a vedere il salotto, e per poco non gli cedettero i piedi. Divani di pelle nera, tappeti abbinati e al lato della stanza un lungo tavolo di vetro. Riuscì anche ad intravedere il grande e sottile tv al plasma.«Mi può seguire Signor Tomlinson?» Chiese la donna a pochi passi da Louis, che subito annuì.Si incamminarono lungo ad un corridoio, che terminava proprio davanti all'ufficio del Signor Styles.La donna lasciò Louis, lo incoraggiò e tornò nei suoi passi.Dopo aver bussato e sospirato per l'ennesima volta, un "avanti" risuonò nell'aria e Louis aprì timidamente la porta.«B.Buon pomeriggio Signore.» si ritrovò a dire balbettando, continuando a torturarsi le mani.Chiuse la porta dietro di lui, compiendo poi qualche passo in avanti.L'uomo iniziò a ridere, trovandolo alquanto buffo.«Dammi del tu! E non spaventarti. Io sono Edward. Edward Styles.» Concluse con un forte sorriso, porgendo la mano, e Louis si ritrovò a ricambiare.«Dunque Louis. Accomodati.» continuò, accennando a Louis di sedersi sulla poltrona di fronte alla scrivania, e così fece.«Era da tanto che cercavo un maggiordomo, ma nessuno mi ha mai chiamato. Posso dire felicemente che mi piaci, anche perché sei giovane e ti ringrazio di avermi chiamato.» Disse sorridendo, sedendosi a sua volta, sulla sedia girevole di pelle nera.«Ehm.. cosa intende con "perché sei giovane"?» chiese sfacciatamente Louis.«Mio figlio ha 16 anni Louis. E se ha un maggiordomo 20enne è meglio. Potrà interagire maggiormente, e potreste anche diventare ottimi amici! Lui è timido, un po' sfacciato ma molto simpatico. Credo che potreste diventare ottimi amici.» prese un sospiro prima di continuare.«Il problema è che dovrei partire per gli stati uniti tra qualche giorno. Resterò lì per un po'. Sua madre è morta e non ha nessuno con cui parlare o uscire dato che prende lezioni a casa. L'ho pregato di venire con me, in modo da non lasciarlo solo ma ha insistito di rimanere qua.» Continuò forzando un sorriso, mentre Louis era molto attento al suo discorso.«Lui è cieco Louis. Ha avuto un'incidente e con questo ha subito la totale perdita della vista. I dottori dicono che è momentanea, ma ormai lui ha perso le speranze. Ed è per questo che cerco un maggiordomo personale per mio figlio. Tu potrai aiutarlo, magari farlo uscire un po' nell'aria fresca di Londra, potresti leggerli dei libri. Lui adora i libri. Sembri un bravo ragazzo e di quanto mi hai detto al telefono ti accetto ad essere il maggiordomo di mio figlio. Lui ne sarà tremendamente felice." Finì con un filo di tristezza, pensando a sua figlio per poi porgere un bellissimo sorriso a Louis, che trovo a ricambiare flebilmente.«Dove abiti Louis?» Chiese dopo qualche secondo di silenzio.«Alla Gilmore Street. Un po' lontana da qui.» rispose Louis, mentre Edward annuì.«Stavo pensando... Potresti vivere qui. I maggiordomi lo fanno e saresti d'aiuto anche di notte. Mio figlio soffre certe volte d'insonnia e fa incubi. Quando non ci sono, nessuno può aiutarlo, neanche le due cameriere a disposizione, non ne hanno il permesso. Forse ti sto chiedendo troppo, ma tutto ciò influenzerà lo stipendio di ogni mese Louis. Facciamo dal lunedì al sabato e la domenica per te è libera?» Finì Edward, sperando fortemente che per Louis queste regole andassero bene."Come rifiutare?" pensò Louis, annuendo in modo certo.Edward si ritrovò a rilasciare un sospiro e rivolse a Louis un sorriso enigmatico.«Bene! Benvenuto in famiglia Louis! Adesso restano solo due cose da fare. La prima è di farti fare il giro della casa, potresti perderti molte volte qui.» Scherzò alzandosi, dando un leggero colpetto sulla spalla di Louis.«E la seconda?» Chiese Louis, rivolgendogli uno sguardo confuso.«Conoscere mio figlio.»

The Butler. || Larry Stylinson.Where stories live. Discover now