3.

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Erano passati quattro giorni da quando lavorava nella dimora del Signor Styles.Quattro giorni e Harry non riusciva a spiccare parola.Il primo giorno, in quelle tre orette, parlarono solo di piccoli dettagli, sopratutto di musica. Ma Louis voleva di più.Louis provò più volte ad interagire con il più piccolo, ma egli si sentiva subito a disagio, avvertiva una certa agitazione, e per giunta sudava dalla fronte.Iniziava a rispondere confusamente, e dopo un punto si fermava subito. Aveva sempre la gola secca, ma nonostante questo cercava di fingere la più assoluta concentrazione, borbottando spesso qualcosa d'incomprensibile.Louis aveva notato tutto ciò, cercando sempre di alleggerire l'aria tesa che si propagava non appena Louis, cercava di interagire con lui.Gli aveva dato pure un soprannome: "Timido ometto" e lo usava spesso, riuscendo qualche volta a notare un sorrisetto sulle labbra di Harry.Le uniche domande a cui Harry aveva risposto erano le solite che si chiedono per conoscersi meglio."Qual'e il tuo colore preferito?""Qual'e il tuo cibo preferito?"Le domande erano infantili, Louis lo sapeva, ma gli fece piacere quando rispose a tutte e due le domande, causandogli un sorriso che non distolse per tutta la giornata.Lo aveva aiutato parecchio in quei giorni. Se era esausto a fine giornata? Beh lo era sempre, ma non poteva rinnegare quanta stanchezza potrebbe mai avere un ragazzo cieco.Ne valeva la pena aiutare un ragazzo come Harry, infondo sembrava un innocente e bravo ometto.Lo aveva aiutato ad andare in cucina, in stanza, al piano di sopra, nella biblioteca personale e anche in bagno.Non era stata proprio una bella esperienza per Harry.Di solito a portarlo in bagno, era sempre la sua matrigna, Lucy. E non aveva vergogna di lei, lo trattava come un figlio ed era per lui come una madre.Quel venerdì però non c'era, e Harry si voleva scavare la fosse anche da solo.«L.Louis?» Chiese il piccolo, seduto sul divano, mentre Louis scattava in piedi. Il suo tono risultava preoccupato.«Harry? Qualche problema?» Louis poggiò velocemente il libro che stava leggendo, raggiungendo a grandi falcate il divano su cui era situato il piccolo, ora rosso in viso.«Dovrei... Ehm, è un po' difficile da spiegare ehm» ballettò grattandosi la nuca, con il capo chino.«Si?» chiese curioso Louis, chinandosi un poco, per arrivare all'altezza di Harry.«Dovrei andare in bagno. Sto letteralmente scoppiando.» Disse tutto d'un fiato, liberandosi poi del fiato trattenuto, cercando di sentire qualche reazione da parte del maggiordomo.«Nessun problema Harry! Non vergognarti di una cosa del genere!» gli diede qualche colpetto amichevole sulla spalla, aiutandolo ad alzarsi per dirigerlo in bagno.E mentre ormai era al gabinetto, Louis gli indicò il posto dove sedersi, promettendogli che si sarebbe girato di spalle, aspettando che il più piccolo avesse finito.Harry non faceva altro che arrossire violentemente, non sapendo, se Louis avesse mantenuto la sua promessa.Ora era il suo quarto giorno.19 Giugno 2013 Sabato, 10.40 am era scritto sulla schermata del cellulare, mentre si svegliava di scatto osservando il cellulare che pochi secondi prima suonava.Aveva perso una chiamata.Richiamò velocemente il numero, e quando i suoi amici parlarono in coro, si rilassò, sorridendo lievemente, ancora assopito dal sonno.«Hei dormiglione! Come va alla villa dei ricconi? Non sai quanto t'invidio ad avere una camera da lusso dove dormire.» urlò Niall dalla cornetta, causando a Louis una forte risata.«Sto bene grazie. Un po' stanco ma va tutto alla grande» rispose con voce calma, sedendosi lentamente sul letto.«Allora? chi è il ragazzo?» chiese Zayn, e dal tono sembrava anche molto curioso.«È un ragazzo di nome Harry. Ha perso la vista in un'incidente, ha 16 anni.»«Caspita. E come ti trovi con lui?» questa volta a parlare fu Liam.«È un ragazzo molto timido. È già tanto se mi da il buongiorno. Non parla molto, ma ha un viso così innocuo, è molto tenero. Qui però si sta bene, il clima e la casa sono molto accoglienti»«Beh amico, buona fortuna. Volevamo dirti se domani ti va di unirti a noi al Pharrel club. Verso le 21.00.» chiese Niall, ansioso di avere una sua risposta.«Sì, si può fare» concluse Louis, sentendo la esaltazione dall'altro capo del telefono, chiudendo poi la chiamata.Si alzò stiracchiandosi, muovendosi a passi lenti verso il bagno, sciacquandosi il viso e lavandosi i denti, per poi tornare in camera, indossando i suoi comuni vestiti.Skinny jeans, e una maglietta bianca.I maggiordomi erano intenti ad indossare smoking complicati, molto pesanti e ornati in maniera impeccabile, ma dato che era giovane, Edward gli ordinò di indossare le sue solite cose, e Louis ne fu piuttosto sollevato.Si chiuse la porta alle spalle, dirigendosi a passi svelti verso la camera di Harry, a pochi passi della sua.Gliela aveva assegnata Edward, dato che Harry ha incubi, e soffre d'insonnia qualche volta.Bussò tre volte, prima di sentire un mormorio, che lo fece accomodare dentro la camera del più piccolo.«Buongiorno Harry!» esultò, ammirando la figura ancora intorpidita dal sonno, strofinarsi gli occhi.Era adorabile.«Voglio portarti fuori oggi, possiamo fare un giro in città! tuo padre mi ha detto che non esci molto, e potrei farti da guida!»Alzò entusiasta la voce, sedendosi lentamente sul letto, mentre Harry si irrigidiva, scuotendo in disapprovazione la testa, come se fosse in panico.«Harry. Quand'è l'ultima volta che sei andato a fare un giro?» Chiese in modo amichevole Louis, esigendo una risposta dal piccolo.Dopo qualche attimo, quest'ultimo sospirò e un «3 anni fa, non contando le viste mediche» uscì lievemente dalle sue labbra.Louis spalancò la bocca, incredulo. Tre fottuti anni. Neanche il più asociale resisterebbe a casa tutto questo tempo.«Harry. Devo parlarti.» continuò Louis, aspettandosi qualche cenno dal più piccolo, che arrivò qualche secondo più tardi.«Non possiamo continuare così. Io vorrei interagire con te, ma non ti stai aprendo. Posso anche capirlo, sei timido. Ma ormai mi sono stabilito qui per una ragione. Per aiutarti. Sto proponendo molte cosa da fare, ma tu le neghi sempre. Quindi Harry; Che ti va di fare?» Louis terminò sospirando, poggiano le mani sulle ginocchia, per poi fare pressione.«S.scusa, è che, uhm.. Non sono mai stato bravo con le parole» riprese parola Harry, guardando di fronte a se, per poi sorridere in modo timido.«Da quando sono cieco, mi sono chiuso molto. Mi è difficile aprirmi con qualcuno.» si scostò qualche ciocca di capelli, mentre il suo sorriso si spegneva in un broncio.«Non hai balbettato. È un ottimo passo per cominciare ometto.» Louis sorrise lievemente, continuando ad ammirare il piccolo ragazzo, non riuscendo minimamente a distogliere lo sguardo.«Non hai risposto Harry. Cosa ti piacerebbe fare oggi?» Chiese nuovamente, ammirando poi, la figura pensate di Harry.«Non ho voglia di uscire Louis. Non mi sento pronto. E se cadesse dal marciapiede e un'automobile mi investisse?» chiese irrigidendosi, lasciando Louis senza parole.«Va bene, non usciremo, ma stai certo, che per eventuali cadute, il tuo maggiordomo è sempre da supporto» sogghignò Louis, cercando di rimettere di buon umore Harry, mentre quest'ultimo annuiva.Restarono così.Seduti per qualche minuto, senza proferire parola.Il silenzio era molto imbarazzante, ed Harry non poté far altro che colorarsi lievemente di rosso, chiedendosi se Louis lo stesse fissando.Louis sospirò, pensando veramente con quale argomento avrebbe mai potuto innescare una discussione piacevole con Harry. Voleva interagire con lui, sapere di più sulla sua vita creando così una fantastica e lunga discussione.«Che ne dici se iniziamo sul conoscerci meglio?» Louis sperò in un accenno affermativo da parte di Harry, ma subito il silenzio calò nella stanza.Il respirò di Harry si fece pesante, mentre sbatteva le palpebre leggermente.«Cosa vuoi sapere di preciso?» chiese il più piccolo, torturandosi le mani, per poi guardare davanti a se, come sempre.«Mmh..Ci presentiamo meglio?» continuò riflettendo Louis.«Io sono Louis, questo lo sai. Sono schizzinoso, euforico, e anche molto simpatico. Adoro uscire con i miei amici, andando in giro per i pub. Sono un tipo da festa. Adoro leggere i libri, amo il calcio, e devo dire che me la cavo in campo.» Finì interdetto, non sapendo che altro aggiungere, aspettando il turno di Harry, il quale sorrideva lievemente.Quel sorriso parve a Louis come nostalgico.«Come sono conciati ora gli stadi Louis? L'ultimo coro che hai sentito?» Si voltò lentamente verso la direzione del più grande, sbagliando del tutto l'ottica, con un luccichio negli occhi. Harry adorava il calcio.A Louis fece quasi pena, forse pentendosi anche della sua presentazione.«Gli stadi non sono stati rinnovati. Sono gli stessi di anni fa, se questo ti rilassa. L'ultimo coro sentito? Beh giocavano il Madrid e lo United.» Louis guardò Harry annuire per poi lasciare un sospiro tremante.«Io amavo il calcio. » soffiò il più piccolo in un sussurro, aspirando con il naso.«Mi spiace Harry io-«Fa niente, davvero.» finì il più piccolo, facendo qualche gesto con la mano, sorridendo poi, in modo flebile.«Harry quali sono le dodici cose che preferireste fare? La nostalgia di un posto dove desideri andare attualmente. Ti prego Harry. Elencameli» A Louis venne un idea, e quasi si ritrovò a supplicare Harry, dato che non voleva spiccare parola.«Harry, ti prego.» Louis parlò con voce decisa, poggiando una sua mano su quella del più piccolo, che subito si irrigidì a quel contatto.Arrossì lievemente, sbarrando gli occhi. Iniziando poi a parlare lievemente.«Vorrei andare al mare. Voglio sentire l'odore nauseante della brezza marina incasinarmi le narici, ed ascoltare come le onde si infrangono sugli scogli.Vorrei andare in una biblioteca. Forse sembrerà strano, ma mi manca vedere quei mucchi di libri vecchi, incastrati in molti scaffali. Adoravo immergermi in essi, perdendomi sempre in qualche corsia, era come un delizioso labirinto, pieno di silenzio, storie e enciclopedia. Mi manca anche l'odore della carta.» Harry prese una pausa, deglutendo in modo rumoroso.«Vorrei andare in un centro commerciale. Sentire il brusio delle persone, i bicchieri del bar che fanno rumori acuti, e i vari profumi dei vari negozi. Il tutto mi calmava. Adoravo fare shopping, ero un ragazzo stiloso, e sapere che non posso guardare quello che indosso mi fa paura» sorrise, facendo sogghignare Louis in una risata fragorosa.«Devo dire che per essere un non vedente ti vesti bene» disse rassicurando Harry, ammirando il più piccolo in una semplice tuta, piuttosto larga per lui.«Vorrei camminare per strada, andare al parco, sentendo il rumore dei clacson, e il traffico, mentre l'aria ti trafigge la pelle. Vorrei andare al cinema, mangiando schifezze, e sentendo l'odore del popcorn farsi strada in tutta la sala.Vorrei andare al lunapark. Se c'era qualcosa che mi piaceva, erano sicuramente i giochi pericolosi del Luna park.» Sospirò tremante, muovendosi a disagio sul letto, cercando di trovare una posizione più comoda.«Vorrei correre sulle strade deserte. Io e mio padre amavamo prendere il suo motorino, correndo lungo le strade asfaltate di notte, mentre il vento ci spettinava i capelli. Era meraviglioso. Vorrei pure andare ad un ristorante. Ormai sono stanco del cibo d'asporto. Mi manca sentire l'odore dei fastfood, con la musica della radio in sottofondo e qualche ragazzo lamentarsi per il panino troppo piccolo.» Sogghignò un po', scompigliandosi i capelli.«Vorrei andare in uno stadio. Sedermi in curva, ascoltando i vari cori e la gente che impreca quando vince la squadra avversaria. Vorrei andare in uno di quei centri dove si può pattinare sul ghiaccio. Quella sensazione di scivolare su qualcosa mi manca, pure cadere sul ghiaccio freddo. Vorrei andare in campeggio. Lo facevo spesso, andavo in campeggio per pensare, e la quiete con solo il sottofondo dei gufi, e degli alberi in movimento mi calmava. Credo che siano queste le cose che vorrei veramente fare. Mi mancano un sacco di cose Louis.» Sospirò, lasciandosi cadere sul materasso, ammirando il soffitto.«E la dodicesima?» Chiese Louis, finendo di annotare sul suo telefono la undicesima nota del più piccolo.Harry soffiò, deglutendo un'ultima volta rumorosamente.«Vorrei tornare a vedere.»

The Butler. || Larry Stylinson.Where stories live. Discover now