9.

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«Buongiorno Londinesi! state ascoltando Capital Fm, tra poco un'altra playlist delle top 50 summer 09.» La voce metallica di un rappresentatore alla radio, echeggiò nel veicolo, diretto al centro commerciale.

Louis costrinse il più piccolo ad andare con lui il giorno precedente.

E quindi, eccoli qui, seduti nell'antica auto del più grande, con i finestrini abbassati, mentre il vento fresco mattutino, gli scompigliava in modo selvaggio i capelli.

Harry, che da tanto tempo non era riuscito ad entrare in una macchina, quella mattina ne fu svogliatamente felice.

Appena partì per le vie ancora silenziose, la prima cosa che fece il piccoletto, fu di abbassare il finestrino - con l'aiuto di Louis - iniziando lievemente a portare la testa al di fuori dall'apertura.

Sorrise ampiamente, non riuscendo più a distinguere i vari suoni della città, mentre udiva solo un suono ovattato, causato da quel vento rigido, pur essendo ad inizio luglio.

Harry adorava quel venticello.

Quel vento che si innalzava in modo regale, quello che incontri solo se sei in auto, mentre avanzi nelle vie deserte senza nessun rumore a fondersi.

Quello che ti scompiglia i capelli, rendendone strana la forma, quello che ti trafigge in pieno volto lasciandoti senza fiato, con le goti rosse e gli occhi lucidi per la folata di vento improvvisa. Quel venticello che non ti permette di guardare avanti, ma che ti costringe sempre a voltarti dal lato opposto.

Ma la cosa che più colpiva il piccolo era il suo fruscio.

Al ragazzo era sempre piaciuto.

Fin da piccolo, quando fuori il vento batteva impertinente, il ragazzo stava sotto la grande quercia del giardino, ascoltando di come il vento, coinvolgesse le fronde degli alberi, lasciando che una lieve melodia, dominasse il silenzio.

E anche quella volta, nel veicolo, il fruscio gli arrivò come una dolce melodia, piena di note diverse, pronte da scrivere.

Sorrise, lasciando che il vento lo colpisse ancora, mentre apriva le dita, portandole all'esterno del finestrino cercando di opporre resistenza al vento che spingeva la piccola mano verso il lato opposto.

«Sei veramente buffo.» La voce di Louis canzonò i pensieri del più piccolo, che con movimenti furtivi, tornò seduto composto.

«È qualcosa di brutto?» il riccio era in imbarazzo, non voleva comportarsi come un bambino di dieci anni.

«No, sei solamente.. Tenero» Harry cercò di non arrossire, ma appena sentì una mano accarezzargli la gote destra, perse il controllo, e in un'attimo l'intero volto era di un rosso accesso.

Louis lo ammirò, e trattenne le risate appena lo vide in quelle condizioni.

«Ehm, che cosa devi prendere di preciso?» Harry scosse la testa, cercando in tutti i modi di cambiare approccio.

«Niall e Liam compreranno le tende, Zayn e Perrie le bevande, Eleanor, Josh e Jade le precauzioni necessarie, mentre noi il cibo.» A Harry sembrò di sentire il tono divertito a quest'ultima affermazione, e si ritrovò ad annuire con un sorriso sulle labbra.

«Credo che dovremmo ambientarci con la natura nei prossimi quattro giorni no?» Il più piccolo annuì nuovamente, accigliato e confuso, mentre cercava di comprendere il filo del discorso.

«Comprerò solo i fagioli e altri legumi che saziano. Niente schifezze. Voglio proprio vedere che faccia farà Niall.» Sogghignò divertito, mentre girava in modo brusco con la macchina, verso sinistra.

The Butler. || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora