Due giorni dopo la festa

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Due giorni dopo la festa, le cose andavano bene, almeno per gli altri, a me non proprio, non parlavo con Carlos dalla festa, anche se aveva provato tante volte a chiamarmi e scrivermi. Andrea mi aveva mandato qualche messaggio di scuse ma per me non esisteva più, mi stava solo usando, solo per pura vendetta. Ma non importava gli altri erano felici e la festa era stata immemorabile.

Il difficile arrivò a scuola quando li dovevo rivedere tutti e due era più difficile evitarli.

Il lunedì mattina feci la mia solita strada pullman metro pullman. Il bello che in questi tre passaggi c'era anche Carlos.

Non so perché sono arrabbiata così tanto pure con lui non lo so proprio.

Sul pullman si sedette nel posto di fronte a me, cercando di attirare la mia attenzione.

Anche se non lo guardavo iniziò a parlare, C: senti sono stufo, non so perché tu sia arrabbiata con me, quando qui l'unica vittima sono io.

...

M: non credo che tu sia l'unica vittima, ci sono anch'io.

C: almeno adesso mi hai rivolto la parola...

E accennò uno dei suoi sorrisi,"inimitabili".

... E perché saresti arrabbiata con me ho pure fatto quello che volevi, no era quello che volevi giusto. Tu volevi che mi mettessi con Vanessa, giusto?.

M: be si era quello che intendevo...

C: ma c'è differenza tra l' intendere e il volere.

A quell'affermazione non risposi, ed iniziai a guardare fuori dal finestrino.

Aspetta ma dove eravamo, nel frattempo era omo già saliti sul secondo pullman, ma parlando non ci eravamo accorti che  non eravamo scesi alla fermata.

Mi girai verso di lui poi guardai l'ora nel mio cellulare 8,20.

Mostrai l'ora a Carlos che a sua volta sgranò gli occhi. Ormai eravamo in ritardo e anche se una scuola di artisti non permettevano alcun ritardo e se arrivavi in ritardo senza una giustificazione firmata da un genitore  non ti facevano più entrare.

Quindi avevamo appena tagliato anche se per sbaglio.

Quando scendemmo alla fermata successiva erano le 8,30.

C: be non ce più niente da fare, ora mi dici perché sei arrabbiata con me?

M: come non c'è più niente da fare?

C: no, non sappiamo ne dove siamo, e ne ci farebbero entrare a scuola.

M: allora che si fa?

C: prima di tutto rispondi alla mia domanda, poi si vedrà.

M: quale domanda?

Cercai in tutti i modi di evitare l'argomento.

C: basta, rispondi

Non l'avevo mai visto così arrabbiato.

M: scusa, ma non lo so, mi sento in dovere  di essere arrabbiata con te, ma non vorrei.

Riacquistò il suo sguardo dolce.

C: e allora non esserlo

Poi mi abbracciò forte e io mi lasciai andare nelle sue braccia.

Come facevo ad essere arrabbiata con lui, era l'unico ragazzo che era così dolce con me, per questo era il mio migliore amico.

C: bien, allora dove siamo?

A volte l'amore e dietro l'angoloWhere stories live. Discover now