Capitolo trenta

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Blake Oliver Carter.
Bronx, New York.

Meno due giorni alla partenza.

"... sei certo di aver preparato ogni cosa?"
Annuisco.
"... certo al cento per cento?"
"Ho fatto per tre volte il giro dell'intero appartamento, controllato ogni angolo, aperto ogni mobile e ogni cassetto quindi sì, sono certo al cento per cento"
Dal comodino, Mia prende una scatola azzurra.
"Le scatole sul comodino andranno spedite insieme..."
"... non verrà spedita lei, è un... regalo, importante"
"Sei... incinta?" sorrido, guardando prima Mia e poi la scatola. "Dentro lì c'è un test di gravidanza?"
"No Blake, non c'è nessun test di gravidanza, non sono incinta" ride, scuotendo leggermente la testa. "È semplicemente un regalo, un regalo... abbastanza importante"
"Un regalo solo tuo o anche di Seth? Perché se è così ho forse capito di cosa si tratta"
"No, solamente da parte mia"
"Ed è un regalo piccolo o un regalo grande?"
"Oh dannazione Blake, apri quella scatola e guarda"
Sollevo il coperchio e in mezzo trovo una busta, azzurra e verde. "La... busta è il mio regalo?"
"Il contenuto della busta, semmai... avanti, apri, ma per... favore, con delicatezza altrimenti se dovesse strapparsi è un grosso problema, soprattutto per me"
"Un attimo. Un attimo. Un attimo, io... conosco questa busta" la giro, finché per conferma, non trovo il nome scritto in un angolo. "Ed è l'agenzia viaggi sotto al tuo... ufficio..."
Annuisce.
"... e dentro ci sono..." incredulo, fisso Mia. "È uno... scherzo?"
"No, nessuno scherzo" sorride, mentre un paio di lacrime le scendono lungo le guance. "E non hai idea di quanto sia stato difficile trovare quel biglietto e soprattutto, non hai idea di che fortuna ho speso per averlo"
"Quanti... giorni starai?"
Ancor più forte, piange per la felicità. "Per tutta la vita?
"Per... tutta la vita?"
"Vedi altri biglietti lì dentro?" si asciuga le lacrime e viene a sedersi sulle mie gambe. "Forse sono stata impulsiva, forse sto facendo il passo più lungo della gamba, ma non potevo certamente lasciarti andar via, soprattutto non potevo accettare che tu andassi così... lontano da me, di nuovo..."
Guardo il biglietto, guardo lei e di nuovo il biglietto.
Non riesco a formulare una frase di senso compiuto, ora come ora.
"... siamo stati lontani per così tanto tempo che adesso impazzisco solo all'idea di separarci di nuovo... certo, inizialmente ero titubante ma Bianca e Seth hanno saputo farmi ragionare e insieme, questa mattina siamo andati in agenzia viaggi, dove ho comprato l'ultimo biglietto disponibile per San Francisco"
"Io... non riesco a parlare. Non... pensavo di trovare un biglietto aereo di sola andata a tuo nome in quella scatola, ma pensavo di trovare un test di gravidanza positivo e già ero pronto a rinunciare al viaggio, se il contenuto della scatola fosse stato quello" sorrido, ancora incredulo. "E tu sei... certa della tua decisione?"
Annuisce. "Sono certa come non mai nella vita"
"E sei anche certa di essere pronta a lasciare la tua amata New York, per San Francisco?"
"Voglio stare con te, non importa dove andremo ma l'importante è rimanere insieme, questa volta"
"Sei... pazza, fattelo dire" la bacio più volte sulle labbra. "Sei incredibilmente, pazza"
"D'altronde se non lo ero non avrei mai potuto stare insieme ad uno come te" mi bacia di nuovo, prima di alzarsi. "E per la cronaca, ho le valigie da fare e almeno mille cose da imballare"
"Poco importa" sollevo le spalle, facendola indietreggiare fino al letto, ancora sfatto. "A quello penseremo più tardi. Ora, abbiamo altro a cui pensare, a cose molto più importanti, come ad esempio, a ciò che è rimasto in sospeso almeno un paio d'ore fa, amore mio"
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✨ Meno quattro alla fine del secondo libro ✨

Unforgettable 2 ~Where stories live. Discover now