Capitolo trentaquattro

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Blake Oliver Carter.
JFK international airport, New York.

"... non posso passare quasi sette ore di volo schiacciata nel posto centrale"
"Dormirai per almeno tre quarti del viaggi, non vedo dove sia il problema" sistemo, l'ultimo borsone nella cappelliera sopra di noi. "Com'è successo al ritorno da Cancún: io guardavo film e tu, dormivi beatamente"
"Al ritorno dal Messico, ti voglio ricordare che non stavo affatto bene" in modo acido, risponde, mentre occupa il mio posto vicino al finestrino. "Ero... incinta di pochissime settimane, il volo in ritardo e la notte l'abbiamo passata in giro per la città a cercare una farmacia aperta, senza trovarla"
"Non ho alcuna intenzione di discutere, dovremo affrontare quasi sette ore di volo e voglio passarle in tranquillità" sospiro, sedendomi. "Perciò subito dopo il decollo, metterò queste cuffie e le terrò per tutta la durata del viaggio, se sarà necessario... se avrai bisogno, ma bisogno davvero urgente, allora potrai chiamarmi altrimenti no"
"Sei... odioso, diamine"
"Mai come te, credimi" allaccio la cintura, sistemandomi poi nel modo migliore nel sedile più scomodo che esiste. "E se devo dirtelo io che sei odiosa, fidati che lo sei"
"Me ne rendo conto, ma non... so limitarmi, davvero. Non lo faccio apposta, forse sarà l'agitazione per il cambiamento o non lo so, ma sta di fatto che non riesco ad essere meno acida, meno antipatica e meno vulnerabile di così, delle volte" piange, dal nulla. "Come adesso, ad esempio"
"D'accordo Mia, datti una... calmata" le stringo forte la mano nella mia. "Se ti stai pentendo, puoi sempre tornare indietro, appena arriviamo"
"No, dannazione, non mi sto affatto pentendo, anzi non vedo l'ora di cominciare questa nuova esperienza insieme" si asciuga, con la manica del golfino le lacrime. "Io sono fottutamente felice della scelta che ho preso, credimi"
"E allora cosa diamine hai? Io... solo una volta ti ho vista in queste condizioni ed è stato tre anni e mezzo fa quando... beh, ci siamo capiti"

Per lei non è facile lasciare New York, a differenza mia lei in quella città a tutto quanto.

"Stiamo per... partire, stringi bene la cintura, mi raccomando..."
Le sorrido, dolcemente.
"... e per... favore non pensare più che io mi stia pentendo della scelta che ho preso"
La bacio, sul dorso della mano. "Isterica Moore, ti amo così... tanto, diamine"
"Anch'io, mio ragazzo preferito del Bronx"
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✨ E CON QUESTO CAPITOLO, ANCHE UNFORGETTABLE DUE È GIUNTO AL TERMINE ✨

Unforgettable 2 ~Where stories live. Discover now