Capitolo trentatré

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Mia Harper Moore.
Bronx, New York.

Non sarà facile.
Non sarà affatto, facile.
La mia vita cambierà drasticamente.
Cambieranno le mie abitudini, cambierà la mia routine quotidiana, cambierà il mio ufficio, cambierà ogni cosa.
Da domattina mi sveglierò in una casetta con giardino poco fuori dal centro di San Francisco, con Blake al mio fianco e non più nel mio appartamento nel cuore di Manhattan.
Da domani non troverò più i pancakes caldi di mia madre in cucina.
Non troverò più vestiti puliti, stirati pronti da mettere via. Non troverò più la cena pronta.
Non troverò più Bianca seduta in ufficio con due bicchieri di caffè macchiato bollente ad aspettarmi.
Non troverò più Seth, ogni giovedì mezzogiorno fuori dal mio ufficio per pranzare insieme e soprattutto, non parteciperò più ai pranzi domenicali con tutta la mia famiglia.
Forse seguire Blake è stata una scelta impulsiva, ma l'idea di rimanere lontana da lui per mesi, o addirittura anni, mi terrorizza.

"... il taxi arriverà tra circa dieci minuti, hai preso tutto? Biglietti aerei, borsoni, valigie, beauty, indicazioni dell'hotel in cui alloggeremo questa prima settimana... hai tutto con te, sei sicura?"

Mi terrorizza tanto da sentire il vuoto, l'ansia, lo smarrimento.
Mi terrorizza addirittura più di quattro anni fa.

"... probabilmente non mi stai ascoltando e stai quasi sicuramente pensando a tutt'altro ma non importa perché io, continuerò a parlare ugualmente..."

Alcuni mi prenderanno per pazza, ma sarei ancor più pazza a non seguire il mio cuore, a non seguire Blake.
Ho bisogno di lui e lui, ha bisogno di me, più di qualsiasi altra cosa al mondo.

"... lascerò le chiavi a Seth, le consegnerà lui domattina al proprietario di casa..."
Annuisco.
"... ci penserà inoltre lui a portare avanti il nostro negozio di tatuaggi al Bronx finché non scioglieremo la società... passerà sicuramente un anno prima che questo accade, ma da oggi tutto il guadagno sarà al cento per cento suo..." nervoso, parla a vanvera mentre giocherella con il manico del borsone.
"Puoi... smetterla? Mi stai ripetendo le stesse identiche cose da almeno due ore e credimi, sei stressante, stressante a livelli altissimi"
"E tu invece, così... insopportabile, in questi ultimi giorni... sei in quel periodo del mese, per caso?"
"Dovresti saperlo"
"... o forse, stai... cambiando idea sul trasferirti a San Francisco con me?" chiede, appoggiando entrambe la mani sui fianchi.
"Dovresti sapere anche questo, Blake"
"Non sono molte le opzioni, o ti stai pentendo della decisione presa, o sei stanca, o sei in quel periodo del mese oppure sei... incinta e quest'ultima opzione non la escluderai affatto"
"Sta... arrivando il nostro taxi" indico, la macchina gialla ferma al semaforo. "E per la cronaca, non sono in quel periodo del mese, non sono affatto pentita della scelta presa e non sono affatto stanca, sono solamente spaventata dal cambiamento, tutto qui"
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